Italia dis…connessa
Italia dis…connessa
Buongiorno a tutti e benvenuti. Ringrazio innanzitutto per l'invito il Presidente di Conftrasporto e - riconfermato pochi giorni fa - Vice Presidente Confederale, Paolo Uggè.
Credo che sia davvero importante fermarci a riflettere in incontri come questi che annualmente organizza Conftrasporto.
L'anno scorso, a questo evento, ricordo che parlavamo di "Trasportare la ripresa". Ma, la ripresa è lenta a farsi sentire nei suoi effetti benefici su imprese e famiglie. In questo momento è come se ci fosse una "disconnessione" tra la ripresa statistica e la ripresa reale.
Ed è interessante che "disconnessione" sia anche il termine centrale di questa edizione dell'incontro annuale di Conftrasporto.
Ma "disconnessione" è un termine interessante anche per un altro motivo: perché richiama l'uso delle telecomunicazioni e del digitale.
Ed è proprio partendo da questo concetto che vorrei condividere con voi due riflessioni.
La prima riguarda appunto l'uso delle infrastrutture immateriali, del digitale in questo settore.
I trasporti e la logistica sono naturalmente collegati con le infrastrutture materiali, le grandi opere fisiche: le strade, i porti, gli aeroporti, le ferrovie. Non c'è dubbio.
Senza buone strade le merci non arrivano a destinazione.
Tuttavia, l'uso delle nuove tecnologie può avere un impatto enorme sul buon funzionamento della logistica.
E' fondamentale promuovere l'innovazione in questo settore. Perché ne va della competitività del settore, ma anche della competitività del Paese, del suo ambiente e della vivibilità.
La seconda riflessione riguarda invece il tema della connessione… settoriale e sindacale.
E mi spiego.
Confcommercio è la casa delle imprese del terziario, cioè del commercio, dei servizi, del turismo, dei trasporti e della logistica.
Per consuetudine, di solito diciamo questo termine – trasporti e logistica - per ultimo.
Questa posizione nelle frasi potrebbe far pensare che è meno importante per noi.
Ma non è così.
I trasporti non sono residuali nel nostro mondo, e nell'economia del Paese.
Anzi: sono una componente vitale, essenziale per il funzionamento degli altri settori.
I trasporti sono quel settore trasversale che permette agli altri settori di rimanere, appunto, "connessi".
Senza logistica delle merci non ci sarebbe commercio.
Senza trasporto delle persone non ci sarebbe turismo.
E anche i servizi, persino quelli più immateriali, hanno sempre un punto di incontro con la logistica, dagli spostamenti nei servizi alla persona alla circolazione dei materiali per i servizi alle imprese.
Trasporti e logistica, insomma, non sono un "di cui" di Confcommercio.
Sono gli anelli che tengono insieme tutta la catena di valore del sistema produttivo e commerciale italiano.
E quando questi anelli non tengono, il conto lo paghiamo tutti.
Per dirla con un esempio numerico: nelle nostre grandi e medie aree urbane il costo della congestione è stimato nell'ordine degli 11 miliardi di euro all'anno.
Secondo il nostro Ufficio Studi, una riduzione del 10% nei tempi e nei costi medi del trasporto determinerebbe un aumento di 7 decimi di punto di PIL.
La congestione e le inefficienze sono una sorta di "tassa logistica" che alla fine tutte le imprese, e anche i consumatori, si trovano loro malgrado a pagare.
Sicuramente questa tassa è dovuta a delle scelte pubbliche. Ma anche il privato può e deve fare la sua parte.
Per esempio, è fondamentale sviluppare il settore dei trasporti e della logistica in un'ottica di inter-modalità, di integrazione fra metodi di trasporto diversi.
Ed è altrettanto importante che questa direzione economica si rispecchi anche in scelte sindacali precise.
Bisogna trovare la strada per integrare tutte le sfaccettature del mondo della logistica e dei trasporti.
La dico così.
Dobbiamo connettere la rappresentanza per aiutare l'Italia a rimanere connessa.
Perché un'Italia disconnessa è un'Italia non competitiva.
Non possiamo permettercelo: per agganciare questa ripresa bisogna essere "in linea" al momento giusto e al posto giusto.
Vi ringrazio.