Il turismo alberghiero ha il vento in poppa

Il turismo alberghiero ha il vento in poppa

Da Federalberghi una “pioggia” di dati che testimonia dell’ottimo stato di forma del comparto: nel 2024 piccolo calo degli arrivi rispetto al 2019, ma presenze record grazie agli stranieri. Bocca: “siamo di fronte ad uno scenario che invita a fare grandi cose”.

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16 maggio 2025

Gli alberghi italiani sono 32.194 e offrono oltre un milione di camere per 2,3 milioni circa di posti letto. Quelli a 4 o 5 stelle nel 2023 sono arrivati al 22% del totale (erano l’8,9% nel 2000), mentre i 3 stelle e le residenze turistico alberghiere sono la categoria più consistente (dal 42,2% al 55,2%). Gli arrivi, nel 2024, sono stati leggermente in calo rispetto al 2019, ma le presenze sono in crescita grazie agli stranieri, che peraltro nei primi due mesi del 2025 hanno speso 5,5 miliardi, il 6,2% in più rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Sono dati contenuti in un’indagine realizzata da Federalberghi e Tecnè, che tra le altre cose sottolinea che il turismo alberghiero deve misurarsi sempre più con l’influenza che i social esercitano sui visitatori quanto alla scelta delle destinazioni.

“Siamo di fronte ad uno scenario che invita a fare grandi cose. Dopo gli anni della pandemia che hanno colpito duramente il settore, si è tornati ai livelli pre-Covid. Il settore si conferma come una infrastruttura economica fondamentale per il Paese”, commenta il presidente di Federalberghi, Bernabò Bocca.

“I nostri concittadini – aggiunge - stanno dimostrando di prediligere le strutture alberghiere, in particolare quelle votate alla sostenibilità. L’auspicio è che possano rappresentare una massa critica sempre maggiore. Posso dire con orgoglio che l’ospitalità italiana sposa la modernità: ci siamo adeguati velocemente alle tendenze in atto, senza dare nulla per scontato e lavorando sulla qualità dell’offerta, riqualificando le nostre strutture secondo i canoni dell’era green”.

“Oggi chi sceglie l’hotel cerca un’emozione, un’esperienza, non più semplicemente un luogo dove soggiornare. Noi – conclude il presidente di Federalberghi –  siamo chiamati a dare fondo alla nostra inventiva ed alla nostra capacità imprenditoriale per rispondere in tempo reale ad un turismo che cambia. Dalla nostra indagine, si evince quanto i social siano diventati determinanti nella scelta della destinazione di viaggio. A questa tendenza va data un’attenzione speciale, fornendo risposte di grande competenza e puntando alla formazione di figure professionali specializzate. Malgrado i buoni risultati, non si può lavorare in solitaria. Nel nostro comparto conta moltissimo fare rete ma anche avere i supporti necessari affinché l’offerta possa essere attrattiva fino in fondo. Sotto questo profilo siamo ancora carenti in termini di infrastrutture: il turismo vive e si esprime sul territorio. Non si possono fare miracoli se non si è agevolati nella raggiungibilità di una destinazione. Auspico che su questo tema si facciano veloci e risolutivi passi in avanti”.

I PRINCIPALI DATI SUL SETTORE ALBERGHIERO

L’OFFERTA – Gli alberghi in Italia sono 32.194. Complessivamente offrono 1.068.322 camere e 2.232.799 posti letto. Negli anni si è assistito ad un graduale aumento della dimensione media degli alberghi e a un contestuale processo di riqualificazione che ha portato le categorie più alte ad assumere un peso sempre maggiore. Infatti, i 4 e 5 stelle sono passati dall’essere l’8,5% dell’offerta alberghiera nel 2000, al 22% del 2023. Contestualmente i 3 stelle e le residenze turistico alberghiere sono diventati la categoria più rappresentativa: dal 42,2% al 55,2% (fonte: elaborazione Federalberghi su dati Istat).

LA DOMANDA – Dopo gli anni difficili della pandemia, nel 2024 le presenze in albergo sono state 283.566.417 e gli arrivi 89.087.262 per una permanenza media di 3,2 giorni. In particolare, i pernottamenti sono stati maggiori del +3% rispetto al 2023 e del +0,9% rispetto al 2019, anno del precedente record. Questo risultato è la sintesi di due andamenti contrapposti tra loro: i nostri connazionali hanno visto un calo di presenze del -1,2% sul 2023 e del -4,2% sul 2019. Al contrario, gli stranieri sono aumentati rispettivamente del +7,1% e del +6,1%. Nel primo trimestre 2025 le presenze alberghiere hanno sfiorato i 44,5 milioni con un calo del -1,8% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso (fonte: elaborazione Federalberghi su dati Istat provvisori).

LA SPESA TURISTICA – Lo scorso anno, la spesa dei turisti stranieri in Italia è stata pari a 54,2 miliardi di euro, con un aumento del 4,9% rispetto al 2023. In parallelo, è stato rilevato un aumento del numero di viaggiatori stranieri alla frontiera (+3,4%) passati da 85,7 a 88,6 milioni e una diminuzione dei pernottamenti (-1,0%). Nel primo bimestre 2025 la spesa di chi proviene da oltreconfine è stata di 5,5 miliardi: in aumento del 6,2% rispetto ai 5,2 miliardi dello stesso periodo dello scorso anno (fonte: elaborazione Federalberghi su dati Banca d’Italia: 2024 definitivi, 2025 provvisori).

LA SCELTA DELLA LOCALITÀ TURISTICA E I SOCIAL – Oltre la metà degli italiani è influenzato dai social per la scelta della località in cui recarsi in vacanza: il 12,1% si dice molto influenzato, il 43,9% abbastanza. I tre quarti verifica le recensioni prima di scegliere la destinazione: il 27,7% lo fa sempre, il 49,8% lo fa qualche volta (fonte: indagine Tecnè per Federalberghi).

LA SCELTA DELLA STRUTTURA RICETTIVA E LA SOSTENIBILITÀ - Il tema della sostenibilità ambientale influenza la scelta della struttura in cui alloggiano gli italiani in vacanza: il 12,7% preferisce una struttura certificata e il 38,8%. predilige strutture che adottano pratiche sostenibili (fonte: indagine Tecnè per Federalberghi).

L’ALBERGO E LE ESPERIENZE SUL TERRITORIO – Gli italiani sono interessati alle attività organizzate dall’albergo per scoprire tutte le sfaccettature del territorio in cui soggiornano: organizzare tour e visite guidate (44,3%), fare esperienze di benessere e relax (32,7%), avere esperienze musicali e d’intrattenimento anche esclusivo (32,2%), scoprire i vini locali (25%) e fare corsi creativi o laboratori artistici (20,6%) (fonte: indagine Tecnè per Federalberghi).

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