Turismo e spettacolo coppia d'assi

Turismo e spettacolo coppia d'assi

C'è un mondo fatto di piccole e micro imprese che ruota attorno al mondo dello spettacolo. Un settore che fa grandi numeri: il volume d'affari è pari a quasi 4 miliardi di euro, con un incremento rispetto al 2015 di poco superiore al 3%. Il presidente dell'Agis, Carlo Fontana: "I settori della cultura e dello spettacolo oltre a svolgere da sempre un'importantissima funzione sociale, hanno le carte in regola per diventare concreto motore di sviluppo e di crescita".

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17 luglio 2017

C'è un mondo fatto di piccole e micro imprese che ruota attorno al mondo dello spettacolo. Un settore che fa grandi numeri: il volume d'affari è pari a quasi 4 miliardi di euro, con un incremento rispetto al 2o15 di poco superiore al 3%. Ma è un mondo che ha anche sfaccettature diverse. Per esempio: vale circa 600 milioni di euro l'anno il turismo legato ai festival musicali di tutti i generi, dalla classica al rock. Il trend è positivo anche in questo caso perché le presenze turistiche legate ai festival sono cresciute del 10% durante l'ultimo anno. «II caso dei Festival dimostra — spiega Carlo Fontana, Presidente dell'Agis, Associazione generale italiana dello spettacolo — in maniera inequivocabile un'altra caratteristica dello spettacolo, utile e utilizzabile a fini turistici: essere anche decentrato e diffuso sul territorio, contribuendo quindi a valorizzare quell'Italia dei borghi, fuori dal classico triangolo, Roma-Venezia-Firenze, imposto dal turismo globale. La qualità complessiva dell'offerta è cresciuta sensibilmente negli ultimi anni perché sono aumentati i finanziamenti statali per effetto del fondo unico dello spettacolo. Questo ha innescato un circolo virtuoso che ha portato a un aumento della domanda: 4,27% di ingressi (22o mila circa), 12,02% di spesa al botteghino (2 miliardi di euro circa) ». II binomio L'interazione tra turismo e spettacolo è più evidente. Basti pensare ai casi dei Parchi di divertimento, che creano stabilmente un indotto importantissimo nelle aree dove sono presenti. Per fornire un unico dato esemplificativo, il più grande parco della Riviera Romagnola ha venduto nel 2014 direttamente (quindici sarebbe da aggiungere le prenotazioni non direttamente gestite) più di 7o mila pacchetti turistici e oltre 220 mila pernottamenti. «Il settore della cultura e dello spettacolo - continua Fontana — oltre a svolgere da sempre un'importantissima funzione sociale, hanno le carte in regola per diventare concreto motore di sviluppo e di crescita». L'accelerazione Il ruolo dello spettacolo, quindi, se ben coordinato e sostenuto da una strategia statale, può essere fondamentale nei confronti del settore turistico sia per aumentare la durata delle permanenze, sia per la capacità di spesa del viaggiatore, contribuendo in maniera rilevante al potenziale « ritorno» a nel paese visitato. «Ma il comparto non può vivere di soli finanziamenti — osserva Fontana —. Credo nel modello americano: negli Stati Uniti sono le aziende a finanziare o sponsorizzare grandi eventi o interi comparti del cinema e dello spettacolo, malo fanno in cambio di incentivi fiscali. Uno schema replicabile anche in Italia dove si moltiplicherebbero i potenziali investitori in un processo che ho vissuto in prima persona da sovraintendente quando il Teatro La Scala di Milano è passato da ente pubblico a fondazione privata. La ricaduta abbondante e certificata del comparto dello spettacolo sull'indotto fatto di migliaia di piccole e medie imprese di tutti i settori giustificherebbe la scelta di incentivare fiscalmente gli investimenti dei privati».

tratto da l'inserto l'Economia del "Corriere della Sera"

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