Ruote d'Italia: "La rabbia si estende, tra incertezza e misure contradditorie"

Ruote d'Italia: "La rabbia si estende, tra incertezza e misure contradditorie"

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28 ottobre 2020

Non voglio venir meno a quanto affermato nei giorni scorsi ma le scelte del Governo, ancora una volta di non facile comprensione, mi costringono ad affrontare l’argomento Covid.

 

Come qualcuno ha evidenziato l’attività del trasporto viene coinvolta in queste misure. Meno acquisti in genere (le preoccupazioni sul futuro hanno rilevanza nelle scelte) riducono la produzione ed i consumi. La conseguenza è che le ricadute toccano i trasporti. Non è una previsione o una lamentazione ma deriva dalle esperienze già vissute.

 

Nei diversi interventi, pubblicati in questi giorni, si indicano i trasporti, in genere, come le attività sulle quali intervenire. Comprendo il riferimento anche se non vorrei che la “caccia all’untore” finisse poi per ricadere anche sul mondo che proviamo a rappresentare. Alcune misure sui servizi alle persone e le limitazioni alla mobilità rischiano di riguardare anche il mondo che rappresentiamo.

 

Un dato è certo oggi sarebbe necessario avere un punto fermo che parli per tutti! Troppi chiacchierano sui temi che impattano con il futuro delle imprese e della gente, senza sapere di cosa parlino.

 

Le misure poi mi sembrano molto contradditorie. Nelle città bisogna favorire la mobilità privata quindi non servono i restringimenti delle sedi stradali, le aree pagamento o a traffico limitato. Occorre far prevalere la cultura della mobilità, non del divieto. La prima misura che dovrebbe avere una risposta univoca da parte del Governo è dunque sospendere tutti i provvedimenti che ostacolano la mobilità privata. Vi è poi un settore che impatta con la mobilità ed è la scuola. Perché non suddividere i periodi di insegnamento in tre fasi? Mattina, pomeriggio ed anche sera (molti degli italiani hanno frequentato le scuole serali e non hanno certo un grado di istruzione più basso degli altri). Esistono inoltre insegnanti in attesa di collocazione ai quali far ricorso per tutto l’anno scolastico. E’ un grande sacrificio?

Ma cosa rispondere a coloro ai quali viene limitata per la seconda volta l’attività ed ai quali si limita la libertà di intraprendere? Mi riferisco ai gestori di bar, ristoranti, palestre, etc) qualcuno potrebbe eccepire il costo. Ma quanto si è speso per inutili banchi a rotelle?

 

Si finisca con gli annunci continui e costanti di “personaggetti” in cerca solo di notorietà quando non di vantaggi personali. In una situazione di emergenza si ricorre al migliore. Non è detto che oggi chi ricopre cariche di governo lo dimostri sempre. Invece abbiamo chi ha dimostrato di saper fare.

Infine smettiamola con gli annunci di messe a disposizione di risorse che poi non vengono assegnate (oltre tutto la libertà non si compra e non ha prezzo!) Su un giornale economico nazionale è stato evidenziato che sono fermi da dieci mesi 20 miliardi assegnati per il 2020.

 

Ferrovie, Anas etc non sono riuscite ad iscrivere nei bilanci le risorse perché in attesa della ripartizione, che deve essere effettuata con un DPCM anche se questo non si fa. In aggiunta siccome è previsto che si debba intervenire con i decreti emanati dalle amministrazioni beneficiarie, atti che debbono essere registrati dalla Corte dei Conti, i tempi, per forza di cose, si allungheranno e le risorse annunciate ritarderanno, sempre che arrivino. Dai dati riportati e da calcoli è poi prevedibile che si possano erogare sulle risorse di 20 Miliardi annunciate per il 2020- 2022 solo 1.730 milioni (il Governo deve, se può, smentire queste ricostruzioni che non sono nostre ma appartengono ad una prestigiosa testata giornalistica economica.

 

I mancati trasferimenti economici, annunciati e non mantenuti; i divieti inutili e stupidi, (la movida e gli assembramenti non si eliminano con le misure da coprifuoco.) Inoltre se circolo di notte sulla mia vettura o cammino, da solo, non spargo il virus. Sono invece la comunicazione incerta ed a senso unico che alimenta le proteste. Certo che le azioni di “guerriglia urbana”, sempre da condannare, andrebbero evitate perché non fanno altro che il gioco di chi vuole tenere in mano il guinzaglio. La situazione, tuttavia, si aggrava.

 

Le imprese del trasporto, come già fatto, continueranno a garantire i servizi necessari al Paese per non chiudere. Speriamo che non esca qualche esperto di zanzare o di storia a proporre misure che impattino negativamente anche sulla nostra attività.

 

Se qualcuno avesse la pazienza di rileggere considerazioni scritte nei mesi scorsi nelle comunicazioni di Conftrasporto, troverà l’ipotesi che in autunno e se si continuerà così il rischio incrementerà, avremmo assistito a forme di intemperanza e di protesta. Ci siamo arrivati, grazie alla responsabilità di chi, potendo dimostrare con i fatti la stoffa del leader o almeno di uomo di governo, non è riuscito, forse perché mal consigliato, a gestire quella che sta divenendo una matassa sempre più difficile da sbrogliare. Spero di no ma prepariamoci al peggio.

Paolo Uggè

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