Sangalli: "Ripartire con lo sguardo rivolto al futuro"

Sangalli: "Ripartire con lo sguardo rivolto al futuro"

Il presidente di Confcommercio ha aperto i lavori del primo Forum di Imprese Cultura Italia. "La cultura è la gioventù della nostra economia, può e deve essere testa di ponte dell’innovazione nel Paese".

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14 ottobre 2021

Il presidente di Confcommercio Carlo Sangalli, ha aperto i lavori del primo Forum di Imprese Cultura Italia.  "Questo Forum - ha detto Sangalli - rappresenta in qualche modo un segnale di volontà di reagire e di ripartenza per un’intera filiera, quella culturale. Ritorniamo a teatro, dunque. Un luogo che non è solo rappresentazione e spettacolo, ma che rimane anche fondamentale luogo di comunità, oggi diremmo di networking". "Basta pensare che ai tempi della Duchessa Maria Luisa (che volle il Teatro Regio) il teatro era una delle modalità principali per “entrare in società”. Il teatro è, insomma, l’Internet analogico, senza digitale, l’Internet prima di Internet. E quindi mi sembra particolarmente significativo trovarci oggi in un teatro, a parlare certo di impresa culturale e dello spettacolo, ma anche dell’impatto del digitale e delle tecnologie su questo mondo".

 

Ricostruire il futuro

"Parliamo - ha osservato Sangalli - di uno dei settori che più ha sofferto in questa crisi, ma lo facciamo con autentico spirito di ricostruzione. E ricostruzione non significa, come comunemente si pensa, costruire di nuovo qualcosa che si è rovinato nel tempo. A me piace pensarlo piuttosto nel senso di “costruire il nuovo”. E secondo me lo sguardo al futuro ha oggi tre orizzonti che vanno perseguiti: uno di breve, uno di medio e uno di lungo periodo".  "Sul breve periodo, bisogna pensare indubbiamente alla ripresa del settore. Da pochissimi giorni è entrato in vigore il decreto che ha dato la possibilità a teatri e cinema di riaprire al 100% della capienza in zona bianca. E’ una misura in cui speravamo, anche se la capienza al 100% non significa automaticamente il 100% dell’occupazione delle sale".

 

Il vortice del cambiamento sociale tra cultura, tecnologia e impresa

Sangalli ha poi preso spunto dalla ricerca presentata dal professor Mario Abis "Investire in cultura, nuove strategie delle imprese di fronte all'emergenza Covid-19", sottolineando che "quella dei consumi culturali è una ripresa rapidissima mese su mese, però è una ripresa troppo lenta, perché rimaniamo ancora molto lontani dai livelli del 2019. Qui credo che siano molto importanti gli incentivi pubblici alla fruizione culturale, in un momento in cui i consumi sono ancora deboli. Penso a più rilevanti detrazioni fiscali o al bonus cultura esteso a tutta la popolazione". "Sul medio periodo, poi, c’è un tema invece di investimento nella cultura. Da una parte ci sono certo le risorse del PNRR che vanno destinate non solo alle infrastrutture culturali (pur necessarie), ma anche alla promozione culturale. E poi ci sono le risorse dei privati". "L’art bonus -ha aggiunto Sangalli - è un ottimo strumento che dovrebbe essere maggiormente valorizzato. Ma va sottolineato con più forza che l’investimento in cultura diventa sempre meno responsabilità sociale di impresa e diventa sempre più leva strategica, un investimento centrale per l’azienda. Perché fa girare il mulino della creatività, motore del Made in Italy, ma anche perché dà valore al territorio sul quale soprattutto le nostre imprese insistono. E proprio per valorizzare questo legame con il territorio sarebbe bello istituire un “bollino culturale” da erogare alle imprese (in particolar modo penso a quelle a contatto con il pubblico, gli esercizi commerciali e pubblici esercizi) che abbiano certi requisiti di immagine, investano in cultura e che sottoscrivano una carta di valori. Sarebbe una vera e propria certificazione di rispetto e tutela del patrimonio culturale italiano". Il presidente Sangalli ha quindi parlato dell'orizzonte di lungo periodo e lo ha fatto guardando al futuro. "Proprio perché la cultura è la gioventù della nostra economia, può e deve essere testa di ponte dell’innovazione nel Paese. Così, se da una parte c’è una rinnovata voglia di classico (dalla voglia di socialità al ritornato piacere dei giornali o dei libri cartacei), dall’altra le modalità di fruizione della cultura sono cambiate per sempre, integrando le nuove tecnologie e con il digitale che sarà una componente strategica di promozione e divulgazione della cultura. Io credo che proprio di questo si discuterà molto in questi tre giorni. E credo che siano riflessioni importanti non solo per la filiera culturale, ma per l’intero settore che la Confcommercio rappresenta, il terziario di mercato".

Il significato di Impresa Cultura Italia

"Mi pare particolarmente significativo - ha detto Sangalli - che questa riflessione nasca da Impresa Cultura Italia. Quando tre anni fa abbiamo creato il Coordinamento Impresa Cultura Italia tra tutte le Associazioni del settore della cultura, dello spettacolo, dell’intrattenimento o della creatività aderenti a Confcommercio abbiamo fatto con Carlo Fontana - diciamo così - quasi “una scommessa”. Quella cioè di riuscire a mandare un messaggio chiaro: la cultura è una componente fondamentale e autonoma, trasversale ma non accessoria, del terziario di mercato e dell’economia del Paese. E allo stesso tempo la formazione di questo coordinamento ha sottolineato un principio: su questo tema, per fare e fare bene, bisogna lavorare insieme. Lavorare insieme: quello che 13 associazioni della nostra rappresentanza hanno fatto dentro Impresa Cultura Italia in questi anni. Quello che dobbiamo fare per far funzionare i progetti". "Quello che vogliamo continuare a fare. Nella cultura - ha concluso Sangalli - ci sono le gambe di un’economia turistica e creativa, ci sono le ali di una rappresentanza moderna, c’è lo sguardo di un Paese vivo".

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