Ruote d'Italia: "Costi autotrasporto: i ministri si informino prima di diffondere malumore"

Ruote d'Italia: "Costi autotrasporto: i ministri si informino prima di diffondere malumore"

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27 ottobre 2021

Da tempo abbiamo evidenziato come, sui temi fondamentali, anziché documentarsi su studi approfonditi si preferisca la strada degli annunci e della superficialità. Sia ben chiaro che chi è al governo del Paese può in tutta libertà assumere le decisioni che ritiene utili. Non può tuttavia pensare di confondere le idee usando dati che non trovano riscontro nella realtà. Il trasporto italiano ha operato più di altri alla riduzione delle emissioni inquinanti.

All’inizio della attuale attività di governo abbiamo cercato di avviare una fase di conoscenza sui temi che le imprese di autotrasporto, ed in generale quelle della logistica, si trovano a dover affrontare ma abbiamo ottenuto poca attenzione, salvo qualche lodevole eccezione.

Accessibilità, connettività, permeabilità del sistema portuale e dell’arco alpino, fluidità nella mobilità, sono i temi che giocano un ruolo fondamentale per l’economia del Paese. Ovviamente è difficile sostenere che il punto di partenza non debba essere quello della politica dei trasporti, componente essenziale del sistema produttivo.  Non è certo nostra intenzione sottovalutare le questioni ambientali e temi come il potenziamento delle forme alternative al trasporto gommato, per questo siamo sostenitori delle interconnessioni come risposta in grado di rendere sempre più sicura e ambientalmente sostenibile la mobilità del nostro Paese.

Senza logistica e mobilità adeguata, il nostro sistema produttivo è costretto ad affidarsi ai servizi offerti dai vettori di altri Paesi. Molto spesso la competitività per unità di prodotto in una economia a flussi dipende dal controllo e dalla funzionalità del sistema logistico. Non è un caso che la Cina punti sullo sviluppo della logistica. Nuova linea ferroviaria balcanica e porti di accoglienza sono gli strumenti attraverso i quali punta ad essere competitiva nel mercato europeo.

In una situazione simile, il rispetto delle regole e i costi che gravano sulle imprese italiane sono i fattori principali che determinano la nostra competitività. il Senato ha affrontato questi temi con risoluzioni e sta raccogliendo i pareri delle realtà che rappresentano questo mondo, in particolare l’autotrasporto.

Due dati dovrebbero indurre a riflettere. Secondo Eurostat in dieci anni in Italia il cabotaggio attuato dai vettori esteri è incrementato del 62%. I viaggi effettuati da operatori nazionali sono scesi del 18% e nei Paesi Ue i traffici eseguiti dagli italiani si sono ridotti del 4%. Due le principali cause che si aggiungono a quelle sopra evidenziate: gasolio e costo del lavoro, che incidono dal 60% al 75% dei costi operativi delle imprese. Il costo del carburante è in tutta evidenza caratterizzato da una componente fiscale elevatissima, al quale si aggiunge il costo unitario del lavoro per Kilometro (0,43 €/km) che risulta il più elevato d’Europa.

Se a questi dati aggiungiamo gli effetti prodotti dalle azioni fraudolente di dumping sociale, come ad esempio quelle realizzate attraverso la pratica del distacco transnazionale, soluzione di comodo utilizzata anche da cooperative operanti al di fuori delle regole, il quadro assume contorni preoccupanti. Tali problematiche vanno affrontate adeguatamente, attraverso controlli mirati a ricondurre al rispetto delle regole.

Queste violazioni non riguardano solo il nostro Paese, da noi si aggiungono agli altri aspetti sopraddetti, ma trovano conferma anche da studi realizzati in altri Stati europei. Da un report redatto dal Comitè National Routier, emerge come esistano società che non svolgono attività effettiva nei Paesi di stabilimento, ma sfruttano le possibilità che la mancanza di controlli consente.

In questi ultimi tempi non si può scordare che, con l’infelice gestione della politica della permeabilità alpina (il caso Brennero è eclatante), con gli incrementi delle fonti energetiche (gasolio, Gpl, Lng ), con l’incredibile gestione del green pass che penalizza i vettori nazionali rispetto agli esteri e l’ostilità registrata sulla necessità di intervenire sui sistemi infrastrutturali e in mancanza di una adeguata politica dei controlli, il pericolo che le nostre imprese possano aprire forme di vertenza anche in forma autonoma, non è da sottovalutare. Bene, dunque, l’iniziativa portata avanti da alcuni Senatori ai quali proprio oggi presenteremo le nostre osservazioni e proposte. La speranza è che chi governa ne prenda atto e si attivi rapidamente.   

Paolo Uggè    

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