TENDENZE DELLA CONGIUNTURA (ITALIA 9 mesi 1998)

TENDENZE DELLA CONGIUNTURA (ITALIA 9 mesi 1998)

Permane incerta la situazione economica internazionale - La congiuntura economica italiana rimane debole - Rallenta la domanda estera - Aumenta lievemente la domanda interna

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5 gennaio 1999

 

TENDENZE DELLA CONGIUNTURA

a cura del Servizio Analisi Macroeconomiche

Centro Studi

CONFCOMMERCIO

 

 

 

Permane incerta la situazione economica internazionale

Il 1998 si è chiuso segnalando ancora un clima di profonda incertezza riguardo le prospettive di sviluppo delle maggiori aree economiche.

 

Anche se sembrano essere scongiurati i rischi di una recessione mondiale sono ancora presenti in alcuni sistemi economici, in particolare dell’America latina e del sud est asiatico, evidenti sintomi di rallentamento.

 

Questa situazione che si traduce in primo luogo nelle sensibili fluttuazioni dei mercati finanziari, non sembra comunque riflettersi omogeneamente sulle diverse aree economiche:

 

·       negli Stati Uniti, nonostante gli stretti rapporti economici con i paesi in maggiore crisi, si  continua a segnalare, sulla spinta di una domanda interna per consumi ancora positiva, una tendenza alla crescita dell’occupazione;

 

·       in Europa, invece, i sintomi di debolezza si riflettono principalmente in una dinamica occupazionale che nel complesso non appare confortante.

 

La congiuntura economica italiana rimane debole

In questo contesto la situazione congiunturale dell’economia italiana non ha presentato particolari variazioni rispetto a quanto ha caratterizzato il nostro paese negli ultimi mesi.

 

CONTO ECONOMICO RISORSE E IMPIEGHI  (prezzi 1990)

(Variazioni %  sul periodo corrispondente)

 

 

 

1998

 

 

 

I TRIM

II TRIM

III TRIM

MEDIA

P.I.L.

2,5

1,2

1,2

1,6

IMPORTAZIONI

21,6

9,8

3,3

11,1

CONSUMI FINALI INTERNI

1,2

1,2

1,6

1,3

 consumi famiglie

1,2

1,2

1,7

1,4

 consumi collettivi

0,9

1,1

1,3

1,1

INVESTIMENTI

3,7

2,3

2,5

2,8

 macchine

2,4

3,1

2,8

2,7

 mezzi trasporto

17,7

13,0

14,0

14,9

 costruzioni

1,7

-0,8

-0,6

0,1

ESPORTAZIONI

12,4

5,4

-0,1

5,6

Fonte: Elaborazioni Centro Studi CONFCOMMERCIO

 

Il PIL segnala, infatti, nel terzo trimestre del ‘98 una crescita tendenziale ancora molto modesta (1,2%, 1,6% nella media dei nove mesi), continuando ad evidenziare una dinamica significativamente più contenuta di quella degli altri Paesi europei.

 

Bisogna comunque sottolineare come in questo contesto, non particolarmente positivo, si siano registrati dei modestissimi segnali di miglioramento dal lato della domanda interna e dell’occupazione, anche se le dimensioni del fenomeno ed il panorama nel quale si inseriscono non sembrano favorire una accelerazione tale da garantire per il 1999 tassi di crescita dell’economia superiori al 2%.

 

La produzione industriale rimane, infatti, sostanzialmente stagnante ed il livello degli ordinativi sia interni, che esteri non sembra indicare per i prossimi mesi una significativa inversione delle tendenze in atto.

 

 

La domanda estera

 

Rallenta la domanda estera

Analizzando i dati più recenti si evidenzia come la minore dinamicità dell’economia mondiale abbia prodotto un consistente ridimensionamento degli scambi con l’estero del nostro Paese.

 

Le esportazioni in quantità, dopo la modesta ripresa segnalata nel secondo trimestre, hanno mostrato, infatti, un netto rallentamento nel corso del terzo trimestre registrando su base annua una flessione, sia pure molto contenuta.

 

Anche le importazioni, che avevano indicato nei mesi precedenti una evoluzione particolarmente espansiva hanno mostrato nel terzo trimestre, in conseguenza sia del basso livello di attività produttiva interna, che delle elevate scorte accumulate nei mesi passati, una flessione in termini congiunturali, ridimensionando sensibilmente il tasso di crescita su base annua.

