Saldi: a un mese dal via bilancio negativo

Saldi: a un mese dal via bilancio negativo

Illusorio il buon avvio nel primo weekend: dopo 30 giorni Federmoda stima un calo superiore al 9 per cento rispetto allo scorso anno. Buoni risultati nei centri storici delle grandi città, pessimi nelle periferie e al Sud.

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13 febbraio 2013

Nel primo weekend di saldi si registrò un incremento delle vendite dell'1%, ma è proprio il caso di dire che una rondine non fa primavera. A distanza di un mese dall'inizio delle svendite, infatti, i conti si fanno amari e Federmoda Italia-Confcommercio, sulla base di un sondaggio tra gli operatori di tutta Italia, denuncia un crollo di oltre il 9% rispetto al 2012. Se nei primi quindici giorni il bilancio già mostrava un calo del 5,42%, passate altre due settimane la flessione si fa ancora più forte, pari a un -9,27% che, sommato al -6,5% dello scorso anno, offre un quadro di
grande difficoltà per il mondo del commercio. Inoltre, l'andamento delle vendite di fine stagione non è omogeneo su tutto il territorio. A fronte dei risultati più che positivi registrati fin dal primo weekend nei centri storici e nelle vie della moda delle grandi città turistiche come Roma, Milano, Firenze, Venezia (e dovuti principalmente agli acquisti di turisti e cittadini stranieri, soprattutto russi, cinesi e orientali), c'è la situazione molto meno brillante nelle altre città. Decisamente sconsolante, poi, l'andamento nelle periferie urbane e nel Mezzogiorno, dove in alcune situazioni si è addirittura raggiunto un -30%. Per il presidente di Federmoda Italia ,Renato Borghi, i dati "confermano l'attenzione sempre più marcata al prezzo da parte dei consumatori che di certo non possono permettersi di più, avendo oggi un reddito disponibile reale pari a quello di 27 anni fa e un clima di
fiducia che, per il 60% degli italiani, e' negativo. La situazione inoltre non è più sostenibile per i negozi multimarca di qualita'''. Ma per Borghi una via d'uscita c'è ed eè quella che risiede in ''un rinnovato rapporto di collaborazione con i fornitori, nella differenziazione dai concorrenti, nella
formazione sulla gestione dei negozi in tempi di crisi e, soprattutto, in un indispensabile mutato atteggiamento da parte delle banche nei confronti di noi piccoli ma intraprendenti imprenditori''.

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