Strategie delle banche per il territorio nel mercato globale

Strategie delle banche per il territorio nel mercato globale

Roma, 3 aprile 2008

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3 aprile 2008
Macro Carrier

 

Intervento del Presidente Carlo Sangalli

"Strategie delle banche per il territorio nel mercato globale"

Roma, 3 aprile 2008

 

L’economia dei paesi industrializzati e di quelli emergenti è condizionata da mesi dallo stato di turbolenza che caratterizza i mercati internazionali.

 

La crisi, perché è ormai evidente che è di crisi che bisogna parlare, è partita da un comparto “periferico� dell’industria finanziaria statunitense, quale quello dei mutui subprime. Ciò non ha impedito di determinare uno stato di tensione che si è rapidamente esteso all’intero sistema finanziario ed economico mondiale.

 

La natura di questa crisi diventa così un’immagine plastica, la dimostrazione più evidente, qualora ci fosse stato bisogno di una prova, del crescente grado di integrazione dei mercati finanziari e di una loro interdipendenza, che si riflette in misura sempre più rilevante anche nei rapporti tra dimensione economica territoriale e mercato globale.

 

Come dimostra il fatto che anche le imprese produttive e distributive operanti in una dimensione prevalentemente territoriale si sono trovate a fronteggiare un’oggettiva situazione di crisi: da una parte per le diffuse aspettative di rallentamento del ciclo economico; dall’altra per gli effetti di tensioni di liquidità interbancaria.

 

Ci troviamo, insomma, davanti ad una ulteriore conferma che le significative distinzioni presenti in passato tra una dimensione economica locale e una globale vanno riconsiderate. Soprattutto perché siamo ormai in presenza di sistemi economici e finanziari fortemente interconnessi, nei quali i tempi di trasmissione dei fenomeni tendono sempre più a ridursi.

 

Questo porta necessariamente a rivedere i rapporti tra sistema bancario, economie locali e tessuto imprenditoriale, in particolare per quanto riguarda l’accesso al credito delle piccole e medie imprese.

 

I processi di concentrazione, che hanno caratterizzato e stanno tuttora caratterizzando il sistema bancario del nostro Paese, hanno condotto alla creazione di grandi gruppi in grado di competere anche a livello internazionale.

 

Ma il fenomeno delle concentrazioni non ha inciso solamente sulle dimensioni dei gruppi bancari: ha riguardato anche l’organizzazione del credito sul territorio. E, di conseguenza, un ripensamento del modello della banca locale.

 

Il mercato è cambiato, sono cambiate le dimensioni delle banche e sta cambiando anche il tessuto imprenditoriale italiano, impegnato in un contesto di crescente competizione economica. Non solo per le imprese provviste di una dimensione internazionale, ma anche per quelle che operano in una dimensione locale.

 

E parlando di dimensione locale, ovviamente il pensiero non può non andare al mondo della distribuzione, un settore caratterizzato da un elevato grado di dinamismo tra nuove aperture e cessazioni d’impresa, un tessuto di imprese ben vivo e dinamico.

 

Al di là delle scelte organizzative e strategiche che i singoli gruppi bancari intenderanno fare, dal mondo delle imprese emergono tre istanze ben precise. 

 

1 - Il modello di intermediazione del credito deve continuare a fondarsi su una continuità di relazioni con la clientela. Aspetto questo che riveste una particolare importanza soprattutto per le PMI, che incontrano più ostacoli nel diversificare le fonti di finanziamento esterno rispetto alle imprese più grandi.

 

2 â€" Resta l’esigenza di un riequilibrio delle fonti di finanziamento delle imprese. Imprese che avvertono l’esigenza di una politica bancaria che privilegi impieghi a medio/lungo termine.

I dati dell’Osservatorio banche-imprese ci dicono che attualmente i finanziamenti ad oltre 5 anni alle imprese riguardano il 40% degli impieghi. Appare perciò sensibile il divario rispetto alla media dell’area dell’euro, attestata oltre il 50%.

 

3 - L’intenzione da parte delle banche di mantenere un adeguato radicamento territoriale deve essere qualcosa di più di uno slogan. Deve indicare la volontà di svolgere un’azione che supporti la continuità dei rapporti e favorisca la conoscenza dei cicli produttivi e distributivi delle attività locali.

 

Solo la prossimità e la continuità delle relazioni permettono infatti di acquisire informazioni, soprattutto di natura qualitativa, sui clienti, in modo da poter determinare in modo più preciso il loro merito del credito.

 

Sarà così possibile superare, nella determinazione del rating, i limiti del trattamento automatico delle informazioni che tendono a privilegiare gli elementi quantitativi.

 

Non può sfuggire che questo processo passa soprattutto attraverso un reale sviluppo del capitale umano delle banche ed una necessaria trasparenza nei processi di assegnazione del rating stesso.

 

I confidi possono rivestire un ruolo di grande rilevanza nel superamento dei divari che tuttora permangono tra banche e piccole imprese. A patto però che, accanto al rafforzamento patrimoniale, mantengano le loro caratteristiche di forte radicamento territoriale e di integrazione nel sistema delle imprese, connotazioni tipiche queste dei confidi di matrice associativa.

 

Ma interrogarsi sul rapporto tra banca, impresa e territorio non vuol dire guardare solo ai prestiti, al finanziamento delle attività correnti, al sostegno dei programmi di investimento delle imprese; significa anche migliorare il livello di competitività e di efficienza di tutti i servizi finanziari, in particolare per quanto riguarda l’area degli strumenti di incasso e di pagamento rispetto ai quali anche la Commissione europea ha riscontrato l’esistenza di pratiche anticoncorrenziali che penalizzano gli utilizzatori finali, siano essi consumatori o esercenti.

 

Infatti, gli oneri a carico delle imprese commerciali rimangono attualmente molto elevati e addirittura per talune attività assorbono totalmente il margine commerciale.

 

Una maggiore diffusione della moneta elettronica, resa possibile da una consistente riduzione dei costi per gli utilizzatori finali, fornirebbe tra l’altro anche un valido aiuto in funzione antirapina, soprattutto alle categorie commerciali a maggiore rischio come quelle di tabaccai e benzinai.

 

Migliorare l’efficienza e la concorrenzialità dei servizi elettronici di pagamento e di incasso è dunque oggi una necessità, avendo a riferimento sia la dimensione produttiva e distributiva territoriale, sia un maggior grado di efficienza e di competitività del nostro sistema economico nel suo complesso.

 

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