Turismo: con la nuova Europa più concorrenza

Turismo: con la nuova Europa più concorrenza

Secondo il presidente di Federalberghi-Confturismo, Bernabò Bocca, con l'ingresso dei nuovi Stati membri servono "regole comuni che non creino distorsioni del mercato, per evitare la nascita di una Europa turistica a due velocità".

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3 maggio 2004

Turismo: con la nuova Europa più concorrenza

 

“L’allargamento della Ue produrrà una maggiore concorrenza turistica all’interno dell’Unione Europea”. È quanto affermato dal presidente di Federalberghi-Confturismo, Bernabò Bocca, alla vigilia dell’ingresso dei 10 nuovi Paesi nell’Unione Europea.

“Al momento, infatti – ha proseguito Bocca - i flussi che dai 15 Paesi si spostano verso i nuovi 10 entrati lo fanno quasi esclusivamente per motivi di vacanza, mentre quelli provenienti dai 10 sono costituiti per lo più da cittadini in cerca di lavoro. Ciò impone all’Italia un’azione di marketing ben precisa, volta a rafforzare l’immagine turistica del nostro Paese, per emergere all’interno di una offerta di ben 25 nazioni, ed impone altresì all’Europa il varo di norme volte a ridurre la disparità di trattamento sia sul fronte del costo del lavoro sia del regime fiscale, due voci che ci vedono fortemente penalizzati”.

Nell’attuale Unione Europea a 15 Paesi è il regime dell’Iva nell’ospitalità a destare le maggiori preoccupazioni, arrivando in alcuni casi a determinare una sostanziale differenza a forte svantaggio per l’Italia. Mentre, infatti, gli alberghi italiani sono sottoposti ad una Iva del 10%, le strutture ricettive di Paesi nostri diretti concorrenti sul mercato internazionale scontano il 5,5% in Francia, il 7% in Spagna, il 6% in Portogallo, l’8% in Grecia, il 6% nei Paesi Bassi. Piccole, grandi differenze che incidendo nella determinazione delle tariffe, finiscono non poche volte per influenzare le scelte turistiche di consistenti flussi di persone.

“Con l’arrivo dei nuovi 10 Paesi – ha evidenziato il presidente di Federalberghi - la situazione per l’Italia si farà ancora più difficile. Nazioni quali la Cechia, Malta e Cipro applicano una aliquota Iva addirittura del 5%, la metà della nostra. La Slovenia dell’8,5% e la Polonia del 7%. La destinazione turistica Europa, insomma, si arricchirà di nuove proposte senza però eliminare preventivamente quelle disparità competitive, che nel breve si potrebbero trasformare in motivi addirittura di divisione invece che di unione”.

Disparità che si accentuano nel momento in cui l’attenzione cade sul fronte salariale. Il salario medio lordo mensile nel settore turismo in Italia è di 1.546 euro. Il salario medio lordo mensile in Italia ammonta generalmente a 1.557 euro. In Slovenia il salario medio lordo mensile è di 1.103 euro, in Cechia è di 578 euro, in Ungheria è di 557 euro, in Polonia è di 537 euro, in Slovacchia è di 328 euro.

“Numeri che parlano da soli – ha concluso Bocca - e pongono all’attenzione dei 25 Paesi dell’Unione Europea ed ai Governi dei singoli Paesi interrogativi su come ridefinire regole comuni che non creino distorsioni del mercato, per evitare la nascita di una Europa turistica a due velocità”.

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