Tabaccai contro l'obbligo di Pos, "ci rimettiamo"

Tabaccai contro l'obbligo di Pos, "ci rimettiamo"

La Giunta Nazionale della Fit ha deliberato lo stato di agitazione della categoria per protestare contro l'imminente entrata in vigore dell' obbligo di accettazione dei pagamenti in moneta elettronica.

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11 giugno 2014
"Così come è formulata, la  disposizione di legge ci costringerà a lavorare in completa remissione a causa dell' aumento degli oneri e dei costi fissi, a fronte di margini ridottissimi. In più, come se non fosse già abbastanza, per effetto di una norma già emendata dal Governo, ci è stato recentemente ridotto l'aggio per il servizio di vendita dei valori bollati". Ad affermarlo è Giovanni Risso, il presidente nazionale della Federazione Italiana Tabaccai, al termine della riunione della Giunta Nazionale che ha deliberato lo stato di agitazione della categoria per protestare contro l'imminente entrata in vigore dell' obbligo di accettazione dei pagamenti in moneta elettronica. Lo spirito di servizio dei tabaccai in favore dello Stato e dei cittadini, sottolinea Risso, "è indiscutibile ma a tutto c'è un limite. Vendere principalmente prodotti soggetti ad aggio va bene, così come svolgere a margine fisso servizi di pubblica utilità. Essere obbligati ad accettare moneta elettronica, però, significa lavorare rimettendoci e questo nessuno se lo può permettere". Le tabaccherie, aggiunge Risso, "subiscono, da tempo, un costante calo  di redditività e questi provvedimenti assestano un ulteriore, durissimo, colpo al nostro lavoro ed alla sussistenza di migliaia di  famiglie. Per questo - conclude il presidente della Fit- prima di dare battaglia con ogni mezzo, siamo pronti al dialogo con il Governo". 

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