I numeri dello spreco alimentare nel mondo

I numeri dello spreco alimentare nel mondo

Confcommercio collabora con l'Osservatorio internazionale su cibo e sostenibilità (WWIO) che analizza le abitudini alimentari, i comportamenti di acquisto e la sostenibilità delle famiglie italiane.

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12 dicembre 2023

Lo spreco alimentare è da sempre un tema molto sentito sia da Confcommercio che dalle imprese che rappresenta. Sono infatti tanti gli ambiti e i comparti a cui la Confederazione dà voce: esercizi di vicinato, reti in franchising, media e grande distribuzione nei vari stadi della filiera, ma anche il mondo della ristorazione, sia nella componente commerciale che collettiva. La collaborazione con l'Osservatorio Internazionale su Cibo e Sostenibilità (WWIO) si inserisce in questo contesto con l'obiettivo di diffondere una cultura mirata ad incentivare scelte individuali e politiche pubbliche indirizzate all'uso sostenibile delle risorse naturali.

Sappiamo che la metà delle perdite e degli sprechi alimentari globali avviene a monte, prima
che i prodotti arrivino ai negozi o ai magazzini dei rivenditori, ma non è meno importante il
comportamento del consumatore, dentro e fuori casa.

L'Osservatorio ha quindi analizzato gli sprechi all'interno dell'ambiente familiare, individuando le cause e le conseguenze di questo fenomeno. Lo spreco alimentare pro-capite rilevato a gennaio 2023 ammonta a 524,1 grammi, in calo del 12% rispetto alla rilevazione dell'anno precedente (595,3 g). Questa riduzione si spiega sia come risposta allo scatto inflattivo, sia come maggiore attenzione dei consumatori ai temi di salute e sostenibilità ambientale.

I top cinque degli alimenti più sprecati nelle famiglie sono frutta fresca, insalate, cipolle/aglio/tuberi, pane fresco e verdure.
 
Tra le spiegazioni dei consumatori troviamo:

  • frutta e verdure conservate in frigo che portate a casa vanno a male (48%);
  • me ne dimentico e scade/si deteriora (44%);
  • i cibi venduti sono già vecchi (39%);
  • paura di non avere in casa cibo a sufficienza (35%);
  • calcolo male le cose che servono (34%);
  • acquisto troppo (33%);
  • non mi piacciono gli avanzi (31%);
  • compro confezioni troppo grandi (31%).

Nella mappatura a livello nazionale il Sud ha registrato le quantità maggiori di spreco alimentare. Questo dato resta in linea con quelli rilevati nei report degli anni passati, trovando una ragione nei differenti stili di vita e alimenti. Lo spreco risulta invece minore nei grandi Comuni e nei nuclei familiari con figli.

L’informazione, l’acquisto e il consumo degli alimenti ha un ruolo cardine per far acquisire al consumatore un'abitudine alimentare più sana e consapevole. Ad esempio le scadenze dei prodotti, ma anche altri ambiti come la disciplina europea degli imballaggi, che incentiva il riuso piuttosto che il riciclo. Sono tutti elementi imprescindibili nella lotta agli sprechi.

Osservatorio Internazionale su Cibo e Sostenibilità

rifiuti alimentari

L'Osservatorio, noto anche come Waste Watcher International, è stato attivato nel 2013 con un focus esclusivamente nazionale, mentre nel 2021, con l’ambizione di estendere l’analisi a livello internazionale, sono stati coinvolti anche altri Paesi europei ed extraeuropei .

Si tratta di un'analisi del comportamento dei consumatori e degli impatti economici, ambientali e sociali generati dallo spreco alimentare. L'obiettivo della ricerca è sia quello di incentivare scelte individuali e politiche pubbliche indirizzate all'uso sostenibile delle risorse naturali, per prevenire e ridurre lo spreco alimentare e promuovere scelte alimentari più sane. 

Dal punto di vista metodologico, l'indagine si basa cioè sulla valutazione delle opinioni, dell’auto-percezione e delle dichiarazioni fornite dai consumatori in un questionario formulato "ad hoc" e somministrato ad un campione rappresentativo della popolazione. 

In particolare analizza:

  • abitudini alimentari;
  • spreco di cibo;
  • comportamento di acquisto.

Abitudini alimentari

Secondo i dati dell'ultimo Waste Watcher International (testo integrale al seguente link pdf), per il 32% degli intervistati la qualità del cibo è molto importante e sono disposti a spendere un po' di più per avere la certezza della qualità. Il 60% è più pragmatico e sceglie di comprare al prezzo che ritengono giusti, mentre per il 7% il risparmio vince su tutto.

