Sangalli: "tasse giù e sarà ripresa vera"

Sangalli: "tasse giù e sarà ripresa vera"

Il presidente di Confcommercio all'Unione Sarda: "molte famiglie e molte imprese non hanno ancora toccato con mano la ripresa. Solo riduzioni di tasse strutturali e non discriminatorie possono portare a un miglioramento delle aspettative e a una crescita dei consumi".

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25 settembre 2015

Seicento dirigenti di Confcommercio si ritrovano in Sardegna per la tradizionale Conferenza di sistema dell'organizzazione che anche quest'anno si svolgerà a Chia (da ieri e fino a domani). Un incontro a cui il presidente Carlo Sangalli tiene particolarmente. «Questo evento non so quanto inciderà sul turismo locale ma certamente incide sul mio umore perché qui vengo sempre molto volentieri», spiega Sangalli, «tra l'altro proprio a Cagliari, lunedì 28, farà tappa il nostro roadshow sull'innovazione nelle imprese in collaborazione con Facebook. E sarà una delle tappe più importanti visto che avremo più di 1.300 imprenditori, soprattutto giovani».

La sua organizzazione ha certificato che la ripresa c'è: a cosa è dovuta?

«Premetto che noi in marzo al nostro Forum di Cernobbio avevamo indicato la possibilità di superare l'1% di crescita già da quest'anno. Certamente la favorevole congiuntura internazionale, un costo del petrolio a prezzo di "saldo" e il buon andamento delle esportazioni grazie al dollaro forte stanno favorendo il riavvio dell'economia. Ma soprattutto, ci sono alcuni importanti indicatori che confermano la ripresa, compreso l'aumento dei consumi che a luglio sono cresciuti del 2,1% rispetto a un anno fa, la fiducia di imprese e famiglie sui massimi livelli e la crescita di occupazione e produzione industriale. Nonostante ciò, la prudenza è d'obbligo».

Perché?

«Molte famiglie e molte imprese non hanno ancora toccato con mano la ripresa e quindi non ci possiamo ritenere soddisfatti, anche perché, dal 2007 a oggi, la perdita di ricchezza degli italiani è stata molto grave. Basti pensare che mediamente ogni italiano ha ridotto i consumi per 2.000 euro circa. In secondo luogo, le imprese, soprattutto quelle del terziario, che vivono prevalentemente di domanda interna, continuano a soffrire: nei primi sei mesi di quest'anno hanno già chiuso oltre 50 mila tra negozi, ristoranti e alberghi. Infine, ci sono molti territori che non mostrano ancora segnali di ripartenza, mi riferisco al Mezzogiorno».

Gli 80 euro sono serviti per far crescere i consumi?

«Recenti analisi sostengono che chi li ha ricevuti li ha spesi. Ma a nostro avviso è comunque mancato lo choc positivo sulla fiducia in una permanente e diffusa riduzione di imposte, che avrebbe dovuto indurre tutte le famiglie a spendere di più. Solo riduzioni di tasse strutturali e non discriminatorie possono portare a un miglioramento delle aspettative e a una crescita dei consumi con maggiore reddito disponibile».

Per questo chiede al Governo un calo immediato della pressione fiscale?

«Chiediamo al Governo di prevedere la riduzione delle aliquote Irpef già con questa legge di Stabilità. E le risorse per attuarla si possono trovare tagliando la spesa pubblica improduttiva ed eliminando, con interventi puntuali e mirati, sprechi e inefficienze che, solo a livello locale, ammontano secondo le nostre stime a 23 miliardi di euro. Ma chiediamo anche che, oltre all'annunciato "funerale" della Tasi, il Governo preveda anche la totale deducibilità dell'Imu sugli immobili strumentali delle imprese, compresi negozi e alberghi».

Restano pendenti anche le clausole di salvaguardia su Iva e scelse?

«Una vera e propria "mina" da disinnescare che vale 70 miliardi di tasse in più nel prossimo triennio e la cui attivazione sarebbe un colpo di grazia ai consumi annullando, di fatto, ogni possibilità di ripresa». Parliamo di turismo: è stato un anno boom? «Indubbiamente sì, con incrementi degli arrivi turistici fino al 7% ad agosto. Si tratta di segni  più che vanno letti, però, con la dovuta attenzione. A trascinare gli incrementi, infatti, è stato innanzitutto il bel tempo e la domanda domestica, ovvero gli italiani in Italia. Hanno influito anche le difficoltà che stanno vivendo alcune mete turistiche del Sud del Mediterraneo».

Come evitare che si tratti solo di un fuoco di paglia?

«Abbiamo sempre sostenuto che l'Italia è custode di una tradizione dell'ospitalità fatta di eccellenze. Ciononostante, le nostre imprese si muovono in un contesto "ambientale" sfavorevole. Se dunque, dopo un'estate positiva, si passerà a considerare il turismo come un vero e potente driver di ripresa dell'economia nazionale, allora si porranno le basi per un consolidamento. E il primo banco di prova sarà proprio la legge di stabilità, dove ci aspettiamo provvedimenti mirati e incentivi concreti».

Tutto il contrario, quindi, della tassa di soggiorno...

«L'imposta andrebbe abolita perché oggi finisce di fatto a ripianare i bilanci di molti Comuni e non certo a finanziare servizi per il turismo. Se non putò essere abolita, che sia almeno regolata con criteri uniformi».

Come legare lo sviluppo del turismo alle produzioni tipiche in mostra all'Expo?

«Speriamo e siamo convinti che l'Expo sia stato anche la promozione del nostro sistema Italia e delle nostre eccellenze. Certamente le imprese del commercio e del turismo, in particolare, beneficeranno di un effetto di trascinamento positivo anche nei prossimi mesi».

Giuseppe Deiana

L'Unione Sarda del 25 settembre 2105

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