Unrae e Federauto: “non si fa nulla per salvaguardare il settore automotive”

Unrae e Federauto: “non si fa nulla per salvaguardare il settore automotive”

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21 maggio 2020

"È incomprensibile come in Italia non si faccia nulla per salvaguardare la strategicità e la competitività di un comparto come l'automotive e si preferisca andare incontro a un rischio di deindustrializzazione". Lo affermano Anfia, Federauto e Unrae, che ritengono "non più rinviabile un'importante campagna di incentivi per la rottamazione di auto e veicoli commerciali vetusti e l'acquisto di autoveicoli di ultima generazione, e per lo sviluppo infrastrutturale, nonché la revisione della fiscalità sulle autovetture per un adeguamento a livello europeo".

Le tre Associazioni sottolineano che "alcuni Paesi europei, con i quali, peraltro, la nostra filiera è profondamente interconnessa, stanno mettendo al centro dei loro piani di supporto, così da rilanciare i consumi e la transizione verso un modello di mobilità più sostenibile". "Abbiamo accolto con sorpresa, delusione e, soprattutto, grande preoccupazione - affermano Anfia, Federauto e Unrae -  la scelta del Governo, nel Decreto Rilancio, di limitarsi al rifinanziamento del fondo per l'acquisto di autoveicoli a basse emissioni. Si tratta di un intervento poco significativo per un'effettiva ripartenza del settore automotive nel nostro Paese. Il settore automotive italiano è certamente impegnato a iincoraggiare il processo di elettrificazione della mobilità e lo testimoniano gli ingenti investimenti che la filiera italiana ed europea sta compiendo, ad ogni livello di competenza, per affrontare questa delicata transizione, di per sé sfidante in termini di risultati di mercato, raggiungimento degli obiettivi ambientali europei e tenuta dell'occupazione. Purtroppo, le condizioni non sono più quelle di qualche tempo fa, sono profondamente mutate".

Anfia, Federauto e Unrae prevedono "in assenza di interventi mirati, una chiusura del mercato auto 2020 con 500.000/600.000 unità in meno rispetto all'anno precedente determinerà un mancato gettito Iva di circa 2,5 miliardi di euro. Il rallentamento delle vendite, che il meccanismo in vigore di bonus-malus non è sufficiente a contrastare, sarà responsabile di un mancato rinnovo del parco circolante italiano, che, in riferimento alle auto, a fine 2019, per il 32,5% è ancora costituito da auto ante-Euro 4 e, dato ancor più preoccupante, per il 57% da vetture con oltre 10 anni di anzianità".

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