Salario minimo, “no a interventi del legislatore”

Salario minimo, “no a interventi del legislatore”

Una delegazione di Rete Imprese Italia ha incontrato il senatore del Partito Democratico Tommaso Nannicini, ribadendo la netta contrarietà a qualunque 

regolamentazione per legge, che "sminuirebbe il ruolo svolto dalla negoziazione tra le parti sociali".

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21 febbraio 2020

Il salario minimo è quello definito dai contratti collettivi nazionali sottoscritti dalle organizzazioni datoriali e sindacali comparativamente più rappresentative. Un intervento del legislatore sarebbe fortemente destabilizzante per il nostro Paese ed andrebbe ad incidere negativamente sui delicati equilibri raggiunti da ogni settore produttivo con la contrattazione collettiva, distruggendo il patrimonio di bilateralità e welfare contrattuale. Una delegazione di Rete Imprese Italia, l’associazione che riunisce Casartigiani, CNA, Confartigianato, Confcommercio e Confesercenti, ha incontrato il senatore del Partito Democratico Tommaso Nannicini, ribadendo la netta contrarietà a qualsiasi regolamentazione per legge del salario minimo.

“La contrattazione collettiva  - hanno affermato i rappresentati di rete Imprese - garantisce già condizioni e strumenti per sostenere i redditi e individuare modalità per migliorare la produttività. La fissazione ex lege del salario non solo non è necessaria, ma sminuirebbe il ruolo svolto dalla negoziazione tra le parti sociali per l’individuazione di trattamenti economici congrui e coerenti, rischiando di colpire anche le tutele collettive e i sistemi di welfare integrativi. Un patrimonio che in questa fase difficile sta offrendo un utile supporto ai lavoratori ed alle imprese, soprattutto in quei territori dove il welfare pubblico è carente se non assente del tutto”.

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