Ugge': "dalla decisione un danno incalcolabile"

Ugge': "dalla decisione un danno incalcolabile"

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7 giugno 2011

"In un Paese che soffre del problema della permeabilità dell'arco alpino, che è privo di alternative ferroviarie, avendo scelto di ridurre gli scali merci e sopprimere i treni, e dove la velocità commerciale è la più bassa rispetto alla media europea, la decisione del Parlamento europeo è come un macigno legato ad una gamba di un centometrista. Infatti, l'approvazione di questa direttiva graverà principalmente sui Paesi periferici, e quindi sull'Italia, causando perdita di competitività e prodotti più cari, mentre consentirà ai Paesi centrali di far cassa, attraverso maggiori entrate fiscali, penalizzando le merci trasformate o prodotte dalle economie concorrenti. Questa non è certo l'economia europea che vuole e deve competere nel mondo, ma il frutto di scelte nazionalistiche a danno di terzi di chi ritiene che l'economia europea possa prescindere da quelle delle singole nazioni": questo il commento di Paolo Uggè, presidente di Fai Conftrasporto e vicepresidente di Confcommercio. "Il principio del chi inquina paga - prosegue Uggè - è certamente condivisibile ma se ed in quanto esistono le alternative al trasporto su gomma. Per questo il Governo deve chiedere la riapertura del dossier sul gasolio professionale per l'autotrasporto e la riconsiderazione del danno prodotto dall'economia nazionale per l'attraversamento delle Alpi. Ma soprattutto le imprese di autotrasporto chiedono al Governo di aprire, prima dell'applicazione di quanto previsto con la direttiva, un confronto con le associazioni di categoria onde evitare di far pagare ad una componente essenziale per lo sviluppo e la competitività le conseguenze di un ambientalismo che insiste nel non voler coniugare il rispetto dell'ambiente con le esigenze dell'economia moderna".

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