Ruote d’Italia: “smettiamola di giocare con la sicurezza ed ascoltiamo il Presidente Mattarella”

Ruote d’Italia: “smettiamola di giocare con la sicurezza ed ascoltiamo il Presidente Mattarella”

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16 giugno 2021

Ne ho parlato nei giorni scorsi di quanto per il nostro Presidente della Repubblica e per il titolare del ministero dell’Interno la sicurezza sia un punto fermo indiscutibile per ogni Paese civile.

Come non essere d’accordo. Purtroppo esistono personaggi che riaffermano, anzi aprono disquisizioni approfondite su tale valore ma nel loro operare quotidiano non danno attuazione a nulla dei principi sui quali disquisiscono. Vogliamo parlare delle 108 tonnellate?

Lo fanno importanti operatori  della committenza, dei trasporti ma anche purtroppo delle Istituzioni. No cari signori così non va!

Le tariffe obbligatorie sono, anni or sono, state sostituite con un sistema impostato sulla responsabilità di filiera tra tutti i soggetti che partecipano ad una attività di trasporto. Le tariffe erano divenute un sistema negativo che colpiva solo le imprese nazionali e non quelle estere libere, dopo l’avvio del libero mercato, di potersi offrire ai committenti (soprattutto gli intermediari in cerca del prezzo più basso) a tariffe stracciate. Per avvicinarsi alla copertura dei costi i vettori erano indotti a non rispettare le norme di sicurezza sociale e della circolazione. Il decreto legislativo n. 286/05, in applicazione della legge 32/05, provvide con norme chiare e precise a contrastare i fenomeni di sfruttamento e di insicurezza introducendo il principio della responsabilità condivisa. Bisognava solo darne applicazione.

Le rappresentanze del settore, d’intesa con il ministero trovarono, per facilitare l’applicazione della norma, nei costi minimi della sicurezza la strada idonea. Naturalmente , anche grazie all’inadeguatezza di qualcuno, il provvedimento attuativo realizzato male, venne impugnato ed annullato. Non solo ma  una campagna di informazione fece credere che tali costi erano incompatibili con i principi comunitari del libero mercato. Falso! successivamente pareri della Corte di Giustizia e della Corte Costituzionale riaffermarono come i costi della sicurezza e della circolazione, definiti da un organismo pubblico terzo, erano invece totalmente compatibili. Da qui le richieste delle rappresentanze dei trasportatori di riottenerne la pubblicazione sul sito del dicastero. Richiesta, peraltro, non compiutamente ancora soddisfatta. Ma il principio della sicurezza?

Ora, se ne parla poco, è iniziato l’anno nel quale tutti i paesi europei dovranno dare attuazione al Reg. U.E. definito ERRU che prevede la trascrizione sul Registro  delle infrazioni alle norme sulla circolazione stradale.

Una sorta di patente a punti che porterà alla cancellazione o sospensione delle imprese che violeranno le norme sulla circolazione stradale. Obiettivo garantire la sicurezza. Una sorta di patente a punti. Il problema che trattandosi di un Regolamento, entrato in vigore nel 2021, non potrà essere disapplicato a lungo.

Forse una attenzione ed un coinvolgimento maggiore delle rappresentanze della categoria sarebbe stato il minimo da parte del ministero. Soprattutto ora che una sorta di “competizione” si scatenerà tra l’Autorithy dei trasporti e l’Albo. Ecco perché, anche alla luce di recenti episodi che sono balzati all’attenzione delle cronache in questi giorni, la ricostituzione dell’Albo degli autotrasportatori deve essere gestito con tanta oculatezza. Non so se risponda a tale principio includere nel nuovo Albo rappresentanze che non abbiano i requisiti previsti per legge. Non dimentichiamo che i compiti assegnati al Comitato dell’Albo impattano sulle norme che in tutta evidenza hanno a che vedere con l’attività della categoria.

Ecco perché credo che gli appelli sul rispetto delle norme che garantiscano la sicurezza del Presidente della Repubblica e del ministro dell’Interno debbano essere tenute in adeguata considerazione. L’Italia ha adottato, per prima in Europa, principi che avrebbero dovuto portare ad un maggior rispetto delle regole, grazie al coinvolgimento nelle responsabilità della filiera. Generare indebolimento dell’organismo principe, consentendo la presenza di chi non possiede i titoli, significa generare lo spazio per chi vuole sostituirsi ad esso e soprattutto indebolire l’impianto immaginato per dare regole atte a garantire più sicurezza.   

Paolo Uggè

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