Ue divisa sulle misure salva-Stati

Ue divisa sulle misure salva-Stati

Nella prima riunione del 2012 i ministri economici dell'Eurogruppo hanno avviato il confronto su tutti i temi caldi e preparato la strada ai capi di Stato e di governo che si vedranno lunedì.

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24 gennaio 2012

La soluzione del caso Grecia ancora aperto, l'esame delle misure italiane che subito raccolgono il plauso europeo, la discussione sul futuro fondo salva-Stati da potenziare in qualche modo: nella loro prima riunione del 2012 i ministri economici dell'Eurogruppo hanno avviato il confronto su tutti i temi caldi e preparato la strada ai capi di Stato e di governo che si vedranno lunedì per chiudere la
partita sul patto di bilancio, quel 'fiscal compact' che la Bce ha chiesto e ottenuto per rafforzare la governance dell'Eurozona.
Il primo punto lo ha segnato l'Italia, uno dei protagonisti della riunione: il premier Mario Monti ha illustrato le misure sulle liberalizzazioni appena approvate e incassato il sostegno dei colleghi e del commissario agli Affari economici, Olli Rehn, che ha espresso ''grandissimo apprezzamento'' per la forma e la velocità dell'azione del governo italiano. Il commissario ha più volte sottolineato come l'Italia abbia fatto sforzi sorprendenti in poco tempo, ma Bruxelles, in linea con il mandato del leader Ue, prosegue il monitoraggio. Successivamente si è parlato del dossier Grecia, oltre sei mesi dopo l'accordo Ue che ha dato il via libera alla partecipazione dei privati al secondo piano salva-Atene. I problemi sono nati proprio allora: l'intesa prevedeva una perdita per i privati del 20% sui titoli greci nel loro portafoglio, ma la soglia si è presto rivelata insufficiente a causa del deterioramento delle finanze greche ed è quindi salita al 50%. Ora il problema che vede opposti
governo greco e i suoi creditori è sui tassi di interesse dei nuovi bond che sostituiranno i vecchi: i privati non vogliono scendere oltre il 4%, mentre il governo greco non vuole salire sopra il 3%. Dall'accordo, che dovrebbe essere vicino, dipendono gli aiuti futuri, vitali per evitare il fallimento di Atene. I ministri hanno quindi discusso una bozza di trattato dell'Esm, il fondo salva-Stati che sostituirà l'attuale Efsf e che i leader Ue vogliono operativo a partire da luglio. Sul tavolo c'è l'ipotesi di accelerare il versamento dei capitali per assicurare che entro luglio il fondo salva-Stati europeo avrà una dotazione di almeno 500 miliardi, combinando insieme Efsf ed Esm. Inoltre, i ministri hanno preso in considerazione anche l'ipotesi di raddoppiare la potenza di fuoco del Esm a 1.000 miliardi perche' ''potrebbe essere considerata significativa da mercati e partner internazionali''. Al vaglio anche la possibilità di poter intervenire direttamente per le banche in difficoltà. Ma l'aumento del fondo divide la Ue: se si allarga la fronda di coloro che premono per un incremento - che oggi conta il commissario Rehn, il premier Monti, il presidente della Bce Mario Draghi e il direttore generale del Fondo monetario internazionale Christine Lagarde - la cancelliera tedesca Angela Merkel continua a fare resistenza e cede solo sull'accelerazione dei versamenti.

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