Revisione delle stime relative al PIL e ai consumi regionali

Revisione delle stime relative al PIL e ai consumi regionali

1.

A seguito della profonda revisione dei conti nazionali effettuata dall’Istat è necessario procedere alle nuove stime regionali relative al prodotto lordo e ai consumi, questi ultimi effettuati da chiunque – italiani e stranieri – sul territorio regionale.

Le nuove valutazioni tengono conto anche delle evidenze statistiche relative ai primi due trimestri del 2024, i quali confermano la sensazione che, in Italia, il circuito redditi-fiducia-consumi si sia in qualche modo inceppato: i maggiori redditi disponibili reali, dovuti alla crescita dell’occupazione, ai rinnovi contrattuali e al calo drastico dell’inflazione, non si sono tradotti in maggiori consumi. È il punto debole dell’attuale congiuntura economica e il riflesso si vede nelle stime della tabella 1, per la cui compilazione si è tenuto conto anche di una serie di indicazioni regionali relative agli anni 2023 e 2024, riguardanti immatricolazioni di auto, spesa e presenze dei turisti, spesa delle famiglie derivante dall’indagine sui bilanci delle famiglie (relativa al solo 2023), dati sull’occupazione.

È opportuno sottolineare che l’Istat non ha ancora diffuso la revisione della Contabilità territoriale coerente con i dati di Contabilità Nazionale pubblicata il 23 settembre 2024. Pertanto, le nuove valutazioni sono frutto di un semplice esercizio di riproporzionamento delle serie storiche per quote regionali sia dei nuovi livelli del PIL sia dei consumi sul territorio.

Tab. 1 – PIL e consumi regionali

PIL in quantità Consumi sul territorio in quantità
var. % 2023 2024 var. % 2023 2024
Piemonte 0,7 0,2 Piemonte 0,9 0,3
Valle d'Aosta 0,9 1,9 Valle d'Aosta 1,3 1,0
Liguria 0,6 1,5 Liguria 0,2 0,9
Lombardia 0,8 1,0 Lombardia 1,2 0,7
TAA 0,4 0,1 TAA 1,1 0,3
Veneto 0,7 0,0 Veneto 0,9 0,3
FVG 0,2 0,2 FVG 1,1 0,3
ER 0,6 0,1 ER 1,0 0,3
Toscana -0,2 0,6 Toscana 1,1 0,5
Umbria 0,0 1,9 Umbria 0,6 1,0
Marche -0,3 0,0 Marche 0,4 0,3
Lazio 0,7 1,7 Lazio 1,3 1,0
Abruzzo 1,1 1,7 Abruzzo 1,3 0,2
Molise 0,6 1,8 Molise 0,6 0,6
Campania 1,3 1,4 Campania 1,1 0,5
Puglia 0,7 0,0 Puglia 0,8 0,1
Basilicata 0,6 0,0 Basilicata 0,9 0,2
Calabria 1,0 1,3 Calabria 0,9 0,4
Sicilia 1,3 1,9 Sicilia 1,0 0,7
Sardegna 0,8 0,9 Sardegna 0,9 0,3
Italia 0,7 0,8 Italia 1,0 0,5
Nord 0,7 0,5 Nord 1,0 0,5
Nord-ovest 0,8 0,8 Nord-ovest 1,1 0,6
Nord-est 0,6 0,1 Nord-est 1,0 0,3
Centro 0,3 1,2 Centro 1,1 0,7
Mezzogiorno 1,1 1,2 Mezzogiorno 1,0 0,4
Fonte: elaborazioni e stime Ufficio Studi Confcommercio-Imprese per l’Italia.

2.

Le criticità nella dinamica dei consumi sul territorio, nonostante il positivo contributo del turismo degli stranieri, si vedono bene dall’esiguo tasso di variazione reale della spesa per il 2024. Una crescita di mezzo punto percentuale non è certo un’indicazione confortante. Questa valutazione è coerente con un abbassamento della stima sulla variazione del PIL per il 2024, a 0,8%, dallo 0,9% di agosto scorso. Inoltre, lo 0,8% è inferiore al target fissato nel DEF e, più recentemente, confermato nel Piano strutturale di bilancio dello scorso settembre. Occorre anche evidenziare che, dato il profilo trimestrale dell’ultima revisione dei conti, questa nostra stima potrebbe risultare ottimistica. Per essere precisi, essa deriva da un’accelerazione negli ultimi due trimestri, per una chiusura media annua a 0,6% cui si aggiunge, per ottenere la stima del PIL “vero”, la correzione relativa all’effetto dei giorni lavorativi, pari a +0,2% (il 2024 presenta quattro giornate lavorative in più rispetto al 2023).

