Il commercio estero resta "leva di sviluppo"

Il commercio estero resta "leva di sviluppo"

A Milano Assemblea pubblica dell'Associazione italiana commercio estero. Per il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli, "l'Europa è il nostro ineludibile termine di confronto economico, culturale e politico". Rotti: "siamo a favore di una globalizzazione governata attraverso la regolamentazione dei mercati internazionali".

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29 ottobre 2018

"Il commercio internazionale è ancora una  leva di sviluppo". Lo ha affermato il presidente di Confcommercio, Carlo  Sangalli, nel suo intervento all'Assemblea pubblica di Aice sottolineando che l'Associazione italiana commercio estero) "aiuta la Confederazione a capire i cambiamenti dati dalla globalizzazione, a guardare fuori e a capire  cosa siamo e cosa vogliamo essere. Ci obbliga e essere una realtà confederale sempre in movimento, che si rigenera". "Dal 2010 a oggi, Aice ha raddoppiato le aziende associate e il  30% trova in Confcommercio un punto di riferimento per il  commercio estero. L'Europa – ha aggiunto Sangalli - è il nostro ineludibile  termine di confronto economico, culturale e politico: la strada da  percorrere è quella del confronto costruttivo". Per questo, il  governo italiano "deve fare chiarezza su come un deficit maggiore possa portare più investimenti e come più spesa sociale porti a più  occupazione giovanile, perché più investimenti e più occupazione portano una maggiore crescita e sostenibilità del  debito pubblico; deve fare chiarezza sulla giusta scelta di  bloccare gli aumenti dell'Iva per il 2019, preparandosi a  disinnescare quelli previsti per il 2020 e il 2021; deve fare  chiarezza sull'esordio della Flat Tax e su come si sostengono  investimenti, innovazione e digitalizzazione, perché investimenti, innovazione e digitalizzazione fanno rima con  internazionalizzazione che, quando  fatta bene, implica più investimenti, più innovazione e più digitalizzazione, un circolo  virtuoso in cui Aice è l'anello forte e Confcommercio la sostiene. Insieme continueremo ad andare lontanissimo", assicura Sangalli. "Questo è un momento storico delicato per il futuro dell'Europa, anche in vista delle elezioni europee del prossimo anno", ha quindi affermato  Claudio Rotti, presidente di Aice, ricordando che nuovi accordi di libero scambio siglati dall'UE con Paesi terzi contengono parti dedicate allo sviluppo sostenibile,  alla tutela dell'ambiente e dei lavoratori, al commercio equo e  solidale, alle pmi e alla lotta alla corruzione. In particolare, Riotti auspica che l'accordo con il Giappone possa entrare in  vigore a metà del 2019: le imprese europee che esportano  risparmieranno 1 miliardo di euro all'anno grazie alla drastica riduzione dei dazi doganali previsti dall'accordo. Per quanto riguarda l'Italia, secondo i dati diffusi da Aice, l'interscambio  del nostro Paese con il resto del mondo, nel 2017, ha toccato  quota 850 miliardi di euro, con un saldo positivo di 46 miliardi di  euro circa e l'export italiano ha registrato un +7,5%.  Il 2018, però, ha visto l'inizio della cosiddetta "guerra dei  dazi", a cui si aggiungono le incognite della Brexit e del  risultato delle elezioni europee. Riotti ha ribadito che Aice è a favore di una "globalizzazione governata attraverso la regolamentazione dei mercati internazionali", che significa  commercio libero ma regolamentato in modo chiaro e trasparente,  senza cadere nel protezionismo.

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