Su alimentazione, salute e ambiente, la maggior parte dei consumatori presi in esame è molto attento alla salute e scrupolosa nell'acquisto del cibo, in particolare la provenienza dei prodotti, preferendo quelli locali.  

"Sprecometro", l'app contro lo spreco alimentare

Sviluppata dall'Osservatorio Waste Watcher International, "Specometro" è un'app che in cinque minuti e con sole tre domande calcola l'impatto economico in euro e ambientale in Co2 e H2o dello spreco del cibo all'interno delle mura domestiche.

L'iniziativa è stata presentata dal fondatore spreco Zero Andrea Segrè con l'Ambasciatore buone pratiche Andrea Maggi.

Comportamenti d'acquisto

spesa sostenibile

Con l'avvento della pandemia prima e dell'inflazione poi, le abitudini delle famiglie italiane hanno subito dei cambiamenti. Secondo i dati dell'Osservatorio, per colpa della crisi economica e per contrastare la spinta inflativa, i consumatori hanno ridotto le seguenti voci di spesa:

  • svago e intrattenimento (47%);
  • consumi di energia elettrica (46%);
  • gli acquisti di abbigliamento (42%);
  • consumi di gas (39%);
  • la spesa alimentare (18%).

Anche nella spesa per la casa, rispetto a due anni fa sono cresciuti gli acquisti di prodotti in offerta o in promozione, come anche una maggiore attenzione per la sostenibilità del cibo da comprare. Diminuiscono, invece, i pasti da asporto, il delivery (-19%) o i prodotti già pronti al supermercato o alle gastronomie (-19%). Calano soprattutto le colazioni al bar/fuori casa (-33%) e le cene e i pranzi al ristorante (-42%).

"One health, one heart"

Il 2 febbraio scorso si è tenuta a Roma, nella sede di rappresentanza permanente della Commissione europea, la decima giornata nazionale di prevenzione dello spreco alimentare, "One health, one heart". 

Il vice presidente vicario di Confcommercio, Lino Stoppani, nel suo intervento in occasione della campagna Spreco Zero 2023 di Last Minute Market ha sottolineato che "collaborare con l’Osservatorio Internazionale su Cibo e Sostenibilità significa per Confcommercio acquisire una visione globale del problema dello spreco alimentare e cogliere l’opportunità per avviare un percorso legato alle azioni virtuose che le imprese di settore possono sviluppare, soprattutto nella distribuzione e nella ristorazione. Lo spreco di cibo, infatti, è un tema di responsabilità sociale sentito come urgente dalla Confederazione e dalle imprese associate e la nostra adesione all’Osservatorio, avvenuta un anno fa, rappresenta il naturale ampliamento del campo di azione di Confcommercio su questi temi, già avviato da tempo nei tavoli costituiti presso il Masaf”. 

Oggi sappiamo – ha proseguito Stoppani - che metà delle perdite e degli sprechi alimentari globali avviene a monte, prima che i prodotti arrivino ai negozi, ai magazzini dei rivenditori e ai ristoranti, ma è cruciale analizzare anche il comportamento del consumatore, dentro e fuori casa. Esiste un nesso tra informazione, acquisto e consumo di cibo che svolge un ruolo cardine per far acquisire al consumatore, soprattutto nelle fasce di popolazione dove si spreca più cibo, la consapevolezza necessaria a consolidare abitudini alimentari sane, per sé e per l’ambiente. Per questo è necessario rafforzare e sostenere campagne informative che raggiungano il consumatore per guidarlo consapevolmente nella scelta dei prodotti, guardando non solo alle offerte, ma anche alla sostenibilità e alla qualità del cibo che viene acquistato”.

E, in questa direzione, anche le imprese svolgono un ruolo importante nel contrasto allo spreco alimentare, sia quelle della distribuzione, ad esempio con la ridistribuzione del cibo, sia quelle della ristorazione, dove sta crescendo la possibilità di portare a casa gli alimenti non consumati. Una pratica, questa, che rimane virtuosa, anche dinanzi al calo dei consumi fuori casa registrato in concomitanza con gli anni dell’emergenza sanitaria da Covid-19. Perché mettere al centro il valore del cibo svolge una funzione educativa che va ben oltre la ristorazione stessa. Ma nella ristorazione occorre fare di più ripensando i processi in funzione del contrasto degli sprechi anche nella fase della preparazione dei piatti, oltre che in quella della conservazione dei prodotti".

"Occorre, dunque – ha concluso Stoppani – il contributo di tutti, imprese, consumatori, esperti della salute, per raggiungere l’obiettivo di preservare il valore del cibo lungo tutta la filiera, ridurre lo spreco alimentare e giungere a modelli di consumo e produzione sostenibili”.

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