Road-Show Dare Fondo ai Fondi

Road-Show Dare Fondo ai Fondi

Dare Fondo ai Fondi

Il Road-Show

Confcommercio-Imprese per l'Italia è da anni impegnata per diffondere capillarmente fra i propri associati la conoscenza dei valori su cui si fonda l'Unione europea. Tra le attività messe in essere, la Confederazione ritiene essenziale far comprendere appieno le opportunità che l'Europa offre, con particolare riferimento alle diverse forme di finanziamento europee potenzialmente a disposizione di cittadini e imprenditori.

Per questi motivi, in occasione dei 60 anni dalla firma dei trattati di Roma, Confcommercio - Imprese per l'Italia, con il supporto della propria Delegazione presso l'UE e della Rappresentanza in Italia della Commissione europea, avvia un road-show intitolato: "Dare fondo ai fondi: come usare al meglio le opportunità dell'UE".

Le tappe sul territorio corrispondono alle diverse Circoscrizioni elettorali del Parlamento europeo, ogni tappa sarà di una giornata articolata in due momenti: il primo (la mattina) si concentrerà sul ruolo dell'Unione europea, sulle prospettive e sulle opportunità di finanziamento (interverranno: Confcommercio, Commissione europea, Parlamento europeo, Autorità locali, Anci); il secondo momento è previsto nel pomeriggio con un workshop che si concentrerà sugli aspetti pratici dei bandi europei (sviluppo della metodologia per l'individuazione, la lettura di un bando e la preparazione di un progetto europeo; presentazione di una buona pratica locale).

Il 18 maggio, a Roma, nell'ambito del Consiglio confederale, il Presidente Carlo Sangalli, il Capo della Rappresentanza della Commissione europea in Italia, Beatrice Covassi, e l'incaricato per le politiche Ue di Confcommercio, Alberto Marchiori, daranno il via al road-show, le cui tappe sono:

  • Torino (circoscrizione Nord Ovest), venerdì 19 maggio
  • Palermo (circoscrizione Isole), lunedì 17 luglio
  • Padova (circoscrizione Nord Est), venerdì 15 settembre
  • Pistoia (circoscrizione Centro), martedì 19 settembre
  • Bari (circoscrizione Mezzogiorno), lunedì 16 ottobre.

La chiusura del road-show è prevista a Bruxelles mercoledì 29 novembre.

Premessa

Confcommercio ha sempre rivolto un'attenzione particolare ai finanziamenti europei che si sono succeduti nel tempo: dal 1981 abbiamo contribuito a cinque programmazioni dei Fondi strutturali e ad alcuni programmi di finanziamenti diretti. Molti nostri progetti sono stati finanziati, ma tanti altri sono stati rifiutati e dimenticati perché sono rimasti confinati a una categoria o a una zona geografica oppure perché non siamo riusciti a fare sistema.

Nel tempo abbiamo quindi perso tante opportunità. Soprattutto in questo momento di difficoltà economica dei nostri settori non possiamo trascurare le risorse finanziarie europee messe a disposizione dall'Unione europea che, nel Post 2020, rischieranno di diminuire progressivamente.

I finanziamenti europei sono un'occasione per il nostro sistema associativo e per le nostre imprese che, di fronte alla crisi economica, hanno bisogno di supporto e di strumenti per affrontare i cambiamenti che le mettono a confronto con la globalizzazione. Ciò significa investire localmente, consolidarsi e pensare a internazionalizzarsi integrando, anche e soprattutto, i sistemi digitali ("Go Digital"), nonché mettendo insieme le nostre risorse.

Per fare progetti dobbiamo abbattere quelle barriere - non solo strutturali, ma anche e soprattutto psicologiche e culturali - che ci impediscono di crescere e di accettare che il mondo si sia "rimpicciolito".

Dobbiamo aiutare le nostre imprese a superare questi ostacoli, dando il dovuto sostegno, come abbiamo sempre fatto, ma questo non basta. Occorre innovare il nostro supporto acquisendo e mettendo a disposizione dei nostri associati nuove competenze, attraverso la formazione e il ricorso ai tecnici dell'europrogettazione. Chiaramente ciò richiede, da parte del sistema, un adeguato coordinamento, un impegno politico a tutti i livelli (regionale, nazionale ed europeo) e soprattutto una volontà di investire sul futuro.

Oggi, la quasi totalità delle cose che facciamo passa dall'utilizzo di una "piattaforma": compriamo, vendiamo, condividiamo, diffondiamo, alimentando un mercato globale che, per il format d'imprese che rappresentiamo, rischia di seppellirci. Per le nostre imprese, pensiamo anche noi ad adoperare nuovi strumenti, a sfruttare il nostro sistema associativo, lavorando in rete. E questa è la direzione nella quale si stanno avviando diverse iniziative di successo a livello europeo.

