Ruote d’Italia:  “a Bruxelles nulla di nuovo sotto il sole, abbiamo pensatori geniali”

Ruote d’Italia:  “a Bruxelles nulla di nuovo sotto il sole, abbiamo pensatori geniali”

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30 novembre 2021

Viste le recenti performances realizzate nella gestione della pandemia e della crisi climatica, non suscita nessuna meraviglia l’ultima trovata dei nostri pensatori europei. Quello che preoccupa è, invece, il dover prendere atto che siamo nelle mani di improvvisatori e di una “intelligentsia” che prova a dimostrare di avere idee nuove mentre in realtà non fa altro che copiare, e che presenta piani di sviluppo che peseranno sulle finanze dei cittadini europei nel prossimo futuro. Se poi funzioneranno o saranno effettivamente realizzati è tutto da vedere.

Era il 1984 quando l’allora Commissario europeo per i Trasporti, Karel Van Miert, propose, con il placet della Commissione europea, di collegare l’Europa attraverso le così dette “reti trans-europee di trasporto”, o corridoi TEN-T. L’obiettivo era quello di creare le condizioni per una maggiore competitività dell’economia europea rispetto agli altri attori globali. Non starò a ricordare, l’ho già fatto altre volte, come l’Italia, grazie ad un Ministro che sapeva discernere cosa fosse necessario per un Paese come il nostro, riuscì ad aggiudicarsi ben quattro dei dieci corridoi ritenuti essenziali.

In questi giorni, su un quotidiano tedesco, è apparsa la notizia di uno strabiliante progetto della Presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen. In sostanza, la geniale Presidente ha lanciato, con grande entusiasmo, il “Global Gateway”: la risposta Europea alla “Via della Seta” realizzata dal Governo cinese. Si prevede uno stanziamento di ben 40 miliardi di euro per dar vita ad una grandissima rete infrastrutturale intra e intercontinentale. Che geniale ed originale pensata! Opere che collegheranno i Paesi europei e quelli a noi vicini, a cominciare dall’Africa. Quindi opere ed autostrade, gallerie, porti e ferrovie. Si darà così lavoro a migliaia di tecnici e operai. Complimenti, dunque, è stato trovato l’uovo di Colombo.

Una domanda tuttavia mi sorge spontanea. L’idea del Global Gateway è strettamente legata al Green Deal, che consentirà all’Europa tra il 2035 ed il 2050 di azzerare le emissioni climalteranti. Ma come pensiamo di raggiungere nei tempi previsti gli obiettivi scaturiti dalle “idee gretine” (forse meglio definirle “cretine”) se cinesi, indiani, russi, americani e africani non sembrano avere la nostra stessa urgenza? Ricapitolando: utilizziamo risorse dei Paesi europei, quindi anche nostre, per realizzare la transizione energetica, poniamo intanto delle limitazioni ai nostri sistemi produttivi ed all’utilizzo dei combustibili fossili, ma al contempo lasciamo che altre economie continuino ad inquinare ed a farci concorrenza. Forse sarò meno intelligente dei nostri pensatori europei, e spero verrò perdonato, ma non è che ci facciamo del male da soli?

Inoltre, come si farà a realizzare tutte queste opere se ci troveremo senza motori a gasolio necessari per muovere i camion inquinatori, le macchine da lavoro etc.? Ci vorranno anni, forse decenni, prima che i progetti immaginati dai geniali burocrati europei vengano approvati, appaltati, avviati e infine terminati. Ho pertanto ragione di sospettare che per il 2035 non solo non avremo finito queste meravigliose opere ma probabilmente non le avremo neppure iniziate.

Certamente le soluzioni sono già state immaginate. Le torri a vento e le celle fotovoltaiche produrranno l’elettricità necessaria a soddisfare il nostro fabbisogno energetico in tempi rapidissimi. Così anche le navi che attraccheranno nei nostri porti troveranno, sui moli, le colonnine per ricaricare i motori. Fantasie? No! Basta leggere i comunicati stampa sul tema delle fonti alternative per poter maturare certezze in merito.  Ma forse faccio male a dubitare delle capacità che i nostri gnomi eurocrati di Bruxelles posseggono. Loro, è certo, avranno già pianificato tutto.

Personalmente, concordo con l’analisi pubblicata recentemente su Sputnik da Mario Sommossa, che mi permetto di riproporre unitamente ad una domanda che mi ronza per la testa. Non è che questi “geni” ci stiano prendendo in giro? Certamente, anche su questo concetto mi ripeto, non potremo rinfacciarglielo perché nel 2050 questi pensatori del futuro non saranno più nei posti dove oggi si trovano. Saranno le nuove generazioni invece, quelle che ne subiranno le conseguenze o, speriamo, ne godranno i benefici. Ma poiché “l’ottimismo è il profumo della vita”, come diceva in un messaggio pubblicitario di qualche tempo fa Tonino Guerra, non ci resta che sperare, anche se un altro detto popolare, questo tutto italiano, dice come finiscono coloro che vivono sperando….  

 

Paolo Uggè

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