Riduzione del contante: Alfano contro Saccomanni
Riduzione del contante: Alfano contro Saccomanni
Limitare l'uso del contante, per rendere tracciabili i pagamenti e colpire l'evasione fiscale. Il concetto non è rivoluzionario e il ministro dell'Economia, Fabrizio Saccomanni, lo utilizza con disinvoltura, nel corso della sua audizione in Senato sulla legge di stabilità, per indicare una delle potenziali fonti da cui attingere nuove risorse. Le sue sono valutazioni formulate in risposta alla domanda di un parlamentare. Ma innescano, subito, una dura reazione in casa Pdl, dentro e fuori il governo. "Certamente misure che rafforzano la tracciabilità dei pagamenti sono importanti e le terremo in considerazione: è necessario prevedere in questo campo una riduzione del ruolo del contante nei pagamenti perché la tracciabilità si ottiene solo attraverso l'utilizzo di canali rilevabili", dice il ministro. Questo, aggiunge Saccomanni, "è un punto su cui l'Italia resta ancora indietro e certamente un punto su cui vogliamo intervenire. Vorremmo anche fare sì che la lotta all'evasione sia quantificabile ex ante e possa essere determinato questo tax gap". A stretto giro, arriva la replica del vicepremier Angelino Alfano. Sceglie un tweet per sintetizzare tutta la sua contrarietà. "Il collega Saccomanni ritiene di intervenire per ridurre l'uso del contante. Noi la pensiamo all'opposto di lui". Al contrario, aggiunge, "occorre aumentare l'uso del contante e contrastare l'evasione consentendo di conservare scontrini e fatture e scaricare tutte le tasse. In America funziona e funzionerebbe anche qui".