Ruote d’Italia: “questa crisi non ci voleva”
Ruote d’Italia: “questa crisi non ci voleva”
La situazione politica che si è venuta determinando negli ultimi giorni non può non lasciare perplessi. Ormai il dado è tratto e con lo scioglimento delle Camere e la fissazione della data delle prossime elezioni siamo entrati in una fase che rischia di mettere il Paese e tutte le sue attività in grave difficoltà.
Per comprendere la dinamica dell’accaduto, credo sia dirimente rispondere ad una domanda in particolare: perché, una volta ottenuta la fiducia al Senato con 172 voti, il premier in carica, anziché procedere alla sostituzione dei componenti dell’Esecutivo (ministri e sottosegretari) che non l’avevano votata, abbia invece scelto di rimetterla nuovamente al giudizio delle Camere?
A voler sentire un esperto come Cacciari, ex sindaco di Venezia, la ragione per cui il Primo Ministro, dopo la defezione dei Cinque Stelle, ha scelto di non procedere alla formazione di un nuovo esecutivo risiede nella volontà di non rafforzare i partiti di centro destra. Se così fosse, la crisi sarebbe stata generata da una scelta di opportunità, rispettabile quanto personale. Non siamo in condizioni di esprimerci sull’esattezza di una ricostruzione simile. Dobbiamo prendere atto invece che, vera o meno, esiste un’altra possibile ragione che avrebbe indotto il presidente Draghi a non proseguire con l’esperienza di Governo, ed è la sua intenzione di non esporsi ad eventuali ricatti delle forze politiche che avrebbero potuto rendergli difficile governare, ponendo richieste non accettabili. Non posso dire quale delle due ricostruzioni sia la più attendibile. Certo, la crisi che si è aperta si regge sulle valutazioni che il Presidente ha ritenuto di fare e quindi è dipesa anche dalla sua volontà.
Ora parte la campagna elettorale e noi non potremo restare immobili. Il nostro settore necessita di interventi forti e risolutivi su diversi fronti. Penso ad esempio al grande tema della transizione ecologica, che dovrà essere attuata attraverso misure che tengano conto del principio di neutralità tecnologica ed energetica e di tempistiche adeguate, anche alla luce del diverso impegno profuso su questo fronte da altre economie del mondo, che certamente producono percentuali di CO2 molto più elevate dell’Europa. Tutti argomenti delicati e, per le nostre attività, essenziali. Altrettanto importante è sondare la reale intenzione delle forze politiche in campo di affrontare i temi di politica dei trasporti con una visione diversa. Basta con le scelte unilaterali di Paesi come l’Austria che penalizzano nei collegamenti internazionali il nostro sistema; si riapra il confronto dialettico con il mondo delle imprese; si operi per garantire una sicurezza reale sia per gli utenti che per i lavoratori, anche attraverso un rilancio delle attività degli uffici periferici del ministero che debbono in tutti i sensi riprendere ad operare per garantire sicurezza, funzionalità e rispetto delle regole. Ovviamente il tutto in una cornice di normative che tutelino l’ambiente e la salute. Per questo noi riproponiamo che si torni a rimettere al centro la politica dei trasporti, delle infrastrutture e della logistica sostenibile. Prima si devono compiere le scelte politiche, poi realizzarle nel rispetto della sicurezza e dell’ambiente.
Su questi temi essenziali ed impegnativi interrogheremo le forze politiche ed esse dovranno fornire risposte. Noi ci interfacceremo quelle che saranno disponibili ad un confronto e metteremo a disposizione dei nostri operatori le risposte ricevute. Ovviamente ognuno deciderà a chi dare il proprio consenso. Questa volta tenendo ben presente le conseguenze che le astensioni hanno portato alle nostre imprese e senza mai scordare che senza una partecipazione attiva dei cittadini alla tornata elettorale, saranno altri a decidere.
Le esperienze fatte fino ad oggi dovrebbero insegnarci qualcosa. Dobbiamo convincerci che legittimamente vi sono modi di pensare molto diversi, se non addirittura aprioristicamente penalizzanti, nei confronti delle nostre attività. Noi abbiamo il diritto di difenderci. Conftrasporto/Confcommercio c’è!
Paolo Uggè