Sangalli: "La sfida è ridurre la spesa pubblica"

Sangalli: "La sfida è ridurre la spesa pubblica"

"In questa prima metà del 2016, alla ripresa dei consumi e dell'occupazione, si contrappone una riduzione della fiducia delle famiglie". Lo ha detto il presidente di Confcommercio, intervenendo al convegno "Meno tasse, meno spesa. Binomio della ripresa". "Siamo sempre di fronte al bivio tra stagnazione e crescita".

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14 luglio 2016

"In questa prima metà del 2016, alla ripresa dei consumi e dell'occupazione, si contrappone una riduzione della fiducia delle famiglie". Lo ha detto il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli, intervenendo al convegno "Meno tasse, meno spesa. Binomio della ripresa". "Siamo sempre di fronte al bivio tra stagnazione e crescita: se prevarrà la sfiducia, l'economia si fermerà - ha aggiunto Sangalli -, se famiglie e imprese torneranno invece a scommettere sul futuro, allora ci sarà speranza di superare di slancio l'1% di crescita già quest'anno". "L'Unione Europea – ha detto Sangalli - e' di fronte ad una sfida di portata storica: reagire, imboccando decisamente la strada di un rafforzamento delle istituzioni europee per riavvicinarle ai cittadini che sono e restano i soli intestatari della sovranità politica, oppure rassegnarsi al disfacimento, cioè alla fine del progetto europeo". "Le decisioni che verranno assunte nei prossimi vertici europei per gestire il post Brexit - ha aggiunto Sangalli – avranno un'importanza cruciale per evitare il progressivo impoverimento dell'intera Europa". "Al governo va riconosciuto di aver riportato alla giusta dignità la dimensione della crescita all'interno del patto di Stabilità e la conferma dei margini di flessibilità riconosciuti dall'Europa alla nostra politica fiscale è di buon auspicio – ha aggiunto Sangalli - il Paese ha, tuttavia, molta strada da fare ma ha le carte in regola per affrontare questo nuovo, complesso scenario.  Uno scenario nel quale, comunque, vogliamo mantenere una quota di ottimismo". "Rispetto, innanzitutto, all'impegno del Governo di non far scattare le clausole di salvaguardia nel 2017 e quindi di non aumentare l'Iva. Un impegno – peraltro assunto dallo stesso Presidente del Consiglio in occasione della nostra Assemblea - che riteniamo irrinunciabile per la crescita perché l'inasprimento delle aliquote Iva penalizzerebbe ulteriormente il rilancio della domanda interna che, nonostante un parziale recupero rilevato dal nostro Indicatore dei consumi, è ancora troppo debole". "La sfida che il governo deve vincere – ha sottolineato il presidente di Confcommercio - è quella di ridurre la spesa pubblica eliminando gli sprechi e inefficienze, che ammontano complessivamente, a livello locale, ad oltre 74 miliardi. Non servono tagli lineari e indiscriminati.  Ma occorre una profonda azione di controllo, revisione e riqualificazione della spesa pubblica che, insieme ad una rigorosa applicazione dei fabbisogni e costi standard a tutte le funzioni pubbliche e a tutti i livelli di governo, consentirebbe di raggiungere un duplice obiettivo: migliorare la qualità dei servizi pubblici e trovare le risorse necessarie per ridurre le tasse su famiglie e imprese". "E su questo punto, che è e rimane prioritario, apprezziamo la suggestione di qualche giorno fa del ministro Padoan. Una suggestione che riteniamo ragionevole nei tempi e condivisibile negli obiettivi: cioè, portare, nel più breve tempo possibile la pressione fiscale al 40%. Perché una pressione fiscale a livelli record è un carico insopportabile per le famiglie e le imprese ed è incompatibile con qualsiasi realistica possibilità di crescita del Paese. E' proprio sul fronte della riduzione della spesa pubblica che si può e si deve avere più coraggio e determinazione. Diamo atto all'Esecutivo di aver imboccato la strada giusta.  Mi riferisco all'avvio della riforma della pubblica amministrazione, all'impegno di ridurre i carichi burocratici sulle imprese, ad alcune misure contenute nel Jobs Act, all'avvio di una politica fiscale distensiva. Tutto questo, però, non basta. Perché il cammino delle riforme è ancora in salita e resta insidioso. Sulla spesa pubblica corrente, anche se si è finalmente ridotta nel 2015, soprattutto grazie alla riduzione degli interessi sul debito pubblico, gli sforzi fatti non sono sufficienti. Tanto che negli ultimi venti anni, la pressione fiscale è passata dal 40,3% al 43,5%". "E' arrivato, pertanto – ha concluso Sangalli - il momento di intervenire con più coraggio e determinazione per ridurre la spesa pubblica improduttiva e il carico fiscale su imprese e famiglie".

 

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