Il valore di un mese di lockdown nel quale cade la Pasqua con riferimento ai macro-settori del commercio non alimentare e di alberghi, bar e ristoranti

Il valore di un mese di lockdown nel quale cade la Pasqua con riferimento ai macro-settori del commercio non alimentare e di alberghi, bar e ristoranti

Le limitazioni alle attività economiche e alla mobilità in vigore dal 15 marzo al 6 aprile, cui si aggiungono vincoli meno stringenti prima e dopo questo periodo temporale, configurano una condizione di lockdown del tutto simile a quella sperimentata tra marzo e aprile 2020.

Pertanto, il confronto tra i valori di fatturato dei settori considerati per il 2020 e il 2021 non suggerisce per l’anno in corso alcuna perdita ulteriore. Per chiarire, quindi, come si interpretano le indicazioni della presente nota rapida è opportuno fare riferimento a un periodo di “normalità” come può essere stato il mese pasquale del 2019 (al di là delle questioni legate alla bassa crescita strutturale che interessa l’Italia da un ventennio e che, di conseguenza, abbassa le performance in termini di consumi e di relativo fatturato per le imprese in qualsiasi mese dell’anno rispetto a una situazione di crescita economica robusta).

Tab. 1. Settori più impattati dalla pandemia

milioni di euro

        var. assoluta var. assoluta del mese medio con stagionalità pasqua rispetto a una condizione di normalità economica
  2019 2020 var. % 2020-2019 2020-2019
vestiario e calzature 63.946 51.318 -19,7 -12.628 -1.052
mobili, elettrodomestici e altro 66.699 62.419 -6,4 -4.280 -357
beni e servizi vari 113.229 102.754 -9,3 -10.475 -873
trasporti (netto auto) 105.513 74.345 -29,5 -31.168 -3.636
servizi culturali e ricreativi 39.777 28.247 -29,0 -11.530 -1.345
servizi di alloggio 27.725 14.162 -48,9 -13.563 -3.306
bar e ristoranti 85.008 53.277 -37,3 -31.731 -5.002
totale settori considerati 501.897 386.522 -23,0 -115.375 -15.571
totale consumi sul territorio 1.087.259 958.493 -11,8 -128.766  
Elaborazioni Ufficio Studi Confcommercio su dati Istat e ICC.

In definitiva, si fa il confronto tra il valore potenziale dei consumi senza chiusure nel mese medio pasquale del 2021 rispetto all’analogo periodo del 2019, utilizzando le perdite stimate per il 2020 aggiornate con i dati dell’Indicatore dei Consumi Confcommercio (ICC) e con le stime dei consumi complessivi del 2020 della Contabilità Nazionale.

La tabella 1 evidenzia, come prima indicazione fondamentale, che su base annua l’89,6% del valore totale perso dalla spesa delle famiglie, inclusi i consumi dei non residenti, sia dovuto ai pochi settori esplicitati, esattamente quelli, appunto, più colpiti dalla pandemia: consumi non alimentari, cultura e benessere, convivialità e filiera turistica; si tratta di oltre 115 miliardi di euro su una perdita complessiva di 128 miliardi.

Per quanto riguarda il solo effetto del lockdown marzo-aprile 2021, la stima rispetto a un analogo periodo vissuto in condizioni normali in termini di minori consumi sarebbe di oltre 15 miliardi di euro, più della metà a carico del comparto di alberghi e ristoranti.

Nei mesi di marzo e aprile del 2020 il numero di presenze presso le strutture ricettive italiane si è ridotto di quasi 45 milioni di unità nel confronto con gli stessi mesi del 2019 (tab. 2), metà delle quali può essere attribuita al periodo pasquale.

Tab. 2 - Presenze turistiche

milioni

  2019 2020 Var. assoluta 2020-2019
  Italiani Stranieri Totale Italiani Stranieri Totale Italiani Stranieri Totale
marzo 10,8 10,7 21,4 2,6 1,2 3,8 -8,2 -9,5 -17,7
aprile 13,1 15,4 28,5 1,0 0,3 1,3 -12,1 -15,2 -27,2
totale 23,9 26,1 50,0 3,6 1,4 5,1 -20,2 -24,7 -44,9
Pasqua 11,9 13,1 25,0 1,8 0,7 2,5 -10,1 -12,3 -22,4
Elaborazioni Ufficio Studi Confcommercio su dati Istat.

Tab. 3. Spesa degli stranieri

milioni di euro

  2019 2020 Var. assoluta 2020-2019
marzo 2.593,4 431,0 -2.162,5
aprile 3.377,7 318,2 -3.059,5
totale 5.971,1 749,1 -5.222,0
Pasqua 2.985,6 374,6 -2.611,0
Elaborazioni Ufficio Studi Confcommercio su dati Banca d’Italia.

Particolarmente significativa è stata la perdita del turismo straniero che si è tradotta, sulla base dei dati della Banca d’Italia, in una riduzione della spesa, nel solo periodo pasquale, di oltre 2,6 miliardi di euro (tab. 3).

Sulla base di queste stime, considerando, per i settori più impattati dalla pandemia, i circa 502 miliardi di euro di consumi interni annuali del 2019 – preso ancora come anno di riferimento – e valutando in 1,2 il coefficiente di stagionalità del mese in cui cade la Pasqua, la perdita del 2021, come del 2020, rispetto a un analogo periodo normale, corrisponderebbe a oltre il 30% dei consumi: (502/12)x1,2 = 50,2 miliardi di euro è la stima del mese standard da cui dedurre la perdita di 15,6 miliardi di euro dovuta al lockdown, pari, appunto, al 31%.

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