Dobbiamo essere determinati e utilizzare al meglio le risorse messe a disposizione per ripartire e adeguarci ai modi di consumo che cambiano. Per accedere ai finanziamenti europei occorrono quindi: competenza, innovazione e cultura europea. I fondi rappresentano una risorsa importante, certo, gli ostacoli per accedervi non mancano, ma perseverare nel provare a intercettarli potrebbe essere una chiave di successo.

È questa la ragione per la quale abbiamo deciso di tornare sul territorio. Noi riteniamo necessario aumentare la consapevolezza dell'utilità di tali risorse al fine di diversificare le fonti di finanziamento per il sistema di imprese che rappresentiamo.

Nel definire le nostre priorità nelle politiche di nostro interesse, dobbiamo imparare a considerare l'approccio europeo e "prendere di petto" la questione dell'accesso ai finanziamenti, entrambi aspetti fondamentali per preservare e mettere in risalto il territorio per trarne il massimo vantaggio.

Lo facciamo nell'ambito di uno scenario europeo molto fragile: da una parte, proprio quest'anno si festeggiano i 60 anni del Trattato di Roma, che ci ha garantito un lungo periodo di pace, favorendo progressi economici e sociali; dall'altra, dobbiamo riconoscere che l'attuale contesto socioeconomico e politico dell'Unione europea è caratterizzato da un rallentamento della spinta innovatrice del progetto europeo, favorendo così un'ondata di euroscetticismo che sta stemperando il concetto, che era stato ricompreso nella bozza della Costituzione europea dei primi anni 2000, che vedeva una Unione in cui i Paesi e i Popoli europei fossero "Uniti nella Diversità".

L'Unione europea rimane indubbiamente un progetto politico ambizioso e potenzialmente di grande successo, che anche noi dobbiamo difendere.

Come ha dichiarato il Presidente delle Commissione europea, nel suo discorso sullo stato dell'Unione, "La nostra Unione europea sta vivendo, almeno in parte, una crisi esistenziale". Una situazione di stallo che potrebbe non solo stravolgere il progetto europeo, ma soprattutto indebolire le nostre economie.

Trincerarsi in un ritorno al protezionismo non fa bene, perché rischiamo di mettere a repentaglio la nostra economia, ma allo stesso tempo dobbiamo imparare a farci ascoltare e per essere ascoltati dobbiamo reagire e partecipare e, come ha dichiarato recentemente il nostro Presidente Carlo Sangalli, "se non si guarda al futuro non si può cambiare. La nostra sfida per gli anni a venire è, dunque, di offrire un contributo per rendere più produttiva l'impresa del terziario di mercato, quale che sia la sua dimensione". Attraverso il contributo da dare alle nostre imprese perché siano efficaci ed efficienti, dobbiamo capirle, anticiparne i bisogni e supportarle nelle loro strategie. Proviamo ad utilizzare quindi le risorse che l'Ue ci mette a disposizione.

Abbiamo il supporto della Rappresentanza della Commissione europea in Italia con cui abbiamo iniziato un percorso di collaborazione che ci assisterà non solo durante il nostro percorso, ma anche quando i nostri territori necessiteranno di informazioni/formazioni specifiche sulle politiche e sulle fonti di finanziamento esistenti.

Non possiamo più perdere tempo. In passato, abbiamo ottenuto risultati, anche importanti: l'innovazione nei servizi è stata riconosciuta a livello regolamentare dall'Ue e dalle Amministrazioni nazionali e regionali con stanziamenti complessivi per l'innovazione, ottenuti nei 7 anni, che superano i 100 milioni di euro. Gli investimenti sono stati sempre più integrati tra i vari settori del terziario (commercio-turismo-servizi) e con una maggiore complementarietà tra investimenti tecnologici e non tecnologici.

Il sistema è stato sensibilizzato sia sui fondi diretti che indiretti, abbiamo creato alcuni strumenti per facilitarne l'accesso, ma ci sono ancora lacune che dobbiamo colmare. Manca il senso partecipativo e di condivisione delle azioni e delle buone pratiche.

È indispensabile lavorare in modo sinergico tra di noi e con gli Enti locali e regionali dato che, in passato, l'Italia ha perso centinaia di milioni di euro per mancanza di capacità progettuali e professionali sia della nostra amministrazione sia della nostra rete associativa.

Abbiamo già fatto alcuni passi in avanti e ci siamo aperti al partenariato pubblico/privato con la firma del protocollo d'intesa tra Confcommercio e Anci per quanto riguarda la rivitalizzazione delle città. Per i finanziamenti diretti invece abbiamo una rete di consorelle nei vari paesi Ue che potenzialmente possono diventare nostri partner nell'implementazione di progetti europei.

Abbiamo quindi tutti gli ingredienti, aggiungiamo la nostra volontà e soprattutto il coraggio di osare di più!

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