Sangalli: "Riforme ambiziose e coraggiose per spingere la crescita"

Sangalli: "Riforme ambiziose e coraggiose per spingere la crescita"

L'intervento del presidente di Confcommercio, ha chiuso i lavori del Forum dei Giovani Imprenditori di Venezia. "Dal ritorno alla crescita dipende tanto la fiducia degli italiani, quanto la ricostruzione della fiducia internazionale nei nostri confronti".

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19 novembre 2011
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L’intervento del presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli, ha chiuso i lavori del Forum dei Giovani Imprenditori di Venezia. “Per proporvi qualche considerazione finale – ha detto Sangalli -  voglio partire proprio dall’efficacissimo titolo di questa quarta edizione del forum dei Giovani Imprenditori di Confcommercio-Imprese per l’Italia: “cercasi futuro ostinatamente”. Titolo efficacissimo, perché dice chiaramente della determinazione, e certo anche dell’ansia, con cui i giovani che oggi, nel nostro Paese, scelgono di fare impresa, guardano al futuro dell’Italia”. Necessità assoluta, perché dal ritorno alla crescita dipende tanto la fiducia degli italiani, quanto la ricostruzione della fiducia internazionale nei confronti dell’Italia”. “Necessità assoluta – ha proseguito Sangalli - perché senza crescita, senza più crescita, è a rischio tanto la coesione sociale, territoriale e generazionale, quanto la sostenibilità del debito pubblico.  Di questa necessità i giovani che fanno impresa hanno piena consapevolezza, e, per affrontarla, offrono il contributo della loro ostinazione. Di una politica e di politiche che sappiano fare prevalere gli interessi generali del Paese e, in questo modo, le ragioni del suo futuro e dei suoi giovani”. “Una fase in cui, sul piano del metodo, si cerca di mettere in campo, con il più ampio contributo delle forze politiche e sociali, una condivisa responsabilità repubblicana. Una fase in cui, sul piano del merito, questa condivisione repubblicana punta  a tradursi in scelte coraggiose ed ambiziose”. “Sono le scelte necessarie – ha sottolineato - per rilanciare privatizzazioni, liberalizzazioni e semplificazioni. Agendo così tanto per la riduzione del debito pubblico, quanto per la liberazione delle energie del lavoro e delle imprese italiane. Sono le scelte necessarie per reperire risorse destinate agli investimenti infrastrutturali ed al capitale sociale ed umano. Sono le scelte necessarie per riformare politica ed istituzioni. Sono scelte note e, spesso, anche   condivise tra le forze politiche e sociali, come è emerso dagli interventi dei nostri autorevoli ospiti, che davvero ringrazio per il contributo alla discussione”. E’ questa, secondo il presidente di Confcommercio, “la governabilità ambiziosa di cui l’Italia ha necessità ed urgenza e che noi, insieme ai nostri giovani imprenditori, chiediamo. Offrendo, al contempo, il nostro contributo di analisi e di proposta per mobilitare le energie del lavoro e delle imprese, a partire da quella economia dei servizi che particolarmente rappresentiamo. Rafforziamo, anche attraverso selezionati investimenti infrastrutturali, la competitività del sistema dei trasporti e della logistica”. “Costruire una società attiva – ha detto Sangalli - significa ridurre la troppo marcata segmentazione  del mercato del lavoro tra l’area dei contratti flessibili e a termine, e l’area dei contratti a tempo indeterminato, anche attenuando la rigidità di questi ultimi. Costruire questa società attiva significa, ancora, promozione del merito e della responsabilità nella scuola e nell’Università, e puntuale collegamento tra scuola, Università e mondo delle imprese e del lavoro. Un segnale concreto di un’Italia che cambia e che vuole investire sul suo futuro, sul futuro dei suoi giovani”. Sangalli ha poi fatto alcuni esempi di scelte possibili e concrete per il futuro dell’Italia e dei suoi giovani. “Si acceleri la definizione dell’accordo con la Svizzera per la tassazione dei capitali italiani detenuti nelle banche elvetiche. L’una tantum sia dedicata al risanamento della finanza pubblica. E’ un disegno finanziariamente troppo impegnativo, visti i “chiari di luna” dell’Italia? Non penso, se davvero si crede che il Paese abbia assoluta necessità di più crescita e che questa crescita passi dalla risposta concreta che offriremo alla ostinata ricerca di futuro dei nostri giovani. Perché crescere significa abbattere la dissipazione di futuro, del futuro dell’Italia tutta, che sta dietro le cifre della disoccupazione giovanile e lo “scandalo” degli oltre due milioni di giovani che non studiano e non lavorano”.  Nell’affidare l’incarico al Presidente Monti, il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha così osservato: “E’ giunto il momento della prova, il momento del massimo senso di responsabilità”. “E’ invece tempo – osserviamo noi – di una buona politica: lucidamente consapevole delle emergenze, ma tenacemente ed ambiziosamente convinta del fatto che l’Italia resta un grande Paese e che, con il contributo di tutti gli italiani di buona volontà ed anzitutto dei suoi giovani, ce la farà”.

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