Tendenze della congiuntura (Europa 9 mesi 1998) #1

Tendenze della congiuntura (Europa 9 mesi 1998) #1

Permane incerto il quadro congiunturale europeo; nella media del '98 il PIL dovrebbe essere aumentato del 3%; rallenta la dinamica della domanda estera; aumenta lievemente la domanda interna

La congiuntura in Europa

Permane incerto il quadro congiunturale europeo

Gli indicatori congiunturali più recenti dei paesi della UE fanno emergere un quadro particolarmente incerto sulle prospettive di sviluppo dell’area nel breve periodo.

La presenza di segnali tra loro contrastanti non permette, infatti di quantificare entità e durata del rallentamento economico in atto.

I temuti contraccolpi sul sistema della crisi brasiliana sembrano essersi in parte attenuati anche per la buona dinamicità dell’economia americana, che continua ad evidenziare positivi tassi di crescita ed appare ancora in grado di produrre effetti positivi sul ciclo economico degli altri paesi.

Nonostante la produzione industriale per il complesso dei paesi dell’area abbia mostrato negli ultimi mesi del ’98 una tendenza al rallentamento, sintesi di dinamiche particolarmente divergenti che vanno a novembre dal +18% dell’Irlanda al -0,3% dell’Italia, e sembri essersi attenuata la tendenza al riassorbimento della disoccupazione il clima di fiducia delle famiglie continua a risultare positivo, ed anche le inchieste congiunturali sulle imprese indicano prospettive lievemente meno negative.

Nella media del ’98 il PIL dovrebbe essere aumentato del 3%

D’altra parte stando alle ultime informazioni disponibili diffuse dall’Eurostat, nel ’98 il PIL nella media dei paesi della UE, nonostante il rallentamento riscontrato nella parte finale dell’anno, dovrebbe essere aumentato ad un tasso di poco inferiore al 3%.

Tab. 1 – PIL NEI PAESI DELLA U.E.

Variazioni % sul periodo corrispondente, 1998

  I trimestre II trimestre III trimestre
EUR11 3,6 2,8 2,7
EUR15 3,5 2,8 2,7
Belgio 4,3 3,3 2,2
Francia 3,6 3,3 2,9
Germania 3,4 2,4 2,7
Italia 2,5 1,2 1,2
Olanda 4,5 4,2 3,2
Portogallo 3,8 3,5 n.d.
Spagna 3,9 3,9 3,8
Regno Unito 3,4 2,8 2,3
Fonte: EUROSTAT

Il quadro generale pur evidenziando elementi di omogeneità che hanno portato nel corso dell’anno ad un ridimensionamento della crescita in tutti i Paesi dell’area, presenta situazioni che permangono tra loro articolate.

L’Italia continua, infatti a mostrare una crescita sensibilmente più contenuta di quella riscontrata negli altri Paesi ed appare più sensibile al peggioramento del quadro congiunturale.

La domanda estera

Rallenta la dinamica della domanda estera

La presenza di focolai di crisi in America latina, la recessione del sud est asiatico, della Russia ed il rallentamento dell’attività produttiva hanno portato negli ultimi mesi del ’98 ad un decelerazione dei flussi esportativi in tutti i paesi della UE.

Tab. 2 – ESPORTAZIONI IN VOLUME NEI PAESI DELLA U.E.

Variazioni % sul periodo corrispondente, 1998

  I trimestre II trimestre III trimestre
EUR11 10,2 7,4 3,7
EUR15 9,4 6,5 3,5
Belgio 7,0 5,7 0,7
Francia 12,0 5,7 5,1
Germania 9,0 8,4 3,0
Italia 10,3 4,6 0,9
Olanda 7,8 10,3 n.d.
Portogallo 10,4 9,7 n.d.
Spagna 11,3 9,3 8,6
Regno Unito 5,0 3,6 1,5
Fonte: EUROSTAT

Nel terzo trimestre dello scorso anno le esportazioni in quantità hanno mostrato, infatti, una crescita nettamente più contenuta rispetto a quanto registrato nella prima parte dell’anno.

Tendenza che, stando alle ultime indicazioni relative agli ordinativi dall’estero, sembra destinata ad arrestarsi nel breve periodo, con una contenuta ripresa dei flussi esportativi.

Anche le importazioni hanno risentito nel corso del terzo trimestre del ’98 del quadro congiunturale meno positivo, registrando una decelerazione particolarmente significativa per la Germania e l’Italia.

