Dl rilancio, è battaglia sugli emendamenti

Dl rilancio, è battaglia sugli emendamenti

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26 maggio 2020

I professionisti che chiedono di  essere trattati come le imprese. Le piccole attività dei settori più colpiti che non sanno come potranno pagare i dipendenti quando la Cig in deroga sarà finita ma il giro di affari sarà ben lontano dai ritmi pre-Covid. E i sindaci che, come fa da Torino Chiara Appendino, lanciano l'allarme sul rischio di un dissesto generalizzato se non arriveranno altri fondi. Ancora deve iniziare l'iter del decreto Rilancio ma già è lunga la lista delle richieste di modifica che si aggiungono a quelle che arriveranno dal Parlamento dove le opposizioni si preannunciano battagliere: alla richiesta di fiducia sul decreto per la liquidità delle imprese subito è partita la protesta per il dibattito "strozzato" e l'avvertimento di non replicare ora che arriva la maxi-manovra.

 

Per tutta la settimana la commissione Bilancio della Camera ascolterà le osservazioni di tutti gli interessati, imprese grandi e piccole, artigiani, commercianti, sindacati, enti locali, albergatori, gestori delle terme e delle attività turistiche, agricoltori, enti locali, scuole cattoliche, settore degli eventi e dell'auto. Poi la maggioranza dovrà cercare di tirare le fila di un provvedimento che parte già monstre (266 articoli che distribuiscono 55 miliardi di aiuti), preparandosi ad esaminare migliaia di emendamenti (si dà per scontato che possano arrivarne fino a 10mila, ma c'è chi non esclude che ne possano essere presentati anche il doppio). Le risorse a disposizione però sono poche, circa 800 milioni tra Camera e Senato, e sarà quindi necessario selezionare una lista contenuta di interventi. Possibile che si cerchi una interlocuzione con le opposizioni già questa settimana, anche per cercare di contenere la produzione di richieste di modifica (il termine dovrebbe essere fissato alla fine della prossima settimana).

 

Uno dei temi finora più dibattuti è stato quello delle seconde case 'unifamiliari', escluse, al momento dal superbonus per i lavori di efficientamento energetico o di tenuta antisismica degli edifici, e resta alto il pressing per estendere a tutte le abitazioni il superbonus, ampliando anche le tipologie di interventi ammessi allo sconto del 110%. Molto rumore hanno fatto anche le proteste dei professionisti iscritti agli ordini, per i quali sono previste altre due mensilità di 'bonus autonomi' ma non l'accesso ai contributi a fondo perduto previsti per le Pmi fino a 5 milioni di ricavi. Il decreto per ripartire tra le casse di previdenza private le risorse (650 milioni) dovrebbe arrivare a giorni, insieme ai criteri con cui assegnare il bonus.

 

C'è poi il grande nodo della Cig Covid, rinnovata per altre nove settimane ma fruibili spacchettate, 5 entro agosto e 4 tra settembre e ottobre. Questo meccanismo, ha ricordato il ministro del Lavoro Nunzia Catalfo, non vale comunque per i settori che più stanno risentendo della crisi, come turismo, spettacolo e sale cinematografiche, che potranno sfruttare gli ammortizzatori senza interruzioni. Una alternativa per chi ha ripreso l'attività ma non ancora a pieno regime, ha ricordato il ministro in tv, è quella di sfruttare il Fondo nuove competenze (istituito all'Anpal con 230 milioni) per rimodulare l'orario di lavoro e destinare quelle ore alla formazione dei dipendenti (spesate dallo Stato). Per alcuni settori che ancora non hanno una data di riapertura, è il ragionamento che si sta facendo largo anche nella maggioranza, comunque questi strumenti non sarebbero sufficienti: si sta quindi ipotizzando almeno di ampliare i settori che potranno chiedere le 9 settimane continuative (ad esempio fiere ed eventi, o il comparto de servizi educativi per l'infanzia), ma ogni valutazione è legata al 'tiraggio' delle attuali misure e alle eventuali risorse che si potrebbero indirizzare a questi interventi.

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