Ruote d’Italia: “tema energetico sempre più dominante e decisivo nel futuro”

 Ruote d’Italia: “tema energetico sempre più dominante e decisivo nel futuro”

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14 dicembre 2021

Si sviluppa sempre maggiormente il tema dell’energia legato alla, o forse meglio dire camuffato da, questione   ambientale. Si muovono interessi economici enormi, che impattano con aspetti di geopolitica e la storia ci insegna come nel mondo i grandi conflitti hanno sempre avuto come elemento scatenante gli interessi. “C’est l’argent qui fait la guerre” (sono gli interessi economici, i soldi, che innescano le guerre). Un modo di dire facilmente comprensibile presente nel mondo da sempre.

Oggi, assumendo a riferimento il tema ambientale ed i cambiamenti climatici, veri oppure no, l’argomento sta sempre più prendendo piede e sarà dominante per diverso tempo. Le fonti alle quali si farà ricorso e che diverranno dominanti stanno già scatenando stravolgimenti che coinvolgeranno cittadini, sistemi produttivi ed in sostanza la vita futura. I dati con i quali spesso si alimenta il dibattito sono diversi e talvolta contrastanti tra loro. Una delle “favole” sulle quali spesso si dibatte è quella della predominanza, nel trasporto delle merci, della modalità gommata. Proprio in una conferenza stampa di questi giorni, l’UNRAE, l’associazione dei costruttori di veicoli industriali, ha affermato che nel nostro Paese il peso del trasporto su gomma è pari al 66% del totale, contro una media dell’80% dei Paesi direttamente paragonabili, come Germania e Francia. Una prova, proveniente non certo da fonti riconducibili al mondo associativo dell’autotrasporto, di come molte analisi che imputano all’autotrasporto italiano una quota che supera il 90%, vadano di fatto ridimensionate.

Conftrasporto da tempo ha posto al centro del suo operare i temi ambientali e del cambiamento climatico. Le attività di trasporto che in confederazione sono allocate, associativamente parlando, sono particolarmente interessate al problema. Sul tema ogni realtà operante nel settore energetico ed economico presenta la propria visione. Immaginare che le diverse soluzioni prospettate siano neutrali, rispetto ai rispettivi interessi, sarebbe indice di grande ingenuità. Conftrasporto, ha ripetutamente affrontato il tema nei Forum annuali di Cernobbio e ha continuato a farlo anche nell’ultimo, tenutosi a Roma poche settimane fa. Per la confederazione, è essenziale improntare le soluzioni sul valore imprescindibile della neutralità tecnologica e adottare una visione corretta che non dimentichi come nella valutazione dei dati sulle emissioni di CO2 si debba partire dal “pozzo” per la misurazione. La tanto decantata soluzione elettrica è certamente vantaggiosa se si evita di tenere in giusta considerazione come l’elettricità venga prodotta. Non nasce in natura né sorge dal nulla! O si utilizzano gas e carbone oppure l’energia nucleare.

Credo che, ma questo è un parere di chi scrive, l’energia nucleare, come ha sostenuto in questi ultimi giorni il ministro della transizione ecologica, sia la soluzione più adeguata e meno impattante. Nessuno, quando si parla della soluzione elettrica, sembra tener conto di come le batterie, ad oggi, abbiano problemi di tenuta, di durata in relazione alle temperature e di smaltimento, così come non si tiene conto che l’effetto rotolamento (le gomme sull’asfalto) continuerà a produrre inquinamento, non in modo irrilevante, ma soprattutto a determinare danni alla salute dei cittadini. Nessuno parla più delle conseguenze sulla salute dei cittadini. Insomma, il tema è complesso e va affrontato sotto tutti gli aspetti possibili per non divenire solo uno strumento di lucro per qualcuno e di penalizzazione per altri.

L’anno che verrà avrà tra i temi centrali proprio il tema Inquinamento e le relative soluzioni. Pensare di penalizzare alcune categorie è una strada da non perseguire. Conftrasporto non lascerà nulla di intentato affinché sia individuata una soluzione che non penalizzi alcuna attività. La Fai, che rappresenta il mondo dell’autotrasporto, si è già espressa nell’ultimo consiglio nazionale ed è pronta a ricorrere a forme eclatanti di protesta se le scelte dell’Esecutivo fossero penalizzanti rispetto alle scelte politiche adottate fino ad oggi in perfetta intesa con i governi.

Il 2022 vedrà il tema ambientale centrale nelle politiche del Governo. Ciò che è importante è che le scelte tengano nella adeguata considerazione le conseguenze che innescheranno. Nessun dogma verrà accettato passivamente. Troppe le realtà coinvolte. Dalla sopravvivenza delle imprese di un intero settore agli stessi lavoratori, che rischiano di subire a loro volta le conseguenze. Queste sarebbero ragioni atte non certo a dar corso a scioperi di matrice politica, come quello che è in programma per domani, ma ad indurre chi ha la responsabilità di governo a tener conto di esigenze complessive e non parziali.        

Paolo Uggè

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