Tab. 3 – IMPORTAZIONI IN VOLUME NEI PAESI DELLA U.E.

Variazioni % sul periodo corrispondente, 1998

  I trimestre II trimestre III trimestre
EUR11 11,7 8,5 5,4
EUR15 11,6 8,1 5,7
Belgio 10,1 7,6 3,5
Francia 12,3 8,3 6,7
Germania 6,6 7,5 3,4
Italia 20,6 9,2 3,2
Olanda 10,7 9,0 n.d.
Portogallo 15,4 14,7 n.d.
Spagna 12,6 10,9 9,9
Regno Unito 10,1 6,9 7,2
Fonte: EUROSTAT

La domanda interna

Aumenta lievemente la domanda interna

La domanda interna continua, stando alle ultime indicazioni, a risultare l’elemento più dinamico delle diverse economie europee.

Al suo interno una evoluzione abbastanza positiva si riscontra per i consumi delle famiglie, aumentati nel terzo trimestre del ’98 per il complesso degli 11 Paesi del 3,0%.

Questa tendenza dovrebbe essere proseguita, stando all’evoluzione delle vendite al dettaglio in termini reali, anche ad ottobre e novembre, mese nel quale l’incremento tendenziale per il complesso degli 11 Paesi dell’aurea dell’euro è stato del 4,0%.

Tab. 4 – CONSUMI DELLE FAMIGLIE NEI PAESI DELLA U.E.

Variazioni % sul periodo corrispondente, 1998

  I trimestre II trimestre III trimestre
EUR11 2,8 2,5 3,0
EUR15 2,9 2,5 3,0
Belgio 3,2 5,0 3,3
Francia 3,1 4,2 3,8
Germania 2,3 0,6 2,8
Italia 1,7 1,3 1,3
Olanda 3,7 3,9 n.d.
Portogallo 4,5 5,7 n.d.
Spagna 3,8 3,7 3,5
Regno Unito 3,6 2,7 2,5
Fonte: EUROSTAT

La dinamica sostanzialmente positiva dei consumi delle famiglie, alla quale fa eccezione l’Italia che mostra un tasso di crescita sensibilmente più contenuto, riflette il miglioramento del clima di fiducia dei consumatori che, nonostante i segnali di rallentamento dell’attività economica, alla fine dell’anno ha superato il precedente picco registrato nel ‘90.

Lievemente meno positiva continua a risultare nel complesso la dinamica degli investimenti.

Nonostante in tutti i paesi dell’area nel corso del ’98 si sia riscontrata una tendenza alla diminuzione del costo del denaro, l’evoluzione di questa componente della domanda continua a mostrare una dinamica non particolarmente sostenuta.

Tab. 5 – INVESTIMENTI NEI PAESI DELLA U.E.

Variazioni % sul periodo corrispondente, 1998

  I trimestre II trimestre III trimestre
EUR11 4,9 1,9 2,5
EUR15 6,1 2,9 3,6
Belgio 6,5 1,4 7,4
Francia 4,0 3,8 4,0
Germania 4,4 -1,5 0,2
Italia 3,7 2,3 2,5
Olanda 5,3 0,8 n.d.
Portogallo 11,8 7,8 n.d.
Spagna 8,4 8,4 8,4
Regno Unito 11,2 7,5 7,7
Fonte: EUROSTAT

Il basso livello di utilizzazione della capacità produttiva e la tendenziale diminuzione del livello degli ordinativi continuano a tenere compressa questa componente della domanda, che per il complesso dei paesi della UEM registra nel terzo trimestre una variazione tendenziale del 2,5%.

Tassi di crescita abbastanza sostenuti degli investimenti si riscontrano solo in Belgio, Spagna e Gran Bretagna, mentre il dato più negativo si è registrato per la Germania.

L’occupazione

Migliora lievemente la situazione del mercato del lavoro

Nonostante il ’98 si sia configurato come un anno sostanzialmente positivo per l’insieme dei paesi della UE e che il rallentamento ciclico degli ultimi mesi non abbia raggiunto dimensioni sensibili, il mercato del lavoro nel suo complesso non ha mostrato quei miglioramenti necessari ad attenuare l’enorme problema dell’occupazione in Europa.

Secondo le ultime stime il totale dei senza lavoro nell’area della UE è ancora superiore ai 16milioni, di cui circa 14 nell’area della UEM.

La modesta crescita occupazionale riscontrata nel corso del ’98 e che ha prodotto una contenuta tendenza alla diminuzione del tasso di disoccupazione ha interessato quasi tutti paesi della UEM.

