Roma trainata dal terziario, ma il futuro fa paura

Roma trainata dal terziario, ma il futuro fa paura

Secondo una ricerca Format Research per Confcommercio Roma, le imprese che si occupano di turismo, servizi e commercio rappresentano l'86,3% del tessuto imprenditoriale. Ma la fiducia è al 38,1% rispetto al 42% a livello nazionale. Borghi: "esenzione fiscale per le nuove imprese".

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22 maggio 2018

E' il terziario il settore-locomotiva del sistema economico della Capitale ma tra gli imprenditori c'è paura per il futuro e si combatte contro abusivismo, burocrazia e pressione fiscale. In base a una ricerca condotta da Confcommercio Roma, in collaborazione con Format Reserch, nella Città Metropolitana di Roma le imprese che si occupano di turismo, servizi e commercio rappresentano l'86,3% del tessuto imprenditoriale e, nel 2017, registrano un saldo di crescita positivo, sebbene leggermente minore a quello nazionale. La ricerca di Confcommercio è relativa al primo trimestre del 2018 e si riferisce a circa 700 imprese del terziario privato. Il tema affrontato è la fiducia degli imprenditori e la valutazione degli ostacoli da fronteggiare. Rispetto alla situazione dell'economia italiana a Roma c'è una fiducia più bassa di quella registrata in Italia e cioè il 38,1% rispetto al 42% (il dato si ottiene sommando la percentuale di chi considera la fiducia migliorata più la metà di chi la ritiene invariata)"; il valore cresce se si considera la fiducia riposta nella propria impresa (48,2%). Non si può dire lo stesso circa le aspettative future perché il 65,8% degli imprenditori del terziario romano è convinto che nei prossimi anni l'Italia sarà un Paese fortemente impoverito mentre il 58% pensa che la voce degli italiani non sarà ascoltata dalle istituzioni. La paura per il futuro è ancor più evidente se si considera che solo il 33% delle imprese romane ha effettuato investimenti negli ultimi due anni e soltanto il 28,1% lo farà nei prossimi due. Anche l'accesso al credito è stato effettuato in prevalenza per la liquidità (59,7%) e meno per gli investimenti (18%). Ad alimentare questo clima di sfiducia ci sono tre ostacoli considerati determinanti per gli imprenditori del terziario romano e cioè la pressione fiscale (90,1%), la burocrazia (85,3%) e l'abusivismo (84,6%). Per questo il commissario di Confcommercio Roma, Renato Borghi, ha rivolto un appello alla Regione Lazio affinché ci sia "l'esenzione fiscale per le nuove imprese che sono linfa nuova per il tessuto economico. Poi, bisogna indire bandi che siano per piccoli progetti, per piccole imprese".

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