Spiagge all'asta, pronto il decreto del Governo

Spiagge all'asta, pronto il decreto del Governo

Il provvedimento prevede che le concessioni demaniali marittime vadano a gara e che la durata sia non inferiore a 6 anni e non superiore a 25 anni per le spiagge e non inferiore a 30 anni e non superiore a 50 per i porti turistici.

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5 novembre 2012

Il decreto del Governo sulle concessioni balneari è pronto e nei prossimi giorni i ministri Enzo Moavero (Affari Europei) e Piero Gnudi (Affari regionali, turismo e sport) dovrebbero volare a Bruxelles per parlarne con la Commissione europea. Subito dopo verrà portato in Consiglio
dei ministri. Il problema è che il decreto prevede che le concessioni demaniali marittime vadano a gara (le Regioni entro il 31 dicembre 2014 dovranno definire i bandi) e che la durata sia non inferiore a 6 anni e non superiore a 25 anni per le spiagge e non inferiore a 30 anni e non superiore a 50 per i porti turistici. Tutto quello, insomma, che proprio non volevano gli operatori balneari che da molto tempo, con incontri, convegni e iniziative anche sulle spiagge, premono affinché il Governo
chieda all'Unione europea una deroga dalla Direttiva servizi Bolkestein, la stessa che, dal 2006, prevede l'evidenza pubblica per i servizi sui litorali italiani ed europei. La bozza di decreto messa a punto dall'Esecutivo, in 12 articoli, spiega che il fine del provvedimento è quello di ''incrementare l'efficienza del sistema turistico italiano, riqualificando e rilanciando l'offerta turistica'' e garantisce
''il diritto libero e gratuito di chiunque all'accesso e alla fruizione della battigia, anche ai fini di balneazione''. Le offerte migliori saranno selezionate ''con il criterio dell'offerta economicamente più vantaggiosa'' ma si guarderanno anche altri fattori: gli standard qualitativi offerti, la qualità degli impianti, la fruibilità vdei servizi per i diversamente abili, eccetera. Gli operatori attuali che volessero
partecipare alle gare avranno un punteggio in più che non potrà superare il 40% del punteggio complessivo. Con questo provvedimento, il Governo mira anche a bloccare la riapertura di una procedura di infrazione, nei confronti del nostro Paese, che la Commissione europea aprì nel 2008 e che ha archiviato nel febbraio scorso.

 

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