Unicredit "vara" l'aumento di capitale

Unicredit "vara" l'aumento di capitale

La ricapitalizzazione dell'istituto di credito sarà, come previsto, da 7,5 miliardi di euro e "completamente garantita". Non verrà pagata la cedola sui conti del 2011. In Italia 5.200 esuberi.

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14 novembre 2011

Il cda di Unicredit ha approvato l'aumento di capitale da 7,5 miliardi di euro. Lo ha detto l'amministratore delegato, Federico Ghizzoni, aggiungendo che l'operazione è "totalmente garantita dal consorzio che ci assiste". L'aumento sarà sottoposto all'approvazione dell'assemblea dei soci il 15 dicembre. Nel corso del cda di questa mattina sono stati anche approvati i conti del terzo trimestre, compresa una perdita netta di 10,6 miliardi di euro, dovuta alla svalutazione delle banche acquisite. Tra queste però figura anche il ritocco al valore della quota in Mediobanca, svalutata di 440 milioni di euro. Il piano di rilancio prevede 5.200 esuberi, solo in Italia, da attuare entro il 2015. Il taglio del personale rientra nelle misure adottate da Unicredit per migliorare l'efficienza del gruppo. Con i 5.200 esuberi che accompagneranno il gruppo fino al 2015, la riduzione del personale in Italia nel periodo 2010-2015 sale a 6.500 risorse, pari al 12% del totale della forza lavoro del gruppo. I costi per l'area commerciale Italia sono attesi in riduzione nel periodo 2010-15 (-1,4% riduzione media annua). "Per quanto riguarda l'Italia - afferma Unicredit - lo scopo ultimo del Piano è di confermare il ruolo di UniCredit quale banca commerciale leader per efficienza e innovazione, radicata nei territori di riferimento che serve, offrendo al contempo ai propri clienti domestici pieno accesso al proprio network internazionale". L'aumento di capitale porterà un rafforzamento patrimoniale: il core tier 1 di Unicredit sale al 10,35% con Basilea 2 e al 9%, secondo i calcoli imposti da Basilea 3. Nel 2012 Unicredit non pagherà dividendi sull'esercizio 2011, mentre nell'arco del piano Ghizzoni ha sottolineato che il payout sarà "mediamente superiore a quello del settore, dei nostri main competitor". Venendo ai conti, oltre alla perdita netta di 10,6 miliardi il bilancio. Il risultato di gestione del trimestre è stato di 1,8 miliardi, con una flessione del 27% sullo stesso trimestre del 2010 anche per perdite nette da negoziazione per 285 milioni per l'allargamento degli spread sui titoli governativi. Il margine di intermediazione è stato di 5,7 miliardi (-11,3%). Gli accantonamenti su crediti nel trimestre sono aumentati a 1,8 miliardi. Il Cda di Unicredit ha approvato il Piano strategico 2010-2015, che prevede quattro pilastri ben definiti: struttura dello stato patrimoniale; semplificazione e gestione dei costi; rifocalizzazione del business e rilancio dell'Italia. Mentre gli effetti dei primi tre pilastri riguardano l'intero Gruppo UniCredit, sebbene in misura differente nelle varie divisioni, tutti e tre i pilastri avranno pieno effetto in Italia massimizzando il potenziale di redditività dell'Area Commerciale. Le previsioni sono di un utile netto di 6,5 miliardi per fine 2015.

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