Ruote d'Italia: "La strada dell'equo compenso deve valere anche per l'autotrasporto"

Ruote d'Italia: "La strada dell'equo compenso deve valere anche per l'autotrasporto"

DateFormat

20 ottobre 2021

Un nuovo e significativo passo in avanti della legge sull’equo compenso per i professionisti con le tariffe stabilite dal ministero, rende giustizia ad una categoria. Ma perché altrettanto non avviene per le prestazioni di trasporto? Gli operatori del settore, da tempo, stanno attendendo che gli impegni dei Governi (non è solo l’attuale a non aver mantenuto le promesse) sui costi minimi della sicurezza e sulle regole di adeguamento per gli incrementi del prezzo delle fonti energetiche, vengano rispettati. Una richiesta da troppo tempo rimasta insoddisfatta. Pronunciamenti e sentenze della Corte europea, e della Corte Costituzionale (sarebbe sufficiente leggere le sentenze ed i pareri espressi) affermano che laddove i prezzi siano definiti da un soggetto terzo, purché di natura pubblica, sono perfettamente compatibili con i principi europei di libera concorrenza. Eppure, l’autotrasporto impatta sulla sicurezza dei cittadini.

Non ci inventiamo nulla di nuovo. La legge delega 30/05 ed i relativi decreti, introducono il principio della responsabilità condivisa per i componenti della filiera, al fine di assicurare il rispetto delle regole che sono alla base dei costi incomprimibili della sicurezza. Ad oggi, però, solo chiacchiere. Il settore, tuttavia, potrebbe anche decidere di aprire un contenzioso su tale aspetto, visti gli incrementi registrati su gasolio, Lng, Gpl…

Innanzitutto, occorre ripristinare la regola che qualche “amico della committenza” è riuscito ad eliminare. Se l’incremento o la riduzione del prezzo è significativo occorre che il ministero adegui i costi minimi. Nessuno deve ottenere guadagno o subire perdite ingiuste. Quando aumentano deve essere previsto l’incremento e quando diminuiscono la riduzione.

La situazione di oggi poi non tocca solo l’aspetto della giusta remunerazione o “equo compenso” come si è pensato di chiamare il sistema immaginato per i professionisti. Esistono molte aziende che per rispondere all’esigenza di operare a favore dell’ambiente hanno sostituito gli automezzi acquistando euro 6 di ultima generazione, oppure a LNG oppure a GPl. Ebbene gli incrementi di queste fonti energetiche li stanno solo penalizzando. Non vi è dubbio che l’obiettivo della riduzione delle emissioni debba essere perseguito con lo stanziamento degli investimenti necessari, ma non a discapito delle imprese di logistica e trasporto. Conftrasporto è totalmente consapevole e convinta della necessità di operare a favore dell’ambiente ma se il risultato è la penalizzazione per chi ha realizzato investimenti, si rende necessario porvi rimedio.

Il ministro interessato non potrà a lungo negare questa problematica perché il prezzo del gasolio o delle fonti alternative sta colpendo duramente le imprese di autotrasporto. Certo non aiutano le affermazioni del ministro della transizione ecologica che, forse imprudentemente, ha annunciato che intende annullare quei ristorni riconosciuti a settori definiti altamente inquinanti. Sarebbe la goccia che fa traboccare il vaso. Esistono gli impegni assunti che vanno mantenuti. Il ministro dovrebbe sapere che il trasporto su gomma non si annullerà; ciò che succederà, invece, è che i vettori italiani saranno sostituiti da quelli di altri Paesi, dove il prezzo del gasolio, grazie ad un’accisa inferiore, è meno impattante. Ma il signor Ministro è a conoscenza di quanti kilometri un automezzo, dotato di serbatoi che portano 1200 litri, può percorrere? Molto più di più di 3mila. L’idea va allora considerata meglio.  Appare chiaro che è giunto il momento di riaprire il confronto con le forze che rappresentano l’autotrasporto. Il momento non è dei più facili. I problemi del mondo dei trasporti non sembrano essere al centro dell’agenda dell’Esecutivo: gli annunciati interventi per migliorare l’accessibilità e la funzionalità, ad esempio nei porti, non sono stati ancora realizzati mentre sono state introdotte norme penalizzanti solo per le imprese nazionali sul green pass. Un esempio per tutti viene dai nuovi divieti che stanno per essere introdotti e che l’Austria, infischiandosene delle lettere incrementerà ulteriormente nel prossimo anno. Ma l’Esecutivo cosa intende fare? Eppure le Camere di Commercio hanno segnalato l’insostenibile situazione, e la stessa Dg Move ha messo in mora recentemente la Commissione europea. Presto verrà aperta un’azione legale nei confronti della Commissione europea. Ma saranno gli operatori del settore i promotori. Il Governo dovrebbe battere un colpo e mostrare ascolto se non vuole che i focolai divengano un incendio.

Paolo Uggè

Banner grande colonna destra interna

Aggregatore Risorse

ScriptAnalytics

Cerca