 

 

La domanda interna

 

Aumenta lievemente la domanda interna

L’incremento molto modesto della nostra economia nel terzo trimestre del ’98 è stato sostenuto esclusivamente dalla domanda interna, che ha mostrato per entrambe le componenti una contenuta tendenza all’aumento.

 

In particolare i consumi delle famiglie, la cui variazione in termini congiunturali è stata nel periodo luglio-settembre dello 0,9%, hanno registrato un incremento tendenziale superiore al PIL (1,7% contro l’1,2%).

 

Questa evoluzione, peraltro molto contenuta se confrontata con le dinamiche riscontrate negli altri paesi industrializzati, è imputabile sia al recupero da parte delle famiglie dei livelli di consumo di alcuni beni, tendenza favorita dagli effetti del miglioramento del clima di fiducia delle famiglie riscontrato nella prima metà dell’anno, sia dalla evoluzione lievemente più positiva del mercato del lavoro.

 

La modestissima tendenza al recupero sembra comunque meno evidente se si guarda ai dati relativi alle vendite del commercio al dettaglio in termini reali, che segnalano nella media del periodo gennaio-ottobre ’98 un incremento dello 0,9%.

 

FATTURATO IN TERMINI REALI PER CLASSE DI IMPRESA

(Variazioni %  sul periodo corrispondente)

 

 

1998

 

 

 

 

 

I Trim.

II Trim.

III Trim.

Ott.

Media

PICCOLE E MEDIE (fino a 5 addetti)

-0,2

0,6

0,2

0,1

0,2

GRANDI  (oltre 6 addetti)

2,4

3,0

2,0

2,7

2,5

 

 

 

 

 

 

TOTALE

0,6

1,2

0,9

0,8

0,9

Fonte: Elaborazioni Centro Studi CONFCOMMERCIO su dati ISTAT

 

Come di consueto questa evoluzione riflette andamenti articolati per le singole tipologie di vendita, con una sostanziale stagnazione degli acquisti effettuati presso le imprese di piccola e media dimensione (+0,2% in termini reali) ed una tendenza all’incremento della domanda presso le strutture della grande distribuzione (2,5%).

 

Gli investimenti crescono solo per effetto della domanda per mezzi di trasporto

Anche per gli investimenti nel corso del terzo trimestre si è riscontrata, in termini congiunturali, una intonazione lievemente più positiva, segnalando una crescita su base annua del 2,5%.

 

A tale riguardo vi è comunque da sottolineare come all’interno dell’aggregato continui a rimanere sostenuta solo la domanda per la componente relativa ai mezzi di trasporto, tendenza che sembra peraltro destinata ad esaurirsi nei prossimi mesi, meno dipendente dall’andamento del ciclo economico.

 

La scarsa dinamicità degli investimenti in macchine segnala, invece, ancora una volta la presenza nel nostro sistema di margini di capacità produttiva inutilizzati ed aspettative da parte delle imprese non particolarmente positive nel breve periodo.

 

Anche per le costruzioni, nonostante gli incentivi alle ristrutturazioni e la sensibile discesa dei tassi la tendenza continua a essere improntata alla stagnazione, che si traduce su base annua in una ulteriore diminuzione.

 

 

L’occupazione

 

Prosegue la tendenza al miglioramento del mercato del lavoro

Nonostante la dinamica produttiva continui a non essere particolarmente sostenuta, il mercato del lavoro ha registrato un ulteriore, anche se modesto, segnale di miglioramento.

 

E’ proseguita, infatti, anche ad ottobre la tendenza all’espansione della base occupazionale, con un incremento nel numero di persone occupate (+183 mila), dato che ha portato l’aumento nella media del ’98 a 110 mila unità (+0,5%).

 

OCCUPATI PER AREA

(Variazioni assolute sul periodo corrispondente)

 

 

1998

 

 

 

 

 

Gen.

Apr.

Lug.

Ott.

ANNO

Nord

108

11

50

105

69

   Nord Ovest

86

29

58

87

65

   Nord Est

22

-18

-8

18

4

Centro

27

-6

-22

20

5

Sud

-21

16

87

58

35

 

 

 

 

 

 

ITALIA

117

25

115

183

110

Fonte: Elaborazioni Centro Studi CONFCOMMERCIO su dati ISTAT

 

Tale evoluzione ha continuato ad interessare tutte le aree del paese, determinando anche per il Mezzogiorno un incremento del numero di occupati (+35mila) nella media delle quattro rilevazioni dell’anno.

