Tra i partiti al governo intesa di nuovo a rischio

Tra i partiti al governo intesa di nuovo a rischio

Il nodo principale continua a essere l'inasprimento del carcere per i grandi evasori, senza contare che quando i provvedimenti arriveranno alle Camere ripartirà probabilmente anche la battaglia sulle tasse. Decreto fiscale: manette più facili agli evasori, per i nido 250 euro.

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14 ottobre 2019

L'Italia rispetta le regole europee e mette in campo una manovra "moderatamente espansiva" che assicura la sostenibilità dei conti pubblici e un percorso, seppur molto graduale, di calo del debito. Il ministro dell'Economia, Roberto Gualtieri, risponde alla richiesta di chiarimenti di Bruxelles assicurando, insomma, che nel programma economico italiano non ci sono "deviazioni significative" dal tracciato europeo. E per rassicurare ulteriormente la Commissione si impegna a inserire in manovra una nuova "clausola salva-conti" che congela dei fondi in attesa di verificare gli effettivi risparmi di Quota 100. Ma non è l'Europa a preoccupare il governo giallorosso. Il problema resta l'intesa tra i partiti della maggioranza, che rischia di traballare di nuovo dopo l'accordo faticosamente raggiunto appena tre giorni fa. Il nodo è sempre lo stesso: sull'inasprimento del carcere per i grandi evasori che, su pressing del Movimento 5 Stelle, si è concordato di inserire nel decreto fiscale. Il testo, approvato formalmente ormai dieci giorni fa, ancora non è stato né chiuso né bollinato dalla Ragioneria. E la sua pubblicazione slitterà con ogni probabilità alla prossima settimana. Le obiezioni sarebbero sempre quelle già avanzate nel corso del vertice di maggioranza lunedì, sull'opportunità di mettere mano a norme penali con un decreto legge. Dubbi che, secondo fonti parlamentari, arriveranno anche al Colle, che ancora attende l'invio del testo per la firma.Tanto che Forza Italia ha annunciato di aver inviato una lettera a Mattarella in proposito. "Ho dubbi sull'utilizzo del decreto", dice chiaramente Matteo Renzi al Corriere della Sera, sottolineando che "se il Quirinale riterrà di controfirmare il testo" la questione si riaprirà in Parlamento. E quando decreto e manovra arriveranno alle Camere, si ripartirà probabilmente anche la battaglia sulle tasse: quelle nuove, sottolineano al ministero dell'Economia, mirano a cambiare i comportamenti, come plastic e sugar tax, e valgono in tutto 2 miliardi contando anche la web tax, che sarà finalmente operativa dal nuovo anno. A garantire però la copertura della manovra ci sono altri aumenti di gettito legati a vecchie tasse, dai giochi, alle sigarette, fino alla cedolare secca sugli affitti concordati. Che si uniscono alle coperture "solide e rigorose" che arrivano dal contrasto di frodi ed evasione, per 3 miliardi, e al 'tesoretto' da altri 3 miliardi che arriva dalle partite Iva soggette agli Isa e dai forfettari che sarà trasferito per intero nel 2020 attraverso una riduzione del 10% dell'acconto di fine anno. Contro le 'micro-tasse', oltre a Italia Viva, che ha già proposto nuova spending review per evitarle, si muove anche il Movimento 5 Stelle, che rispolvera l'Imu da fare pagare alla Chiesa ("solita minestra riscaldata", la secca risposta da Oltretevere). Ma ci sarà anche qualche tentativo di irrobustire almeno quelle "etiche" ad esempio per destinare più fondi alla scuola visto che le attuali risorse sono "poche", lamenta il ministro Lorenzo Fioramonti. Altro capitolo che si cercherà di rafforzare quello della famiglia, che parte con 600 milioni aggiuntivi che consentiranno di portare fino a 250 euro il voucher per gli asili nido e di rafforzare l'assegno per i nuovi nati (il vecchio bonus bebè) prevedendo tre fasce a seconda del reddito, da 80, 120 e 160 euro al mese.  Per "chiarire" i contenuti della manovra intanto Luigi Di Maio ha lanciato un evento a Narni, con il premier Giuseppe Conte, con "tutta la coalizione". Presenti Pd e Leu, Italia Viva invece non ci sarà. "I 40 euro da luglio" per le buste paga dei lavoratori, dice, sono comunque già "blindati". Ma non basta ai sindacati che hanno scritto al presidente del Consiglio chiedendo un nuovo incontro, per entrare nel merito delle varie misure, compresa la rivalutazione delle pensioni basse, prima che la manovra arrivi in Parlamento. Ma, appunto, ci sarà tempo.

