TTIP: minaccia o opportunità per le pmi?

TTIP: minaccia o opportunità per le pmi?

Aice, in collaborazione con la Delegazione Confcommercio a Bruxelles, ha organizzato a Milano un convegno sull'accordo di libero scambio tra Unione Europea e Stati Uniti.

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4 novembre 2015

Il 3 novembre scorso, presso il Circolo del Commercio di Milano, Aice ha organizzato in collaborazione con la Delegazione Confcommercio a Bruxelles un convegno sull'accordo di libero scambio tra Unione Europea e Stati Uniti, il cosiddetto TTIP (Transatlantic Trade and Investment Partnership) e sulle relative conseguenze che l'intesa potrà avere per le microimprese e i settori strategici per l'economia italiana.  Le principali forze politiche italiane presenti al Parlamento Europeo hanno espresso posizioni differenti, non solo sul TTIP, ma anche sull'intera strategia di politica commerciale della Commissione Europea. Tiziana Beghin (europarlamentare del Movimento 5Stelle) e Claudio Borghi Aquilini (responsabile federale del Dipartimento Economia e Attività Produttive della Lega Nord) si sono detti scettici sui benefici che potrebbe portare la firma dell'accordo. In particolare, Beghin ha sottolineato che non ci potranno essere modifiche o emendamenti al testo del trattato che sarà sottoposto all'approvazione finale del Parlamento Europeo. Pertanto, l'attenzione andrebbe rivolta alla tutela dei cittadini e delle imprese, soprattutto le pmi, che non avranno spazio nel mercato Usa e non saranno sicuramente in grado di competere in un mercato così complesso, con tutti i rischi che potranno derivare, come ad esempio la contraffazione alimentare per i prodotti italiani. Anche per Borghi il problema principale è rappresentato dal dislivello economico tra Europa e Usa, legato soprattutto al potere della valuta estera rispetto a quella locale. Troppa liberalizzazione non produrrebbe altro che un ulteriore indebolimento dell'economia italiana. Decisamente più favorevole alla firma del trattato Alessia Mosca (europarlamentare del Partito Democratico) che nel suo intervento ha posto l'accento sulla trasparenza in fase di negoziazione e sulla democraticità come caratteristiche fondamentali del TTIP. L'apertura al trattato di libero scambio potrebbe permettere di risolvere quei problemi economici e geopolitici che hanno rallentato l'Italia non solo nei confronti degli stati extraeuropei, ma all'interno dell'Europa stessa. Anche Salvatore Cicu (europarlamentare di Forza Italia) ha ribadito l'importanza di concentrarsi principalmente sugli obiettivi che il nostro Paese vuole raggiungere attraverso la firma dell'accordo, sottolineando che il TTIP potrà essere efficace solamente se il livello di protezione dei cittadini europei non subirà variazioni e se l'Unione Europea conserverà l'approccio democratico che la caratterizza. Il convegno è stato aperto dal presidente di Aice, Claudio Rotti, il quale ha affermato che "qualsiasi tipo di collaborazione, soprattutto con gli Stati Uniti, non può essere che interessante e volta a intensificare i rapporti già esistenti e ben avviati durante gli ultimi anni". In particolare, è stata evidenziata l'importanza di questa sfida per creare nuovi posti di lavoro, crescita costante e attrarre investimenti esteri. Potenzialmente, con la firma dell'accordo il Pil italiano aumenterebbe, al netto dell'inflazione, di 5,6 miliardi di euro e l'occupazione in Italia di circa 30mila unità. Ma il malumore dell'opinione pubblica che si registra soprattutto nei Paesi del Nord Europa, crea dubbi sui reali vantaggi che l'accordo potrebbe portare. In particolare, è diffusa in alcune frange della società civile la paura che si possano abbassare gli standard di qualità, sicurezza e tutela ambientale oggi vigenti in Europa, che vi siano pericoli per i diritti dei lavoratori, che vi sia mancanza di trasparenza. Tali paura, però, sono fondamentalmente dovute a una mancanza di corretta informazione. E' infatti da escludere che i negoziatori europei possano accettare un'intesa al ribasso sui diritti acquisiti. E' inoltre, assodato che il TTIP non interesserà il settore culturale e non si occuperà di servizi pubblici, la cui gestione non potrà che rimanere sotto la giurisdizione dei singoli governi. Parere positivo al trattato è stato espresso anche dal direttore del settore commercio internazionale di Eurocommerce, Ralph Kamphöner, il quale ha sottolineato l'importanza che potrà avere ad esempio l'abbattimento dei dazi per alcuni settori chiave dell'esportazione italiana, come ad esempio quelli del fashion e del food. Inoltre, verrebbero semplificati e armonizzati vari processi come la procedura di rimborso dei dazi e soprattutto le modalità di analisi delle merci. Anche il segretario generale di Aice, David Doninotti, ha ribadito il sostegno all'accordo puntando sull'armonizzazione delle regole ed evidenziando i risultati di alcuni studi che prevedono un incremento potenziale del PIL europeo e americano rispettivamente dello 0,5 e 0,6%, con una crescita maggiore dei settori automotive e alimentare intorno al 21,4 e 9,4%. La battaglia più importante sarà eliminare le cosiddette barriere non tariffarie, ovvero le varietà di legislazioni sugli standard tecnici di sicurezza ambientale, sanitarie e simili che possono costituire un serio ostacolo al commercio internazionale nella misura in cui gli operatori esteri devono adeguarsi alla normativa del paese importatore. Giacomo Mattinò, capo dell'unità EEN e internazionalizzazione delle pmi alla Commissione europea, ha sottolineato i potenziali benefici del trattato nel settore chimico (+9%) e metalmeccanico (+12%). Mattinò ha ribadito anche la necessità di ottimizzare il potenziale non sfruttato adeguatamente finora attraverso un'azione di armonizzazione ed eliminazione delle barriere tecniche, focalizzata a favorire lo sviluppo delle PMI.  Dello stesso avviso anche il console per gli Affari Economici Usa a Milano, Sunil K. Ravi, favorevole alla firma di un accordo ambizioso con un partner potente come l'Europa. Ravi ha ricordato che l'accordo tra due realtà così avanzate e attente agli standard potrà portare a un miglioramento generale delle dinamiche commerciali internazionali per le pmi attraverso l'abbattimento dei dazi, della burocrazia e l'accesso a nuovi mercati con cui gli Stati Uniti hanno già stipulato degli accordi. Per il console, il TTIP rappresenta una sfida affascinante, paragonando i dubbi sulla sua convenienza e utilità a quelli che circondavano l'esposizione universale prima dell'apertura dei lavori e il successo riscontrato, invece, alla sua conclusione.

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