Mercato auto, “serve un piano triennale di incentivi”
Mercato auto, “serve un piano triennale di incentivi”
Per il presidente dell'Unrae, Michele Crisci, “la situazione è molto delicata. Bisogna partire dalla leva fiscale: detrazione Iva e deduzione dei costi sulle auto aziendali".
Per l'automotive in Italia "pensiamo che ci voglia un piano, almeno triennale, di incentivazione": è il parere del presidente dell'Unrae, Michele Crisci, espresso in occasione della presentazione della Ricerca dell'Osservatorio Auto e Mobilità della Luiss Business School, il 16 dicembre scorso a Roma. In particolare, secondo il numero uno dell'Associazione delle case automobilistiche estere che operano in Italia, nella distribuzione e commercializzazione di autovetture bisogna partire "dalla leva fiscale che da molto tempo stiamo chiedendo al governo di rivedere: mi riferisco alla detrazione dell'Iva e alla deduzione dei costi sulle auto aziendali, credo che sia fondamentale".
"Siamo convinti - ha proseguito Crisci - che mercato e produzione non possano andare distinti. Noi riteniamo che andare a incentivare la produzione, sia di auto sia di componentistica, sia importante ma non si può prescindere dal continuare ad avere un mercato in salute, quindi abbandonare l'incentivazione del mercato è un errore".
Parlando più in generale della situazione del mercato auto il presidente dell’Unrae ha quindi precisato che "sicuramente la situazione che stiamo vivendo in Italia, in Europa e nel mondo sull'automotive è molto delicata e fa parte della transizione energetica e quindi era assolutamente prevedibile". In futuro, tuttavia, sarà necessario "garantire non solo uno sviluppo dell'automotive nel senso corretto, quindi andare verso la decarbonizzazione in modo molto chiaro", ma questo processo andrà fatto anche "in modo sostenibile economicamente e socialmente". E per fare ciò "dobbiamo investire molto, sull'intelligenza artificiale, sui software e sull'elettrificazione che sarà basilare per mantenere l'energia di cui le auto avranno bisogno in futuro".
Crisci ha sottolineato infine che "c'è bisogno di regole certe, c'è bisogno di smettere di discutere e di iniziare a intraprendere azioni strategiche certe per i prossimi dieci anni".