Roadshow PMI: Fiscalità e Pmi: un fisco sostenibile per le piccole e medie imprese

Roadshow PMI: Fiscalità e Pmi: un fisco sostenibile per le piccole e medie imprese

Genova, 18 maggio 2009

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18 maggio 2009

Pagare tutti per pagare meno, ma anche pagare meno per pagare tutti. E’ da questo principio che dobbiamo partire se vogliamo porre un freno alla pressione fiscale e procedere in modo efficace al contrasto ed al recupero di evasione ed elusione. E, in particolare, in un periodo di crisi profonda per la nostra economia questo principio ha una valenza ancora più forte perché rappresenta una condizione necessaria per superare questo difficile momento.

E anche dall’indagine che presentiamo oggi emerge che per circa tre imprese su cinque la tassazione è molto elevata e non sostenibile; in estrema sintesi è eccessiva.

In realtà, il prelievo fiscale nel nostro Paese ha registrato in questi anni una crescita inarrestabile e ha raggiunto un livello tra i più alti in Europa, pari attualmente al 43% del Pil, un valore molto elevato, troppo elevato che penalizza le imprese e non aiuta certo la ripresa dei consumi. A questo proposito, le ultime rilevazioni del nostro Ufficio Studi segnalano che si è arrestata la caduta libera dei consumi anche se permane il segno meno. Con ogni probabilità, nei prossimi mesi ci dovrebbero, pertanto, essere dei timidi segnali di ripresa, ma è prematuro parlare di una ripresa tout court.

La conferma della “sofferenza” delle Pmi arriva anche dal nostro studio: 4 imprese su cinque vivono, infatti, la pressione fiscale e previdenziale-contributiva come un limite allo sviluppo e alla competitività e oltre il 60% delle Pmi ritiene che negli ultimi cinque anni sia aumentata in modo significativo.

Sulla fiscalità d’impresa, la nostra indagine segnala che il prelievo ritenuto più ingiusto dalle Pmi è l’Irap (35%), una tassa che grava solo sulle imprese e sui lavoratori autonomi per finanziare la spesa sanitaria. 

Sul fronte della semplificazione amministrativa, occorre accelerare l’introduzione di nuove politiche e nuove tecnologie per costruire un rapporto più facile tra imprese e Pubblica Amministrazione. Molte imprese (una su due) ancora oggi ritengono che questo rapporto sia “difficile” e le cause principali di questa difficoltà di dialogo sono soprattutto collegate alla complessità e al cambiamento continuo delle norme e degli adempimenti. Ci stiamo, quindi, adoperando per incanalare i rapporti tra imprese e uffici finanziari sui giusti binari di rispetto reciproco e di collaborazione.

Studi di settore

Gli studi devono rispondere, come sosteniamo in ogni sede e da tanto tempo, a principi di equità, selettività e territorialità. Ci auguriamo, pertanto, che questi principi vengano confermati nell’applicazione degli studi revisionati che dovrebbero essere pubblicati a breve. La crisi economica ha, infatti, acuito le difficoltà delle nostre imprese di rimanere sul mercato. Nel 2008 lo stock di imprese nel solo settore commerciale si è ridotto di quasi 40 mila unità. E nel solo primo trimestre del 2009 il saldo tra iscrizioni e cancellazioni nelle imprese del commercio al dettaglio è risultato in  rosso per oltre 10 mila unità, con effetti preoccupanti anche sul versante occupazionale. Quindi ci aspettiamo, e non vorremmo avere sorprese, che gli studi tengano in debito conto le reali ripercussioni che la crisi ha prodotto sulle piccole e medie imprese.

Federalismo fiscale

Il federalismo fiscale è un’occasione – difficile, non scontata, ma possibile – per affermare un solido principio di responsabilità, ad ogni livello istituzionale, nella gestione della spesa pubblica e, conseguentemente, nel ricorso alla leva della tassazione. Siamo, comunque, ancora di fronte ad un impianto di massima, allo “scheletro” del federalismo fiscale, cui dovrà seguire la sostanza dei decreti delegati. Occorrerà, anzitutto, fare chiarezza sui “numeri” del federalismo fiscale e confermare, cifre alla mano, il superamento del criterio dei livelli storici di spesa e l’adozione della metodologia dei costi standard ai fini delle politiche di perequazione tra le diverse aree del nostro Paese. Così come, nella concreta costruzione del federalismo fiscale, andrà confermato il rispetto dello Statuto del contribuente, giustamente assunto tra i principi di questa storica riforma.

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