Tab. 6 – TASSO DI DISOCCUPAZIONE NEI PAESI DELLA U.E.

Dati destagionalizzati, dicembre

  1996 1997 1998
Austria 4,3 4,3 4,4
Belgio 9,3 9,0 8,4
Finlandia 14,2 12,3 10,9
Francia 12,4 12,2 11,7
Germania 9,3 10,2 9,5
Irlanda 10,8 8,8 7,3
Italia 12,1 12,0 12,3
Lussemburgo 2,8 2,5 2,0
Olanda 6,0 4,6 3,6
Portogallo 7,1 6,1 4,4
Spagna 21,7 20,1 18,2
EUR11 11,6 11,5 10,8
Danimarca 5,9 5,4 4,6
Grecia n.d n.d. n.d.
Regno Unito 7,7 6,4 6,2
Svezia 10,2 8,8 7,4
EUR15 10,8 10,4 9,8
Fonte: Elaborazioni Centro Studi CONFCOMMERCIO su dati EUROSTAT

I risultati più significativi su questo versante sono stati conseguiti dai Paesi che nel corso dell’ultimo anno hanno presentato una migliore evoluzione produttiva, o che, come nel caso della Spagna, hanno attuato azioni significative volte ad aumentare la flessibilità nel mercato del lavoro.

Solo in Italia il tasso di disoccupazione non è diminuito

Risultati particolarmente deludenti sono stati conseguiti dall’Italia che, unico tra i Paesi della UE, evidenzia un incremento del tasso di disoccupazione. Questa situazione connessa a dinamiche produttive molte contenute deriva anche all’assenza di interventi mirati ad aumentare la flessibilità del mercato e la sua dinamicità.

L’inflazione

L’inflazione è scesa all’1,0%

In netta decelerazione è risultata nel 1998 la dinamica dell’inflazione, per la quale si segnala nella media dell’anno un incremento dell’1,3% per il complesso dei 15 Paesi della UE e dell’1,1% per gli 11 dell’area dell’euro.

I prezzi hanno risentito in tutti i Paesi delle più favorevoli condizioni di acquisto delle materie prime sui mercati internazionali, tendenza fattasi più evidente nella parte finale dell’anno, alla quale si è associata una dinamica del costo del lavoro non particolarmente accentuata.

Tab. 7 – INDICE DEI PREZZI AL CONSUMO NEI PAESI DELLA U.E.

Variazioni % sul periodo corrispondente

  1998 
  I trimestre II trimestre III trimestre IV trimestre Anno
Austria 1,1 1,0 0,7 0,6 0,8
Belgio 0,8 1,2 1,0 0,7 0,9
Finlandia 1,7 1,6 1,2 0,9 1,4
Francia 0,7 1,0 0,6 0,3 0,7
Germania 0,7 1,0 0,7 0,5 0,7
Irlanda 1,3 2,3 2,7 2,3 2,1
Italia 2,0 2,1 2,1 1,8 2,0
Lussemburgo 1,3 1,2 1,0 0,5 1,0
Olanda 1,9 2,2 1,5 1,5 1,8
Portogallo 1,4 2,3 2,4 2,6 2,2
Spagna 1,7 1,9 2,0 1,5 1,8
EUR11 1,2 1,4 1,2 0,9 1,1
Danimarca 1,6 1,4 1,2 1,1 1,3
Grecia 4,2 5,0 4,8 4,6 4,5
Regno Unito 1,5 1,8 1,4 1,4 1,5
Svezia 1,9 1,4 0,6 0,1 1,0
EUR15 1,3 1,6 1,3 0,7 1,3
Fonte: Elaborazioni Centro Studi CONFCOMMERCIO su dati EUROSTAT

La tendenza deflattiva, sembra destinata a proseguire anche in questi primi mesi del ’99 in conseguenza di una dinamica del commercio mondiale che favorisce l’assenza di tensioni sui mercati internazionali e di una evoluzione produttiva non particolarmente sostenuta.

Qualche timore viene avanzato da alcuni organismi relativamente all’evoluzione nel secondo semestre dell’anno in conseguenza di dinamiche incerte sul versante del costo del lavoro, atteso in aumento in alcuni Paesi.

(*) In alcuni casi i dati, comparabili per tutti i paesi, pubblicati dall’Eurostat possono differire da quelli diffusi a livello nazionale dall’ISTAT.
La presente nota è stata redatta con le informazioni disponibili al 18 febbraio 1999.

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