Ruote d’Italia: “non alziamo polveroni, ma affermiamo la realtà dei fatti”

Ruote d’Italia: “non alziamo polveroni, ma affermiamo la realtà dei fatti”

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8 febbraio 2023

La campagna elettorale in corso, come ho già avuto modo di rilevare, coinvolge due delle regioni più popolose d’Italia. La posta in gioco è indubbiamente alta e ciò spiega perché i toni si siano oltremodo inaspriti tra alcuni pseudo leaders, forse ignari di come i “polveroni” contribuiscano solo ad allontanare la gente dalla politica che, come diceva, invece, San Paolo VI, è la più alta forma di carità. La politica deve occuparsi dei problemi concreti e reali della gente, alla quale occorre dare delle prospettive possibili, evitando, come cantava, Giorgio Gaber “di schiaffeggiarsi come cogli…ni in ignobili trasmissioni”.

Proprio In questi giorni, ad esempio, stiamo affrontando le conseguenze che derivano dall’embargo sul gasolio russo. È questo un tema estremamente delicato che tuttavia non sembra essere approfondito in modo chiaro ed esaustivo dagli organi di informazione, che (come ai tempi del Covid) si limitano a fornire informazioni parziali, preconizzare catastrofi e generare nuovi allarmismi dei quali nessuno sente il bisogno.

L’Italia necessita, per il proprio consumo interno, di 55 milioni di tonnellate di prodotti petroliferi, ma ne raffina circa 71 milioni: il nostro fabbisogno dovrebbe essere, pertanto, ben coperto. Il problema dell’approvvigionamento, inoltre, è noto da tempo alle autorità comunitarie. Come ha dichiarato la commissaria per l’Energia Kadri Simson, l’introduzione dell’embargo è stata annunciata già da giugno scorso. Gli Stati hanno avuto quindi tutto il tempo per fare scorte e, dato non indifferente, l’Europa avrebbe nel frattempo più che dimezzato le importazioni di gasolio dalla Russia. Questo non significa che non ci si debba preoccupare, ma di certo queste osservazioni concorrono a produrre una conoscenza più reale dei fatti.

Naturalmente non si dovrà sottovalutare il rischio di interventi speculativi e sollecitare al riguardo la vigilanza delle Autorità competenti. Le rappresentanze di categoria dovranno tutelare le realtà associate, ad esempio pressando l’Esecutivo affinché si rendano spendibili le risorse già assegnate per legge all’autotrasporto (285 milioni di euro) e ribadendo la necessità di ottenere ulteriori interventi, in rapporto al mutare della situazione. Credo però sia anche compito delle rappresentanze serie contestare e fornire informazioni fondate per non generare polveroni o forme di propaganda ansiogene.

In settimana ho avuto modo di assistere all’intervista ad alcuni autotrasportatori in una trasmissione televisiva. Si sosteneva, nel servizio, che il prezzo del gasolio ha messo sul lastrico gli operatori del settore, i quali non avrebbero, oltretutto, ricevuto sostegni dal Governo. Tutto questo è falso o quantomeno impreciso! È ben possibile che, per altre ragioni, i prezzi dei beni di largo consumo siano lievitati, ma ciò di certo non ha a che fare con l’incremento dei costi di trasporto. Sappiamo inoltre tutti che il settore usufruisce di speciali misure compensative sul gasolio (che certo alla bisogna dovranno essere integrate). Non intendo dimenticare i problemi di chi utilizza automezzi più vetusti e meno performanti ecologicamente e che, pertanto, non può usufruire delle misure compensative a cui abbiamo accennato. Domando solo se non sia ipocrita chiedere di coniugare esigenze economiche e ambientali, se poi ci si dimentica della decisione, pienamente condivisa dalla categoria, di favorire lo svecchiamento del parco circolante e l’impiego di mezzi meno inquinanti. Insomma, allo stesso tempo non si può succhiare e soffiare, come dicono a Genova: occorre essere coerenti. Certo alcune scelte vanno gestite e mitigate con opportuni interventi di ristoro, ma l’obiettivo generale va perseguito.

Ma non vorrei che la superficialità nell’informare, più che essere il frutto di semplice ignoranza, fosse invece funzionale ad un altro obiettivo, come quello di indurre la gente a credere che i prezzi dei beni di prima necessità lieviteranno a causa delle maggiorazioni tariffarie applicate dagli autotrasportatori, che tutto questo voler insistere sul tema sia, insomma, solo una misera strumentalizzazione volta a far insorgere un clima preoccupante e a far notizia.

Queste le ragioni per le quali Conftrasporto insiste con il mondo della politica perché l’assunzione di certe decisioni sia informata, coerente ed in linea con le esigenze di chi fa impresa.

Chi rappresenta la categoria ha il dovere di evidenziare questi aspetti e contestare un modo ormai di moda di gestire la diffusione delle notizie in modo funzionale ad altri obiettivi. Così si prende in giro la gente!

Per questo occorre recarsi alle urne nel prossimo fine settimana e votare per chi condivide le proposte che le realtà territoriali aderenti al mondo Conftrasporto hanno elaborato per la logistica.

Paolo Uggè

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