La distribuzione regionale dei tassi di variazione del PIL evidenzia, sia nel 2023 sia nel 2024, migliori performance del Mezzogiorno rispetto al Nord. Viene confermato anche per il Sud il problema della scarsa dinamica dei consumi. Nel biennio, in generale, la propensione marginale al consumo sembrerebbe incagliata, mediamente, attorno a valori tra 0,3 e 0,4, calcolata su dati aggregati su base regionale.

Le difficoltà nel tradurre la maggiore ricchezza prodotta dal Paese, e l’accresciuta occupazione, in spesa delle famiglie è ben esemplificata nella tabella 2. La contenuta crescita dei consumi stimata per il 2023-24 ha sì permesso a tutti i territori di tornare ai livelli di spesa pre-covid, risultato raggiunto già nel corso del 2023, ma nel confronto tra il 2019 ed il 2024 le differenze appaiono molto esigue, soprattutto se si considera che fatto 100 il PIL del 2019, a livello nazionale, questo si dovrebbe attestare nel 2024 a 105,5.

Tab. 2 – Consumi sul territorio in termini reali

milioni di euro, valori concatenati, anno di riferimento 2020

  2019 2024 2019=100
Italia 1.093.410 1.110.608 101,6
Nord 577.111 585.248 101,4
Nord-ovest 336.587 342.817 101,9
Nord-est 240.525 242.431 100,8
Centro 229.449 235.049 102,4
Mezzogiorno 286.850 290.311 101,2
Fonte: elaborazioni e stime Ufficio Studi Confcommercio-Imprese per l’Italia.

In termini di divari territoriali, male che da sempre affligge il nostro Paese, le dinamiche degli ultimi anni seppure abbiano visto il Mezzogiorno crescere anche a ritmi superiori ad altre aree vanno considerate con molta prudenza.

La tabella 3 presenta i valori per la media Italia e per le ripartizioni del prodotto lordo pro capite (il PIL diviso la popolazione). Emerge con maggiore evidenza un certo recupero relativo del PIL, fenomeno, tuttavia, influenzato dalla dinamica negativa della popolazione nel Mezzogiorno: stime preliminari indicano una perdita di popolazione per l’Italia, nel complesso, di 38mila unità nel confronto tra 2024 e 2022, con una crescita, nel medesimo periodo, di 125mila unità al Nord e una riduzione di 161mila unità nel Mezzogiorno.

Tab. 3 – Aritmetica della convergenza

PIL pro capite in termini reali, valori concatenati anno di riferimento 2020

  PIL pro capite in euro costanti var. %
  2022 2023 2024 2023 2024
Italia 32.263 32.499 32.769 0,7 0,8
Nord (N) 39.483 39.675 39.786 0,5 0,3
Nord-ovest 40.164 40.383 40.617 0,5 0,6
Nord-est 38.548 38.702 38.644 0,4 -0,2
Centro 34.395 34.498 34.907 0,3 1,2
Mezzogiorno (S) 21.065 21.377 21.714 1,5 1,6
rapporto N/S 1,9 1,9 1,8    
delta N-S in euro 18.418 18.298 18.072    
rapporto Δ%S/Δ%N   3,0 5,6    
nota: sono presenti arrotondamenti.

Pertanto, al di là del risultato del rapporto tra Prodotto e popolazione, resta il fatto che la demografia nel Mezzogiorno è un fattore strutturale di fragilità. Le ultime tre righe della tabella 3 chiariscono l’aritmetica della convergenza. Affinché tale fenomeno si verifichi – cioè si riducano i divari in termini monetari assoluti – è necessario che il rapporto tra le variazioni del PIL pro capite tra area povera e area ricca sia superiore al rapporto tra i livelli medi della medesima grandezza (sempre il PIL pro capite), cosa che, appunto è verificata sia per il 2023 sia per il 2024 (cfr. ultima riga rispetto alla terzultima). D’altra parte, la riduzione del divario è piuttosto esigua (meno di 350 euro reali pro capite nel biennio come risulta dai dati nella penultima riga) mentre il divario anche nel 2024 resta superiore ai 18mila euro ai prezzi del 2020.

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