Turismo estivo: presenze in calo contenuto, male la spesa

Turismo estivo: presenze in calo contenuto, male la spesa

Un'indagine del Centro Studi Fipe evidenzia che il calo di presenze rispetto alla stagione scorsa è stato dello 0,2 per cento contro lo 0,8 delle previsioni. Ma i vacanzieri hanno speso 1,2 miliardi di euro in meno.

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16 settembre 2009
Roma, 22 dicembre 1999

A dispetto della destagionalizzazione auspicata da tutti, l’estate finisce non appena cominciar la scuola. E mentre per gli alunni è appena iniziato un nuovo ciclo di studi, per operatori ed esercenti è tempo di rendiconti. Un’indagine del Centro Studi Fipe sui dati a consuntivo della stagione conferma che all’estate (da intendersi come il periodo per definizione e tradizione delle vacanze) non si rinuncia facilmente. Si tende ad accorciare il periodo del soggiorno, magari ci si organizza meglio con fine settimana più lunghi e frequenti, ma non esiste estate senza viaggi. Anzi, nonostante la crisi economica che ha tenuto ben chiuso il portafoglio dei vacanzieri (che rispetto all’anno scorso hanno speso 1,2 miliardi di euro in meno), le presenze turistiche hanno fatto registrare un andamento migliore di quello previsto. Se gli operatori ottimisti all’inizio della stagione erano solo il 15%, a riconoscere che il movimento turistico è andato meglio adesso è il 39% del campione. Infatti, il calo di presenze rispetto all’anno precedente, che secondo la stima doveva attestarsi intorno allo 0,8%, è rimasto contenuto toccando solo lo 0,2%. Bene è andato il turismo degli italiani, dove il leggero aumento dello 0,1% registrato rispetto al 2008 ha fatto tirare un sospiro di sollievo a chi prevedeva un calo dello 0,5%. Più contenuto del previsto anche il calo dei turisti stranieri passato da -1,8% delle previsioni a -1,2% effettivamente registrato.

Per quanto riguarda le destinazioni turistiche, bene il mare, centri minori e città d’arte, meno interesse invece è stato registrato per l’estate in montagna. Le migliori performance si sono registrate soprattutto nelle località che hanno saputo praticare forti politiche di prezzo, hanno cominciato a cambiare il modello di sviluppo turistico investendo sull’integrazione di diversi servizi, hanno potuto contare su condizioni ambientali  ottimali. Sulle coste, ad esempio, le  bandiere blu da un lato e le emergenze ambientali dall’altro hanno fatto la differenza tra successo e insuccesso.

“Sono segnali importanti, questi - ha dichiarato Lino Enrico Stoppani, presidente Fipe – che dobbiamo interpretare e trasformare in strategie e progetti se vogliamo rilanciare il settore”.

 

 

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