Ruote d'Italia: "Un sogno fallito"

Ruote d'Italia: "Un sogno fallito"

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10 dicembre 2020

Ricordo quante speranze ed aspettative erano sorte in noi della dirigenza Confcommercio quando l’ipotesi che il presidente Sangalli lanciò, se non ricordo male ai tempi del governo Prodi, trovò il consenso delle altre confederazioni. Obiettivo era far contare di più nelle scelte il mondo del commercio e dei servizi, e quello dell’artigianato.

In quei tempi a palazzo Chigi si usava tenere gli incontri nella “sala verde”, situata al terzo piano, in modo ufficiale. I veri accordi si raggiungevano però tra rappresentanti dei lavoratori e della Confindustria nelle sale del primo piano. In sostanza i piatti venivano cucinati e poi presentati alle parti.

La proposta del presidente Sangalli andò a segno e “Rete Imprese Italia” in breve tempo, anche perché era allora guidata da un leader politico, conquistò quel ruolo che le spettava, e questo non solo per il fatto che, a differenza di altri rappresentava milioni di imprese e di lavoratori, ma per la qualità delle proposte e di chi le presentava.

Immagino che l’idea fosse legata al potenziamento della rappresentanza unitaria. Ma, e qui è una mia sola interpretazione, anziché individuare una struttura che potesse avere potere decisionale, si scelse di creare, sotto la presidenza del sociologo professor De Rita, presidente del Censis, una struttura che ogni sei mesi si dava una nuova dirigenza (presidente e direttore). Personalmente ho sempre ritenuto, anche se non ho mai reso esplicito questo mio pensiero, che una turnazione così breve non avrebbe retto nel tempo. Così è stato. Anziché rafforzare lo strumento di rappresentanza si generarono le condizioni che tutti, anche quelli che non potevano certo competere con la nostra rappresentanza, avevano un riconoscimento.

Gli uomini mutano ed anche le intese politiche. Pochi sono in grado di restare con la schiena diritta nelle riunioni con vari Esecutivi. Noi lo avevamo chi era in grado di farlo. Per molti, invece, il richiamo ha sempre funzionato il richiamo “della foresta” e quando al Governo si insediava un partito al quale qualcuno faceva riferimento o si sentiva “legato” la posizione cambiava facilmente. E’ sempre stato così. Nel passato tale modo comportamentale veniva definito “cinghia di trasmissione” ed era utilizzato per i rapporti tra un partito ed un sindacato. Anche nel settore del trasporto era così. Chi contestasse questa ricostruzione mi è sufficiente fare riferimento ad un senatore responsabile dei trasporti, ormai defunto.

Occorre prenderne atto ma anche trovare delle vie d’uscita. Questa composizione ha consentito a chi non contava molto di aprirsi spazi nella rappresentanza ed ora che il quadro politico è in evidente mutamento si sente forse pronto a rappresentarsi da solo, magari rimescolando le carte.

Non dobbiamo certo recedere dal nostro modo di essere rappresentanti. In fatto di leaders presenti e futuri la nostra realtà associativa non teme certo confronti. Torneremo, nell’interesse delle tante imprese che nel tempo hanno dimostrato di avere fiducia in noi, ad operare in modo trasparente e limpido per tutelare nel modo migliore i propri interessi.  Nessun legame e nessuno potrà mai indicarci la strada migliore da portare avanti. Le scelte le faranno i nostri organismi ed i nostri leaders sapranno portarle avanti. Lì vedremo le vere differenze! Le alleanze saranno sui fatti e sulle proposte e con chi vorrà ricercare posizioni comuni. Noi questo è certo, saremo autentici difensori dei nostri interessi e non si potrà più far finta di essere alleati e poi consentire di colpirci alle spalle.

Il mondo Conftrasporto, che da poco sono tornato a rappresentare, agirà così. La nostra prima casa è e sarà la Confederazione. Le alleanze saranno possibili e verranno sostenute partendo da fatti. Poichè non esiste più la struttura alla quale fare riferimento, e non certo per scelta di Confcommercio. Alleati con tutti coloro che vorranno agire lealmente senza essere vincolati a prescindere con nessuno! Nel trasporto Unatras è un esempio. Ha ripreso ad essere interlocutore con il Governo quando con la nuova dirigenza ha deciso di operare nella ricerca delle posizioni comuni, lavorando per costruire gli obiettivi utili a tutti. Iniziamo il nuovo percorso anche a livello confederale, sicuri di avere in casa i migliori bomber. Con loro saremo in grado di fare tanti goal. Peccato, per Rete Imprese Italia una occasione sprecata!

 

Paolo Uggè

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