Scatole nere, per l'Anssat serve un tavolo di confronto

Scatole nere, per l'Anssat serve un tavolo di confronto

Secondo l'Associazione aderente a Federsicurezza il nuovo schema di regolamento sulle black box violerebbe le regole di libera concorrenza. "Si convochi un tavolo con il Ministero dello Sviluppo Economico e l'Ivass".

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3 maggio 2013

 

 

Il nuovo schema di regolamento sulle scatole nere viola la libera concorrenza. Lo denuncia l'Anssat, l'associazione nazionale servizi satellitari e telematici, che raccoglie le principali società italiane operanti nel campo della radiolocalizzazione professionale, aderente a Federsicurezza Confcommercioche, chiedendo pertanto l'apertura di un tavolo di confronto con l'Ivass e il Ministro dello Sviluppo Economico.

 

Proprio all'Istituto per la Vigilanza sulle Assicurazioni, succeduto dall'Isvap, l'Anssat ha inoltrato le proprie osservazioni relative allo schema di Regolamento per la definizione delle modalità di raccolta, gestione e utilizzo dei dati raccolti dai dispositivi elettronici che registrano l'attività del veicolo, meglio conosciuti con l'appellativo di scatola nera (o black box). Il  Regolamento per il momento non disciplina anche l'interoperabilità di tali dispositivi in caso di sottoscrizione di un contratto r.c. auto con impresa diversa da quella che ha provveduto ad installare il dispositivo.

Nel quadro delle osservazioni riportabili, Anssat e Federsicurezza hanno evidenziato che manca una compiuta descrizione del ruolo del "soggetto terzo" – in sostanza chi esegue tutta l'attività di raccolta e analisi del dato e che fornisce anche alle compagnie di assicurazioni, e quindi anche agli utenti, la scatola nera in un rapporto di outsourcing -  che opera nel rapporto tra "impresa" e "contraente". Di tale "soggetto terzo", che pure è attore nel processo, non si riconosce il ruolo in modo formale. E ciononostante, le imprese di assicurazioni si affidano a questo "soggetto terzo" per la raccolta, l'archiviazione, la conservazione e l'elaborazione dei dati trasmessi dai meccanismi elettronici affinché siano resi disponibili alle "imprese" ed ai "contraenti".

Questa previsione consente di fatto alle sole compagnie di assicurazione di fornire la cd. scatola nera, impedendo ad altri soggetti di fornirla, e quindi di erogare un servizio utilizzando un prodotto che rispetti quanto previsto dalla normativa Cei 79/56.

Lovison e Gabriele chiedono che "che l'impianto sia rivisto affinché si preveda un  mercato libero e senza zone franche che trovano tutela per legge. Sarebbe giusto che ogni utente potesse scegliere se disporre di una scatola nera fornita gratuitamente dalla propria compagnia di assicurazione, oppure fornita dal costruttore di auto in sede di acquisto. Auspichiamo che il nuovo governo riverifichi attentamente se la previsione in oggetto pare davvero a tutela di tutti gli attori e non invece di una sola parte. Auspichiamo anche - proseguono i Presidenti di Anssat e Federsicurezza - che il governo faccia tesoro delle esperienze passate: non si può infatti sottacere la sperimentazione dell'Isvap, dove sono stati impegnati circa 7 milioni di euro, e di cui ad oggi non sono mai stati resi noti i risultati. Quali benefici effettivi sono stati generati dalla sperimentazione, a vantaggio delle compagnie e dei consumatori? Non parliamo poi dell'indefinibile vicenda Sistri".

Anssat e Federsicurezza chiedono quindi al Ministero e all'Ivass di aprire un tavolo di confronto per esaminare la problematica in un'ottica più ampia, anche alla luce delle eventuali osservazioni che sono state formulate dai vari soggetti interessati. 

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