Sangalli: "Recuperare il terreno perduto"

Sangalli: "Recuperare il terreno perduto"

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22 marzo 2014

 

Il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli, ha chiuso il Forum di Confcommercio introducendo l'intervento del ministro dell'Economia e delle Finanze Pier Carlo Padoan.  "La più lunga crisi dal dopoguerra ad oggi del nostro Paese ha lasciato cicatrici profonde e difficili da risanare. Ci siamo impoveriti: i redditi delle famiglie sono scesi ai livelli della metà degli anni '80 e i consumi sono tornati al livello del 1997. E il 2014 sarà un anno di convalescenza, in cui il Paese è debole e va scongiurato il pericolo di una grave ricaduta.  Occorre, dunque, recuperare il terreno perduto, rimettere in moto la domanda interna, dare risposte concrete a famiglie ed imprese che da troppo tempo attendono una svolta. Ed è proprio di questo che abbiamo dibattuto in questa due giorni di lavori, affrontando temi cruciali per il futuro del Paese: spesa pubblica e burocrazia, riforma fiscale, lavoro e scenario internazionale. Sottoscriviamo, quindi, pienamente le Sue parole al primo incontro da Ministro all'Eurogruppo a Bruxelles dove, rivendicando il ruolo del nostro Paese - "l'Italia viene in Europa per fare delle cose, non per chiedere favori" - ha sottolineato che nel rispetto dell'equilibrio di bilancio "la priorità è mettere in atto politiche a favore di crescita e occupazione". Perché il problema strutturale del nostro Paese, purtroppo, è quello della bassa crescita. Se non cresciamo, infatti, i problemi non solo non si risolvono, ma si acuiscono. Rispetto a questa situazione, le nostre priorità sono, dunque, il taglio della spesa pubblica e il taglio delle tasse, ovvero le due leve fondamentali su cui agire per contrastare la recessione. Bisogna, quindi, controllare, ridurre e riqualificare la nostra spesa pubblica. E farlo con il bisturi, non con l'accetta, evitando tagli lineari e indiscriminati. E valorizzando, invece, la buona spesa pubblica e le alte competenze dei migliori dipendenti pubblici. Piuttosto, bisogna bonificare la spesa pubblica rivedendone il perimetro e adottando - senza indugi - i fabbisogni e i costi standard per tutte le funzioni pubbliche. Perché esiste - ed è pure consistente - quella parte tra gli 80 e i 100 miliardi di spesa pubblica "aggredibile", che può generare, in un lasso di tempo ragionevole, risparmi sufficienti per ridurre le tasse. Abbiamo, dunque, molto apprezzato le misure adottate dal Governo a sostegno delle famiglie meno abbienti attraverso l'incremento delle detrazioni Irpef, che potrebbero dare un po' di ossigeno anche ai consumi. Chiediamo ora al Governo un'altra spinta coraggiosa nella direzione intrapresa: includere cioè nelle detrazioni anche il popolo delle partite Iva, dei lavoratori indipendenti e autonomi. Sono imprenditori che resistono sul mercato e meritano rispetto e riconoscenza per come stanno affrontando questa crisi. Con tagli alla spesa improduttiva e recupero di risorse derivanti dalla lotta all'evasione e all'elusione fiscale, si possono aiutare tutti i contribuenti in regola, senza discriminazioni, riducendo sul medio-lungo periodo la pressione fiscale complessiva senza mettere a rischio i conti pubblici e i vincoli imposti dall'Europa. Paradossalmente, sono disponibili non uno, ma bensì due fondi taglia-tasse. Alimentiamone almeno uno e facciamolo funzionare, per restituire risorse al sistema produttivo che le merita. Su questo terreno occorre procedere speditamente, per realizzare, quella grande operazione di sottrazione "meno spesa pubblica e meno tasse" che è stata la grande occasione persa con l'ultima legge di stabilità. In questo modo rafforzeremmo il percorso intrapreso dal Governo".

 

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