Ruote d’Italia: "le imprese hanno necessità di certezze e non di annunci"

Ruote d’Italia: "le imprese hanno necessità di certezze e non di annunci"

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14 ottobre 2020

Inizio questo mio contributo settimanale complimentandomi con ministro dei trasporti Paola De Micheli per aver posto, speriamo anche fine, ad una situazione che rischia di originare solo incomprensioni e preoccupazioni all’intero mondo del trasporto.

Faccio riferimento ai ripetuti interventi del ministro dell’Ambiente Costa che, forse perché non aggiornato a sufficienza sul perché alle imprese di autotrasporto viene garantita, in perfetta aderenza con una direttiva europea, la possibilità di compensare 0,21 centesimi di litro sul valore dell’accisa, annuncia ad ogni piè sospinto una tassazione nei confronti dei cosiddetti “inquinatori”.

Al ministro dell’Ambiente abbiamo consigliato di leggere, non solo il risultato dello studio predisposto dall’ufficio di Confcommercio sul tema inquinamento, ma soprattutto quanto corrisponde allo Stato, per il presunto danno ambientale, il settore del trasporto merci. Esiste una relazione, approvata in Commissione trasporti alla Camera, bollinata dalla Ragioneria dello Stato, che dimostra quanto la misura individuata con i Governi precedenti, produca soluzioni positive sia in termini di entrate fiscali sia per sicurezza dei cittadini, grazie a misure che favoriscono la sostituzione del parco circolante inquinante.

Nonostante l’invito al confronto la scelta del ministro viene sempre riproposta. Questo comportamento, aggiunto agli interventi che la rappresentanza unitaria dell’autotrasporto, Unatras, deve aver indotto ll ministro Paola De Micheli ad annunciare con determinazione Che “se ci fosse l’idea di aumentare l’accisa si opporrà con forza”. Bene!

A nostro avviso la scelta annunciata è frutto di una idea preconcetta da parte del ministro dell’ambiente, o dei suoi collaboratori, che non si comprende se abbiano deciso di aprire lo scontro con una categoria che opera per consentire alla nostra economia di essere competitiva sui mercati internazionali. Se si vuole lo scontro ci sarà! Non accetteremo di subire le conseguenze di pregiudizi ideologici.

Il Paese e le imprese di autotrasporto vivono le conseguenze della situazione di emergenza ed oggi sarebbe più opportuno posporre ogni decisione che impatta negativamente con il settore. Questo si dovrebbe fare. Staremo a vedere.

La posizione annunciata dal ministro dei trasporti è certamente positiva ma purtroppo, troppo spesso si è dovuto constatare come gli impegni restano nel campo degli annunci, magari non per espressa scelta di chi li ha assunti, ma per ragioni di equilibri di governo.

E’ il caso della realizzazione della necessaria connettività che deve essere assicurata in tempi brevi e che viene, a parole, spesso enunciata nei convegni. Senza una connessione adeguata viene meno l’accessibilità necessaria a dare competitività al sistema. Questo lo si dovrebbe sapere. E’ vero, come puntualmente ricorda il presidente di Confindustria Bonomi, che il sistema produttivo è determinante per risalire la china nella quale ci ha precipitati la gestione della pandemia (speriamo che non ci si ricada). Il presidente di Confindustria tuttavia sa bene che senza una adeguata connessione del sistema dei trasporti ed una adeguata organizzazione logistica le merci prodotte rimangono nei piazzali di chi le produce e non raggiungono i mercati di destino. Dunque il tema è determinante.

Qui torniamo ai troppi annunci che devono essere abbandonati e sostituiti dalle certezze. Pare che nel Governo esistano posizioni difformi sulla necessità di realizzare le infrastrutture. Esistono progetti già approvati e finanziati ma fermi da tempo. Penso alla Gronda di Genova, alla Tav o al Ponte sullo Stretto. Assistiamo invece ad una persistente abitudine “dell’utilizzo dell’annuncio” che non solo è comodo perché sposta in là il traguardo per la realizzazione delle opere stesse, ma, a causa gli atteggiamenti preconcetti nei confronti di quelle opere invece necessarie e per avvicinare il Nord al Sud, ritarda ulteriormente quello che invece si potrebbe avviare e realizzare in tempi rapidi.

Viviamo momenti economici difficili e complessi. Proprio sul Ponte dello Stretto la ministra dei trasporti si è espressa a favore della sua realizzazione. Se però si indirizzano quelle risorse per opere che ipotizzano altri collegamenti per la realizzazione dei quali occorre pensare ad un tempo almeno di sette o più anni, la finale della storia è che non si realizzano le opere annunciate nel “Piano Italia Veloce”. Il Paese deve potersi connettere ed in gran fretta. Avviamo quello che è già pronto a partire, anche se iniziato da altri Esecutivi. Le infrastrutture non sono né di destra né di sinistra, ma utili al Paese.     

Paolo Uggè

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