Spesa pubblica e pressione fiscale, manca la svolta

Spesa pubblica e pressione fiscale, manca la svolta

Secondo uno studio del Cer presentato al Forum dei Giovani imprenditori di Venezia, la legge di stabilità determinerà nel 2014 maggiori spese nette per oltre 3,7 miliardi, mentre la pressione fiscale calerà, ma davvero di poco: -0,1%. In più, le risorse che vengono da maggiori entrate continuano a superare quelle ottenute attraverso minori spese.

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16 novembre 2013

La legge di Stabilità in discussione in Parlamento non taglia la spesa pubblica. Anzi, nel 2014 determina maggiori spese nette per oltre 3,7 miliardi e solo a partire dal 2015 la spesa si riduce  per arrivare a 6 miliardi nel 2016. E la pressione fiscale cala davvero di poco (-0,1%), se è vero che le imposte nette diminuiscono nel 2014 di appena 1,2 miliardi. E' il dato principale che emerge dallo studio del Cer "La legge di Stabilità per il 2014: un passo incompiuto verso la riduzione della pressione fiscale", presentato a Venezia nel corso del Forum dei Giovani imprenditori. Molti i dati interessanti sottolineati dal Cer: le risorse restituite al sistema dal provvedimento rimangono limitate: 2.7 miliardi contro i 60 miliardi del 2012 e i 18 miliardi del 2013. Non solo: basterà attendere il 2016  per vedere un nuovo aumento delle entrate nette di 1,1 miliardi. Addio, quindi, all'iniziale riduzione della pressione fiscale. Che, peraltro, è sempre soggetta al pericolo che vengano meno alcune delle coperture indicate, con il relativo scatto delle clausole di salvaguardia che comporterebbe aumenti delle accise e degli acconti di imposta. Più in generale, la legge ripropone un vizio consueto: le risorse che arrivano da maggiori entrate superano quelle ottenute attraverso minori spese (il 63 per cento nel 2014 e 56 per cento nel 2016 ).  Le dimensioni della manovra, conclude il Cer, sono comunque insufficienti a compensare la restrizione fiscale ereditata dai precedenti interventi. L'effetto complessivo della manovra di finanza pubblica rimarrà infatti restrittivo per 13 miliardi nel 2014, per 7 miliardi nel 2015 e ancora per 3 miliardi nel 2016.

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