Direttiva Servizi, il Sib torna a chiedere di escludere i balneari

Direttiva Servizi, il Sib torna a chiedere di escludere i balneari

La richiesta è contenuta in una memoria trasmessa alla Commissione Bilancio del Senato sul contenuto del decreto “Cura Italia”. 

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25 marzo 2020

L’emergenza sanitaria preoccupa enormemente anche le 30mila aziende balneari italiane perché il perdurare dell’emergenza sanitaria rischia di compromettere la stagione estiva e perché il segmento “mare” rappresenta oltre un terzo delle 430 milioni di presenze turistiche che lo scorso anno hanno scelto il nostro Paese. Lo sottolinea il Sindacato italiano balneari in una memoria trasmessa alla Commissione Bilancio del Senato sul contenuto del decreto “Cura Italia”.

 

Nel testo viene espresso lo sconcerto per la mancanza di specifiche disposizioni riguardanti la balneazione attrezzata italiana, perpetuando così “l'assurda e ingiustificata discriminazione nei confronti delle imprese balneari rispetto a quelle ricettive e di tutta la filiera turistica (22% l’Iva per le aziende del settore, 10% per le altre). Ed è sottolineata l’impossibilità per i dipendenti delle aziende balneari di poter usufruire dei benefici previsti dal decreto (trattamento di integrazione salariale, assegno ordinario e della Cassa integrazione in deroga).

 

Per questo il Sib propone l’estensione alle aziende balneari di tutte le provvidenze di carattere economico previste per il settore ricettivo e turistico; il riconoscimento anche ai suoi dipendenti, ancorché assunti successivamente al 23 febbraio scorso o non ancora assunti, dell’accesso alle prestazioni di integrazione salariale e di sostegno al reddito; la definizione agevolata delle liti pendenti riguardanti i pertinenziali con il superamento definitivo dei canoni cosiddetti OMI.

Al di là delle misure economiche che possono essere ostacolate dalla limitatezza delle risorse pubbliche, la messa in sicurezza e la salvaguardia del settore, per il Sib “può e deve essere assicurata mediante misure esclusivamente normative e\o amministrative”, in particolare l’applicazione, anche agli stabilimenti balneari, del trattamento riservato agli ambulanti prevedendo la loro esclusione dall’applicazione della Direttiva servizi. Si tratta di “disposizioni “a costo zero” per le casse erariali, ma fondamentali per la competitività del turismo italiano sin qui garantito anche dai servizi di qualità e di eccellenza forniti dalla balneazione attrezzata del nostro Paese”.

“Nelle conclusioni – evidenzia il presidente del Sib, Antonio Capacchione - la nostra memoria precisa che l’assenza di una prospettiva di continuità aziendale pregiudica, dopo l’emergenza sanitaria, la fornitura del contributo del settore per la ripresa economica e sociale compromettendo, definitivamente e irrimediabilmente, il ruolo e il posizionamento turistico del Paese nel mercato internazionale delle vacanze”.

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