Manette più facili agli evasori. Per i nido 250 euro

La stretta penale contro gli evasori ha preso forma nel decreto fiscale. La nuova bozza si muove su due fronti: innalza il tetto minimo e massimo delle condanne, portando quest'ultimo a 8 anni di carcere, e amplia lo spettro dei comportamenti punibili penalmente, riducendo quindi l'area dei reati che finora erano 'semplicemente' tributari. Anche se in maggioranza le posizioni sono diverse e non è stata ancora scritta l'ultima parola. Il pacchetto fisco è uno dei tanti cardini della manovra, come gli interventi sulla famiglia. Anche su quel versante sono stati sciolti dei nodi. Il ministro Elena Bonetti ha precisato l'ammontare del contributo per gli asili nido. La cifra è più bassa rispetto a quella circolata nei giorni scorsi, quando si parlava di 400 euro mensili: potrà arrivare a 250 euro, "che significa 3 mila euro annui. Questo per la fascia da zero a 3 anni". Intanto già nel 2020 ci sarà "un assegno mensile, universale, per tutti i nuovi nati", che sarà da 80 euro o 120 euro o 160 euro a seconda del reddito. Confermata poi l'estensione del congedo di paternità, che passa da 5 a 7 giorni. Se la famiglia rientra nei capitoli di spesa, la lotta all'evasione fiscale è uno degli strumenti per raggiungere i quasi 30 miliardi di entrate. Nella lettera all'Ue, il ministro dell'Economia Roberto Gualtieri ha spiegato che una stima "prudente ma rigorosa" attribuisce a questo tipo di interventi un valore di 3 miliardi. L'inasprimento penale dovrebbe frenare l'evasione e portare così più gettito. Le nuove norme prevedono che la pena massima passi da 6 a 8 anni in caso di dichiarazione fraudolenta, quando la somma evasa superi i 100 mila euro. Il tetto di carcere è stato alzato anche per altri tipi di reato. Per esempio, per la dichiarazione infedele è salito da 3 anni a 5 anni. Mentre si sono abbassate le soglie per lo sconfinamento dal 'fiscale' al penale di alcuni tipi di comportamenti: per il mancato versamento delle ritenute, prima la somma in ballo doveva superare i 150 mila euro, ora ne 'bastano' 100 mila. Altro pilastro della manovra è il taglio del cuneo fiscale previsto sia per i 9,4 milioni di lavoratori con redditi da 8 mila a 26.6000 euro, che percepiscono già il bonus Renzi, sia per i 4,5 milioni di lavoratori con redditi lordi tra i 26.600 e i 35mila euro. In busta paga, dovrebbe tradursi in circa 500 euro all'anno nel 2020 e in mille euro a partire dal 2021. Sugli stipendi peserà però la stretta sulle detrazioni Irpef, che andranno a calare per i redditi oltre 120 mila euro azzerandosi a quota 240 mila euro, anche se non per tutte le spese: non saranno toccate quelle sanitarie. I conti stanno impegnando tecnici e politici. Le cifre ballano, le stime cambiano. Il ministero dell'Economia ha corretto alcune indicazioni circolate nei giorni scorsi e ha chiarito come siano 2 e non 5 i miliardi che la manovra prevede di incassare nel 2020 con le nuove tasse: 1,3 miliardi da sugar e plastic  tax, 700 milioni dalla web tax e circa 20 milioni dalla nuova modalità di tassazione degli atti giudiziari. A contribuire alla manovra c'è poi il 'tesoretto' da 3 miliardi di maggiori incassi dalle partite Iva, che saranno trasferiti per intero nel 2020 attraverso una riduzione del 10% degli acconti da pagare a fine novembre. La riduzione dell'acconto di fine anno vale infatti 1,5 miliardi, spiegano al Tesoro, che si aggiungono al miliardo e mezzo di maggior gettito strutturale acquisito già da quest'anno. Per adesso si tratta di conti senza l'oste. La prossima settimana la manovra dovrebbe approdare al Senato e lì comincerà la grandinata di emendamenti. I capitoli più bersagliati saranno la stretta penale per gli evasori, Quota cento, che per adesso non è stata toccata, la sugar tax e la plastic tax. Si annuncia battaglia pure sul rialzo della cedolare secca, che passa dal 10% al 12,5%

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