 

Si ampliano i divari territoriali

Ciò nonostante il numero di disoccupati nell’area ha continuato ad aumentare in misura sensibile, con un conseguente ulteriore incremento del tasso di disoccupazione (22,8% dal 22,2% del ‘97), in controtendenza con quanto riscontrato nel resto del Paese.


disOCCUPATI PER AREA

(Variazioni assolute sul periodo corrispondente)

 

 

1998

 

 

 

 

 

Gen.

Apr.

Lug.

Ott.

ANNO

Nord

-57

-10

-7

-16

-23

   Nord Ovest

-33

8

6

-4

-6

   Nord Est

-24

-18

-13

-12

-17

Centro

-25

-37

5

10

-12

Sud

53

57

83

76

67

 

 

 

 

 

 

ITALIA

-27

7

81

70

33

Fonte: Elaborazioni Centro Studi CONFCOMMERCIO su dati ISTAT

 

Le dinamiche in atto confermano il progressivo ampliamento dei divari territoriali, in quanto se nel mezzogiorno la tendenza alla crescita del tasso di disoccupazione appare una costante nel Centro Nord si è sostanzialmente tornati sui livelli dell’inizio del ’93.

 

Fonte: Elaborazioni Centro Studi CONFCOMMERCIO su dati ISTAT

 

Questa situazione appare destinata a proseguire nel medio periodoanche in presenza di ulteriori miglioramenti della situazione occupazionale, in quanto il basso livello di attività dell’area evidenzia un potenziale di forza lavoro ancora inespresso e che potrebbe porsi sul mercato qualora si presentassero maggiori opportunità di trovare una occupazione.

Aumenta ulteriormente  l’occupazione nei servizi

 

Il miglioramento riscontrato nel mercato del lavoro nel corso del ‘98 è imputabile essenzialmente al settore dei servizi, che ha registrato un incremento di ben 123 mila occupati nella media delle quattro rilevazioni, segnalando un andamento particolarmente favorevole nella seconda parte dell’anno.

 

OCCUPATI PER SETTORE DI ATTIVITA’

(variazioni assolute sul periodo corrispondente)

 

 

1998

 

 

 

 

 

Gen.

Apr.

Lug.

Ott.

ANNO

 

 

 

 

 

 

AGRICOLTURA

18

-9

-31

-103

-32

   DIPENDENTI

35

18

-25

-46

-4

   INDIPENDENTI

-17

-27

-7

-57

-27

INDUSTRIA

84

-8

-26

25

19

   DIPENDENTI

75

-18

-33

20

11

   INDIPENDENTI

9

10

11

5

8

ALTRE ATTIVITA'

15

42

172

263

123

   DIPENDENTI

37

67

126

161

98

   INDIPENDENTI

-23

-25

48

102

26

  Commercio

-68

-6

58

79

16

        Dipendenti

-5

8

40

47

22

        Indipendenti

-64

-14

18

32

-7

 

 

 

 

 

 

TOTALE

117

25

115

184

110

   DIPENDENTI

148

67

68

135

104

   INDIPENDENTI

-31

-42

48

50

6

Fonte: Elaborazioni Centro Studi CONFCOMMERCIO su dati ISTAT Forze di  Lavoro

 

A questa positiva dinamica ha contribuito anche la componente indipendente aumentata di 26mila unità rispetto al 1997, ed anche in questo caso il dato è imputabile essenzialmente all’evoluzione riscontrata nella seconda parte dell’anno.

 

Negli ultimi mesi, nonostante nella media del ’98 il dato presenti ancora un andamento negativo, all’incremento dell’occupazione indipendente nei servizi ha contribuito anche il settore commerciale nel quale a partire da luglio sembra essersi arrestata la fase di espulsione di lavoratori indipendenti.

 

 

Le imprese

 

Continua a ridursi il numero di imprese nel commercio al dettaglio

Questa tendenza si è riflessa solo in minima parte sull’andamento dei saldi tra iscrizioni e cessazioni delle imprese commerciali.

