Ipotesi Tfr, Visco:"Le banche possono usare i fondi Bce per le pmi"

Ipotesi Tfr, Visco:"Le banche possono usare i fondi Bce per le pmi"

Il governatore di Bankitalia fa chiarezza sulla possibilità di usare i prestiti Tltro di Francoforte."Le banche sono libere di decidere in che maniera impiegarli a patto che siano destinati alle pmi".

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3 ottobre 2014
 
Le banche, se vogliono, possono usare i fondi della Bce destinati alle Pmi anche per 'coprire' il
trasferimento del Tfr in busta paga. Mentre il dibattito sulla proposta avanzata dal premier Matteo Renzi comincia a raccogliere i primi si' - da Sergio Marchionne a Maurizio Landini - a fare chiarezza sulla possibilita' di usare i prestiti Tltro di Francoforte e' il governatore di Bankitalia, Ignazio Visco, spiegando che "le banche sono libere" di decidere in che maniera impiegarli a patto che siano destinate alle Pmi. La proposta sul Tfr e' ancora nella fase di 'perfezionamento', e starebbe prendendo quota l'ipotesi di rendere disponibile la liquidazione per i dipendenti che lo vorranno in una unica tranche, invece che mese per mese, come una sorta di ulteriore 'tredicesima' per ottenere un maggior effetto di spinta ai consumi. E ancora si sta valutando se 'liberare' tutto il Tfr maturando o solo il 50%. ''Se si creano le condizioni si puo' fare, altrimenti meglio lasciar perdere'', fa il punto il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti. Quello della liquidita' per le piccole e medie imprese e' uno dei nodi da sciogliere di una operazione "complessa" come sottolinea il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan perche' coinvolge lavoratori, finanza pubblica via Inps, imprese e fondi pensione. Certo, osserva, le banche "possono essere coinvolte ma ora quel mercato attraversa ancora una fase nervosa perche' devono finire gli stress test europei". Anche il ministro dell'Economia guarda ad un possibile utilizzo dei fondi Bce. E, proprio per studiare il modo di sfruttare al meglio tutte le opportunita' e far affluire questi fondi all'economia reale - non solo per il Tfr - aumentando il credito, c'e' stata una prima riunione tecnica al Mef, insieme a ministero dello Sviluppo economico, Bankitalia, Cdp e Abi.  Insomma "i pro e i contro" dell'operazione di trasferimento del Tfr nelle buste paga, sintetizza ancora Poletti, "sono noti anche al Governo. C'e' un tema di risorse rispetto alle Pmi ed e' in corso una riflessione sul punto, che oggi e' aperta". Il punto di partenza, ribadisce il responsabile economico del Pd Filippo Taddei e' che "questa ipotesi, se diventera' realta', non dovra' sottrarre un euro alle imprese". Ma per farlo bisogna mettere a punto un meccanismo per cui le aziende possano recuperare liquidita' accedendo al credito "a tassi inferiori a quella che attualmente e' la rivalutazione del Tfr" (attualmente la rivalutazione e' fissata all'1,5% annuo fisso al quale si aggiunge il 75% dell'inflazione). n attesa di vedere la proposta definitiva, che comunque "o si fa con questa legge di stabilita' o non si fa piu'" sottolinea il consigliere economico di Palazzo Chigi Yoram Gutgeld, arrivano intanto le prime aperture da parte delle grandi imprese, dalla Fiat, a Telecom, alla Diesel. Capofila l'ad della Fiat Sergio Marchionne ("anche se costa alla Fiat dobbiamo appoggiare il governo in quello che sta facendo. Basta dire no"). E a sorpresa anche il leader della Fiom Maurizio Landini pensa "che si possa fare" a patto che i lavoratori siano lasciati liberi di scegliere e che non cambi la tassazione.
   

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