Tassa ormeggio barche: "a rischio 100mila posti di lavoro"

Tassa ormeggio barche: "a rischio 100mila posti di lavoro"

Secondo Assonat, gli unici che pagheranno la "assurda tassa sull'ormeggio delle barche", sono "operai, cooperative, addetti e impiegati delle strutture turistico portuali e ricettive e dei servizi della nautica".

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5 dicembre 2011

"Altro che ricchi! Quelli, compreranno la barca con leasing francese - pagando lì l'Iva - e andranno a godersela in Costa Azzurra, oppure Spagna, Croazia, Montenegro, Tunisia, Turchia e Grecia. Gli unici che pagheranno questa assurda tassa sull'ormeggio delle barche, ma con la loro pelle, sono operai, cooperative, addetti e impiegati delle strutture turistico portuali e ricettive e dei servizi della nautica". Luciano Serra, presidente dell'Associazione Nazionale Approdi e Porti Turistici, è furibondo. "L'indotto del turismo nautico produce ricchezza per 5 miliardi, ha subito un tracollo, -20% solo lo scorso anno, e ci ricordiamo ancora i danni che ha procurato la tassa Soru: nessuno pagò, incassarono meno della metà dei costi di esazione, la Regione Sardegna è ancora debitrice con i privati che hanno chiesto il rimborso dopo che fu dichiarata illegittima dalla Corte di Giustizia europea". In Sardegna si sono persi centinaia di posti di lavoro e hanno chiuso decine di aziende del settore. Assonat si aspetta ora la replica su scala nazionale. Basta pensare che secondo un recentissimo studio ogni porto o approdo turistico dà lavoro direttamente in media a 12 persone e 80 sono nell'indotto portuale. "I politici non ascoltavano, questi fanno i professori in materie che non conoscono dimenticando i 100.000 addetti del nostro settore e per questo - conclude Serra - siamo pronti con tutti le rappresentanze interessate ad attuare il blocco dei porti commerciali del Paese e la paralisi totale della circolazione delle merci".

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