 

SALDI tra iSCRIZIONI E CESSAZIONI DELLE IMPRESE COMMERCIALI, TURISTICHE E DEI SERVIZI  PER AREA - GENNAIO- SETTEMBRE-1998

 

 

Nord

Centro

Sud

ITALIA

COMMERCIO INGROSSO E DETTAGLIO

-5.458

-2.267

733

-6.992

Comm.,manut.e rip.autov.e motocicli

-732

-429

-343

-1.504

Comm.ingr.e interm.del comm.escl.autov.

1.143

561

1.886

3.590

Comm.dett.escl.autov.;rip.beni pers.

-5.869

-2.398

-810

-9.078

ALBERGHI E PUBBLICI ESERCIZI

75

341

1.338

1.754

SERVIZI

1.485

1.022

2.630

5.137

TOTALE ECONOMIA (Netto Agricoltura)

19.405

10.491

22.482

52.378

Fonte: Elaborazioni Centro Studi CONFCOMMERCIO su dati INFOCAMERE

 

Nel periodo gennaio- settembre 1998 si è evidenziato, infatti, un ulteriore ridimensionamento della base imprenditoriale del settore, sia pure a ritmi meno sostenuti rispetto a quanto riscontrato nell’analogo periodo dello scorso anno.

 

Anche nel ’98 la tendenza a registrare un saldo negativo tra iscrizioni e cessazioni d’impresa nel settore commerciale è risultata particolarmente concentrata nel segmento delle imprese al dettaglio di piccole dimensioni, le più penalizzate dal lato della domanda.

 

Analogamente a quanto riscontrato nei mesi precedenti nel Mezzogiorno si continuano a riscontrare saldi meno negativi rispetto a quanto registrato nelle altre aree del paese, tendenza imputabile non tanto ad una evoluzione più positiva della domanda, ma alla diversa situazione del mercato del lavoro.

 

Saldi positivi continuano a registrarsi, invece per il settore turistico e per i servizi alle famiglie e alle imprese, anche in questo caso la dinamica più positiva si riscontra nel mezzogiorno.

 

 

L’inflazione

 

L’inflazione rimane al di sotto del 2,0%

In questo panorama, che presenta molte incognite, segnali confortanti continuano ad arrivare dal lato dell’inflazione, la cui dinamica è risultata per il secondo anno consecutivo inferiore al 2,0%, in linea con gli obiettivi fissati, mostrando tra l’altro negli ultimi mesi una tendenza alla decelerazione.

 

INDICE DEI PREZZI AL CONSUMO PER LE FAMIGLIE DI OPERAI ED IMPIEGATI

(Variazioni %  sul periodo corrispondente)

 

CAPITOLI DI SPESA

1998

 

 

 

 

 

I Trim.

II Trim.

III Trim.

IV Trim.

ANNO

INDICE GENERALE (netto tabacchi)

1,7

1,8

1,8

1,6

1,8

Alimentazione (netto tabacchi)

0,4

1,0

1,3

1,4

1,1

Abbigliamento

2,6

2,7

2,7

2,5

2,6

Abitazione, acqua, energia

3,0

2,8

2,3

1,6

2,5

Articoli uso domestico

1,3

1,6

1,7

1,4

1,4

Sanità' e salute

2,2

2,3

2,9

2,4

2,5

Trasporti

1,6

1,4

1,5

0,7

1,3

Ricreazione, spettacoli e cultura

1,8

2,0

2,6

2,2

2,1

Istruzione

2,0

1,9

1,6

1,4

1,8

Alberghi, ristoranti, bar

2,3

2,4

2,3

2,3

2,3

Altri beni e servizi

1,8

1,1

0,8

0,6

1,1

Fonte: Elaborazioni Centro Studi CONFCOMMERCIO su dati ISTAT


Anche da questo lato le prospettive a breve evidenziano, comunque, alcuni elementi di incertezza:

 

·       in quasi tutti i paesi della UEM i tassi d’inflazione sono scesi ai minimi, portando il tasso di riferimento dell’area su valori particolarmente contenuti con conseguenti margini di manovra molto modesti;

 

·       se le dinamiche dei prezzi delle materie prime e di quelli alla produzione sembrano garantire una certa stabilità nel breve periodo dell’inflazione al consumo sono alcune operazioni sulle tariffe e sui prezzi dei beni e servizi di pubblica utilità che potrebbero creare alcune tensioni anche su questo versante nei prossimi mesi.

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