Tesoro e Istat "divisi" sulla crescita

Tesoro e Istat "divisi" sulla crescita

Nelle Prospettive per l'economia italiana nel 2013-2014, l'Istat prevede una moderata ripresa del potere d'acquisto l'anno prossimo con una crescita del Pil dello 0,7%. Il ministro dell'Economia Saccomanni replica: "Opinioni diverse, noi teniamo conti dei pagamenti della Pa".

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5 novembre 2013

 

Riparte la crescita, anzi e' gia' ripartita e dal -1,8% del 2013 l'Istat, dopo un ultimo trimestre previsto col segno piu', stima un +0,7% per l'anno prossimo. Una crescita che pero' molti descrivono come 'da prefisso telefonico' ma che secondo il ministro dell'Economia, Fabrizio Saccomanni potrebbe essere diversa, forse piu' consistente delle stime: rispetto all'Istat - spiega - ''abbiamo opinioni leggermente diverse''. Le cifre Istat sono infatti un po' piu' basse delle stime ufficiali del Governo. E questo anche perche' i consumi delle famiglie continuano a restare al palo e la disoccupazione galoppa. Ma la posizione di Saccomanni viene rinforzata da Bankitalia: ''sia in Europa, sia in Italia si rafforzano i segnali di un graduale miglioramento''. E anche Carlo Padoan, capo economista dell'Ocse afferma: ''la crescita nel 2014 e' una buona notizia. Non era scontata''. Migliora intanto il fabbisogno ad ottobre (11,5 miliardi contro i 13 del 2012) anche se, nei primi 10 mesi, si porta a 87,1 miliardi. Ma - precisa il Tesoro - e' comunque in linea con le stime di fine anno (circa 83 miliardi). Insomma sembra andare meglio ma sembra anche che serviranno altri sacrifici. E Giorgio Napolitano, infatti avverte: ''la coperta restera' corta anche se riusciremo con un grande sforzo collettivo di responsabilita' e coesione a riaprirci presto un sentiero di crescita per l'economia italiana''. Ma Saccomanni e' sicuro che ''l'economia entrera' in ripresa nel quarto trimestre'' di quest'anno e ''l'anno prossimo''. Anche perche' ''il nostro bilancio e' prudente ma ci aiuta in questo processo di ripresa dell'attivita' economica''. Insomma il Governo scommette sulla ripresa gia' iniziata alla fine di quest'anno. E Renato Brunetta presidente dei deputati del Pdl, auspica: ''speriamo Saccomanni abbia ragione''. Poco convinti invece i consumatori.  L'Istat fornisce una 'fotografia' della situazione in
miglioramento ma ancora lontana dall'essere tranquillizzante. Peggiorano le stime sulla crescita: nel 2013 il Pil arretrera' dell'1,8% mentre nel 2014 e' prevista una crescita dello 0,7% mentre il governo nelle ultime stime ufficiali indicava -1,7%  per il 2013 e +1% per il 2014. Ma qui interverrebbe la 'differenza' di stime rivendicata da Saccomanni. Ma il vero problema e' il tasso di disoccupazione che raggiungera' quota 12,1% nel 2013. Nel 2014, pur stabilizzandosi, proseguirebbe ad aumentare, al 12,4%. E ancor piu' grave e' la situazione dei consumi: nel 2013 la spesa delle famiglie segnerebbe una contrazione del 2,4%. ''Nonostante il permanere delle difficolta' sul mercato del lavoro e la debolezza dei redditi nominali, nel 2014, la spesa dei consumatori e' prevista crescere moderatamente (+0,2%)''. Ne' c'e' da sperare nelle retribuzioni: continuerebbero
a mostrare una dinamica moderata, +1,4%, sia nel 2013 sia nel 2014, dovuta al blocco retributivo nel settore pubblico e alla sostanziale equiparazione tra l'andamento delle retribuzioni di fatto e quelle contrattuali. Non aiuta neanche l'aumento dell'Iva che avra' effetti sull'inflazione (1,5% poi 1,3%). Saccomanni prende le distanze: ''abbiamo opinioni leggermente diverse'', ''la differenza modesta e' dovuta alle attivita' del processo di riforma strutturale'' e ''alle misure sui rimborsi del debito P.a.''. ''Non so in che misura l'Istat stia tenendo conto anche di questi fattori''. Questo anche se la complessa nota metodologica dell'Istat allegata alle previsioni macro sembra prendere in considerazione il 'dispiegarsi' dell'effetto delle riforme. Piu' ottimista anche il ministro del Lavoro, Enrico Giovannini: i dati Istat ''intanto sono previsioni e comunque rappresentano uno stimolo per fare ancora di piu', la legge di Stabilita' deve incoraggiare l'economia''. L'Istat, osserva il ministro, indica che ''se la fiducia crescera' si
arrivera' a una crescita intorno all'1% quanto previsto dal governo''. Anche se ammette: ''Temiamo che a fine anno il dato sulla poverta' sara' in peggioramento''.

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