Ruote d'Italia: "dall'Autorità bancaria europea un brutto regalo"

Ruote d'Italia: "dall'Autorità bancaria europea un brutto regalo"

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6 gennaio 2021

Il 6 gennaio si festeggia la festività dell’Epifania che solitamente è portatrice di regali per i più piccini. Purtroppo non certo la Befana ma l’Autorità bancaria europea, ha pensato di sostituirsi alla dispensatrice di regali, ed ha messo in moto un meccanismo che finirà per essere la fine per molti operatori, in particolar modo di piccola e di media dimensione.

Secondo le norme vigenti al 31 dicembre un debitore era considerato in default se aveva dei pagamenti arretrati per più di 90 giorni in misura pari al 5% del suo debito. Dall’1 gennaio la percentuale cala all’1% ed entrano in gioco anche altre due soglie: debiti per 100 euro per le famiglie e 500 euro per le imprese. I soggetti saranno considerati in default e resteranno in tale situazione per ulteriori 90 giorni, anche dopo aver coperto il “buco”. La possibilità che con il pagamento si possa superare la condizione di insolvente, oggi esistente è stata inoltre eliminata.

Certamente un modo singolare per aiutare le imprese già provate dalle conseguenze della pandemia che ha provocato il calo dei consumi.

Il fatto che molti operatori del trasporto si potrebbero trovare in quella tragica situazione è abbastanza reale, soprattutto se si pensa, ad esempio, ai tempi di pagamento che taluni sono costretti ad accettare se intendono mantenere il cliente, che diverse volte è anche la stessa Pubblica Amministrazione. Basterebbe pensare alla vertenza aperta ad esempio con l’Ilva e ad altri committenti, in ritardo con i pagamenti.

Ecco che uno dei problemi, poco considerati fino ad oggi, potrà divenire un elemento dirompente e parlo dei tempi di pagamento. Si dovrà trovare una soluzione. Proviamo a pensare le conseguenze per un certo tipo di imprese costrette a fare da “banca” ai loro clienti. Come riusciranno ad ottenere o mantenere i rapporti in essere con gli istituti di credito ai quali è stata tolta anche qualsiasi possibilità discrezionale di una valutazione “elastica”?

Se a questo aggiungiamo che una norma ulteriore (per ora l’entrata in vigore è stata prorogata), imporrà alle imprese di dover ricorrere ad un esperto contabile che tenga sotto controllo la gestione amministrativa per le imprese di piccola dimensione, il quadro si complica. Il professionista avrà le stesse responsabilità di un componente del collegio sindacale, già previsto per le imprese più strutturate. Ritengo automatico, per non incorrere in responsabilità penali, che il “controllore” segnalerà i casi di possibili rischi di default con il risultato drammatico di compromettere la possibilità di proseguire l’attività per le imprese di piccola dimensione. Se si perde la capacità finanziaria viene meno il requisito per poter esercitare l’attività di autotrasportatore. E la politica che fa?

Un quadro certamente preoccupante se viene a collegarsi con le conseguenze sul fatturato che certamente investiranno anche il settore del trasporto e della logistica nei prossimi mesi. Meno consumi; significa meno produzione e naturalmente meno merce trasportata, quindi meno introiti.

Occorrerà tener conto anche delle scelte che le imprese potrebbero essere costrette a compiere sui livelli occupazionali che insieme alla criticità, come sopra accennato sul credito, sarà una miscela che rischia di divenire esplosiva.

Conftrasporto/Confcommercio sarà ovviamente, tramite le federazioni aderenti, in prima linea per tutelare la permanenza sul mercato di tante imprese e dei loro lavoratori. Le imprese dovranno stare all’erta; ma non potrà sottovalutare i rischi di fenomeni di protesta sociale anche chi governa il Paese.   

Paolo Uggè

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